Dirsi la verità è difficile, soprattutto, se per una vita non l’abbiamo fatto. Se abbiamo scelto di costruire la nostra esistenza, consapevoli o no, su racconti favolistici e illusori.

Che si tratti di scelte lavorative, amorose o altro, la sincerità ha un prezzo altissimo. La non accettazione, il dissenso, il giudizio, la solitudine.

Uscire dagli schemi vuol dire aspirare a sentire. Sentire se qualcosa nel tempo è stato soffocato oppure negato, se davvero siamo ciò che abbiamo desiderato.

Spesso la scusa della negazione, non ho potuto, avrei voluto ma…,è la mancanza di denaro, ma i soldi non sono mai la vera ragione.

A volte abbiamo paura di sentire, ci nascondiamo dietro a un uomo, a una donna, a dei figli, a una scelta lavorativa che ci sfianca, giorno dopo giorno, per non scoprire chi siamo davvero.

Per farlo, per capire cosa desideriamo fare e chi vogliamo essere ci vuole tempo e poi la libertà di cominciare a sperimentare.

Ci vuole anche coraggio. Molto.

Scavalcare la comodità su cui abbiamo appoggiato la nostra esistenza, quelle certezze dentro cui ci siamo confinati. Scoprirci e aprirci al rischio di incorrere in un fallimento.

Aspirare ad una vita che ci appassiona è difficile, soprattutto, se ci siamo illusi che la felicità trattasse la materia alquanto nota della “sistemazione”.

Lo sappiamo bene che succede, il più delle volte, ci si ritira dalla vita in anticipo.

Sappiamo che se si fanno scelte di “ascolto” verso sé stessi, l’etichetta della pazzia è scontata, solo per il desiderio di vivere la vita nella sua interezza.

Quello che c’è di bello nella verità è che tutti sappiamo qual è, anche se, a lungo, abbiamo vissuto senza e siamo diventati bravi a mentire.

Arriva un giorno in cui ci chiede il conto, in cui lo specchio in cui ci guardiamo ci racconta una storia, la speranza è che sia quella vera.

Penny

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