Cara Ministra le racconto una storia semplice semplice.

Il 16 maggio lei ha deciso di fregarsene delle voci molteplici e unite che si sono alzate dal mondo della scuola e non solo e ha stabilito che si sarebbero dati anche quest’anno i voti in tutte le discipline fin dalla prima elementare.

Una mamma di un mio alunno ieri mi manda un vocale, il secondo nelle ultime settimane: “Maestra scusi sono io, volevo dirle che i tablet non sono ancora arrivati, tra poco scuola finita. Mi scusi maestra”.

Ho deglutito e ho fatto scendere la rabbia. Ecco, avrei voluto che ci fosse la sua voce tranquillizzante a rispondere a quel vocale, a farfugliare una qualche giustificazione, a spiegarle come mai il 18 maggio suo figlio non ha ancora gli strumenti per “fare scuola”.

Nella mia classe ci sono venti famiglie, tre di queste sono ancora senza rete e senza strumento. Non sono le sole ma, ad alcune, ci ha pensato un servizio socio-educativo prestando dei tablet.

Ho chiesto un po’ alle mie colleghe e più o meno la situazione è la stessa, i tablet mancano agli ultimi, negli ultimi ci sono anche i bambini con 104, chissà se sa di cosa stiamo parlando!

A volte sono i bambini a mandarmi vocali: “Maestra, oggi non posso collegarmi, la mamma va a lavorare e io non ho il telefono”, allora facciamo acrobazie per poter tenere i bambini dentro, cerchiamo di adeguarci tutti, insegnanti e famiglie facendo sforzi enormi, ma non so se ovunque sia così.

Lei, cara Ministra, parla di una scuola seria che dà i voti in ogni disciplina, come se questo fosse fare scuola, come se la relazione fosse l’ultimo anello della catena quando è il primo. Lei mi deve dire che voti do a questi bambini.

Come docente, quella che lei elogia ma che non ascolta, mi sento umiliata da lei e dal suo ministero e sento di non poter tacere. Sento che per queste famiglie qualcuno deve parlare.

Sento che il mio compito imprescindibile di garantire il diritto allo studio a tutti, si è frantumato dentro ai suoi decreti. Sento che se non posso essere la maestra di tutti, io ho fallito il mio compito. È frustante, glielo garantisco.

È frustante rispondere a queste madri. È frustante trovare una giustificazione del perché la scuola non ha fornito ancora una strumento. È frustante pensare che tra meno di un mese sia tutto finito e questi bambini non abbiano ancora l’accesso giusto, però, avranno un voto in pagella, così possiamo dire che la nostra è un’istruzione seria.

No, cara ministra, la nostra scuola è classista, dentro alla didattica a distanza ancora di più. Dentro ai voti tocca il suo apice, perché lo sappiamo che l’impegno è qualcosa di strettamente collegato alla vita che i bambini hanno alle spalle.

La scuola è una casa, dovrebbe esserlo, in cui tutti hanno un posto, in cui le differenze sociali ed economiche rimangono fuori dalla porta, in cui uno vale uno. In cui i bambini possono sentirsi bambini nel rispetto delle differenze ma nell’uguale attenzione e riconoscimento.

Ad oggi, 19 maggio 2020 non è così.

Cara ministra, belle parole le sue: non lasceremo indietro nessuno.

Quante bugie.

La verità è che mi fa vergognare della scuola, cara ministra. Mi fa vergognare perché io non so rispondere a quelle madri che mi chiedono come mai i loro figli non possono fare scuola.

La didattica a distanza non funziona se lascia indietro gli invisibili. Invisibili grazie al nostro sistema. E se noi raccontiamo un’altra storia siamo solo docenti collusi.

Ho il dovere di essere la maestra di tutti i miei bambini e non sono stata messa nelle condizioni di farlo. Questo per me è un grande dolore.

Dovrebbe ricevere lei un voto in pagella, cara ministra, di certo non avrebbe la sufficienza. Questa sarebbe l’unica cosa seria della faccenda.

Penny

https://www.amnesty.it/la-distanza-dalla-didattica/

3 comments on “Cara ministra, tra un mese daremo i voti. Tre bambini su venti della mia classe non hanno ancora i tablet né la rete. COMPLIMENTI.”

  1. Spieghi ai bambini che altrimenti sarebbero morte tantissime altre persone, una zia, una nonna, un amico… I tablet arriveranno ma le persone uccise dal virus NO

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