Mi sono chiesta spesso, in passato, come poter stare bene, come poter scacciare l’ansia e la paura.

Così come mi sono chiesta perché non riuscissi ad essere più sicura, a non avere il cuore e le gambe tremolanti tutte le volte che devo fare qualcosa, anche se si trattava di una cosa semplice.

L’ultima volta l’ansia è salita come al solito, mancava il respiro, il cuore batteva, solo che invece di scacciare quella sensazione mi sono detta: è sempre la stessa, la conosco, lascio che mi attraversi. E dopo un po’ se n’è andata.

Qualche tempo fa ho scritto un post sulla fragilità, una cosa che ho capito è che per stare bene non bisogna negarla. Poi, questa volta un uomo che segue il blog, mi ha mandato un link molto prezioso.

Le persone che possono davvero aspirare alla felicità sono quelle che sanno appartenere e provano ad amare, gli altri e se stesse.

Non sono quelle sicure ma quelle che accettano la vulnerabilità come parte dell’esistenza. Sono quelle che dicono ti amo per prime e non si preoccupano della vergogna, sono quelle che aspettano con lo stomaco a pezzi i risultati di un esame medico, quelle che sono in grado di mostrarsi davvero.

Ecco, pensavo a quante volte rifuggiamo queste esperienze, a quante volte proviamo vergogna per le nostre debolezze, per le ansie, per le paure e, a quante altre ci diciamo: ma perché non siamo tutte d’un pezzo?

E, invece, è proprio questa la meraviglia, le persone di cuore, quelle che, in fondo stanno bene ( ma a volte non lo sanno) sono quelle che accettano l’imperfezione e sono compassionevoli con se stessi e di conseguenza con gli altri.

Essere compassionevoli è una frase bellissima. Sono quelle persone capaci di perdere e venire sconfitti.

Il mondo è un mostrarsi continuo. La coppia perfetta, il fisico perfetto, il sorriso perfetto, i figli perfetti, la vita perfetta, invece, è proprio la capacità di mostrarsi davvero che ci può aprire la strada alla bellezza e allo stare bene.

Fregarmene delle fregature e ritentate con l’ansia allo stomaco e la paura di perdere, ma appartenere alla vita e alle sue imperfezioni credo sia l’unica strada possibile.

Essere autentici e concedersi l’esperienza della vulnerabilità. Se ci pensate è un cambio di prospettiva notevole e solleva. Perché la misura di ogni cosa non è più quanto riesco ad essere perfetto ma quanto sono io e sono capace di mostrarmi e affidarmi.

Chi ha una vita felice sa appartenere, sa amare, sa essere compassionevole, sa fare esperienza di frantumazione.

Quindi, amiche e amici miei, pensiamo a cosa vogliamo essere. E non areniamoci di fronte a esperienze dolorose che ci hanno fatto soffrire, perché quella nostra vulnerabilità è una delle cose più preziose che possediamo, ci permette di sentirci e di sentire gli altri.

Non dobbiamo avere paura di mostrarci davvero per ciò che siamo, caso mai di non farlo, puntando a un’esistenza che sa di finzione.

Continuiamo ad appartenere e ad appartenerci con il coraggio della vulnerabilità.

Questo fa la differenza ed è ciò che ci permette di aspirare ad un’esistenza felice.

Penny

5 comments on “Chi ha una vita felice sa appartenere, sa essere compassionevole, sa fare esperienza di frantumazione.”

  1. Cara amica, questo è un post bellissimo. Molto importante per ricordarci la strada verso la consapevolezza, che tutti noi stiamo percorrendo e che talvolta perdiamo di vista, presi come siamo a guardare per terra come formiche, invece di mantenere la visione d’insieme, come farfalle.
    Ti abbraccio.

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