Leggo tutte le volgarità e atrocità che circolano su Silvia, leggo le domande e forse, anch’io, per alcuni attimi mi sono fatta trascinare dalla corrente del giudizio.

Perché noi donne siamo abituate ad essere giudicate in ogni cosa che facciamo, in ogni abito che indossiamo, siamo abituate a guardarci allo specchio ogni mattina e chiederci: andrò bene? Sarò abbastanza? Sarò una buona madre? Sarò in forma? La pelle, il seno, le cosce, saranno giuste?

Il giudizio ci coglie nel corpo e nelle scelte. Così le domande vanno su quel velo, sul riscatto, sul sorriso, sulla pancia, si posano su qualsiasi cosa appartenga a Silvia. E non so perché ci aspettavamo reazioni differenti, il nostro Paese è pieno di odiatori seriali.

Dopo il covid saremo tutti più buoni. Bugia, finalmente avremo qualcuno da odiare.

E Silvia è arrivata al momento giusto, è donna ed è libera.

Gli odiatori seriali hanno bisogno di trovare qualcuno a cui dare la colpa della loro vita insignificante e insoddisfacente, hanno bisogno di scaricare le responsabilità, si mettono al centro, sempre, con una rabbia che divora e fa marcire il terreno intorno.

Io italiano, io maschio, io etero, nordista, occidentale, narciso, io…solitamente è questa la fotografia dell’odiatore seriale.

Poi ci sono le donne che odiano altre donne, che le giudicano e sanno sempre quello che avrebbero fatto al posto di Silvia, ad esempio.

Sono le donne che hanno scelto o subito il sistema. Pensano così di poter essere sullo stesso piano degli odiatori seriali ma non sanno che basta un’uscita di strada, una deviazione per diventare in un attimo oggetto da odiare. Non saranno mai considerate alla pari.

Gli odiatori seriali amano le donne finché vivono e respirano per loro. Sono narcisi e infelici e le risucchiano dentro alla loro spirali. A volte le uccidono.

Gli odiatori seriali sono ovunque, qualcuno siede alle nostre stesse tavole, altri sono attaccati alle poltrone, altri sono quelli che dicono e scrivono in luoghi di potere: impiccatela. Questi hanno un partito politico alle spalle, impossibile dimenticarlo.

Silvia infastidisce perché non è tornata piegata, non ha avuto parole di odio o di rancore, perché non si è presentata fragile come si aspettavano gli odiatori seriali. Ha fatto scelte libere oppure no, comunque sue, e questo disturba, rompe il terreno su cui gli odiatori seriali costruiscono il loro potere.

E, allora, è quel potere che dobbiamo sgretolare e scegliere di non farne parte. Non mi rivolgo agli odiatori seriali, loro sono irrecuperabili.

Se non sono le donne ad essere prese di mira, sono gli immigrati, i disabili, gli omosessuali, quelli del partito opposto e così via…

Gli odiatori seriali costruiscono la loro vita sulla de-responsabilità personale. È sempre colpa di qualcuno se sono dei falliti e costruiscono su quell’idea il loro impero di odiatori.

No, non mi rivolgo a loro, ma a voi. Voi che siete donne come me e che potete decidere di uscire dalle loro spirali e prendere respiro.

Mi rivolgo alle donne perché siamo noi che dobbiamo fare franare il terreno su cui appoggiano i piedi ‘sti stronzi vestiti, spesso, in giacca e cravatta.

Allontanandoci, dissentendo, liberandoci.

Non è facile ma possibile.

Possiamo scegliere chi essere e da che parte stare in ogni momento della nostra vita. Scegliere se contornarci di uomini bruti, volgari, maschilisti, odiatori seriali oppure contornarci di bellezza.

La bellezza delle scelte e della libertà.

Possiamo cominciare da Silvia e non porci domande sulle sue scelte. Pulire dal giudizio lei, vuol dire iniziare a rendere libere tutte noi.

Ode a Silvia e alla libertà.

Penny

2 comments on “Ode a Silvia. Gli odiatori seriali e il terreno su cui hanno costruito il loro potere.”

  1. Sono incredula di fronte alla cattiveria di tutte queste persone. Anche io all’inizio della pandemia ho creduto alla trasformazione dei bruti in esseri umani. Ma così non è stato. Come il successo, il Covid accresce ciò che uno è.
    Grazie Penny
    Mi piace quello che scrivi.
    Carla

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