“Mio marito, però, si stira le camicie!”…”I giovani padri di oggi cambiano i pannolini”.

Bene, benissimo e?

Quando sono le donne a giustificare la mancata responsabilità nel lavoro di cura resto allibita. Resto allibita quando trattiamo gli uomini non da compagni ma da bambini.

“Quando cucina lascia un casino e poi mi tocca pulire il doppio…, allora preferisco farlo io…”

Se gli uomini si occupano della cura, solitamente fanno due cose, quelle più gradevoli: giocano con i figli e cucinano.

La cosa assurda è che quando una di noi ha accanto un uomo del genere si sente fortunata e lo dice pure.

La frase di rito è: ma donne e uomini sono diversi, certo, ma non nello svolgere le pulizie di casa, ad esempio. Quale gene mi permette di avere abilità nel togliere la polvere? Nel sistemare i cassetti?

Come se gli uomini non sapessero prendere una aspirapolvere e schiacciare il tasto avvio, come se non potessero imparare dove riporre le cose, dove sono i prodotti…come…come.

La fanno da gnorri con la nostra compiacenza, peccato che questo tipo di atteggiamento a loro permetta di andare a lavorare, avere stipendi più alti, fare carriera, a noi di essere economicamente ed emotivamente più fragili.

Eppure si dice che si sono fatti passi avanti nel l’uguaglianza tra uomini e donne.

Facciamo un breve gioco. Chi fa cosa.

Chi pensa a cosa preparare per pranzo e cena?

Chi fa la spesa?

Chi sa quando bisogna comprare i vestiti ai propri figli quando non gli vanno più?

Chi organizza i loro spostamenti settimanali e le varie attività?

Chi li aiuta a vestirsi la mattina se non lo fanno da soli o gli ricorda cosa mettere in cartella, nelle borse per lo sport?

Chi si ricorda di firmare gli avvisi, manleve ecc…?

Chi si ricorda di comprare le cose che mancano in casa: acqua ossigenata, carta igienica, medicine…?

Chi chiama il pediatra?

Chi telefona ai nonni?

Chi taglia le unghie ai propri figli?

Chi butta via le calze bucate? Chi fa il cambio armadi?

Chi fa i letti? Chi si ricorda del cambio lenzuola?

Chi stende? Chi spolvera? Chi riordina?

Chi tiene le relazioni con gli amici?

Potrei continuare per ore, ma più lo faccio è più mi incazzo.

Se sei separata, poi, le cose si complicano da un certo punto di vista e si semplificano dall’altro, ovvero, siamo sole ma non abbiamo qualcuno a cui dover dire cosa deve fare.

Il quadro è triste e anche se qualcuno dirà: ma non è per tutti così, questo è lo stato delle nostre vite.

Altrimenti non sarebbe aumentata la disoccupazione femminile e con lo Smart working non saremmo tornate agli anni 50.

Le più fortunate di noi, hanno una donna delle pulizie che le aiuta nelle mansioni domestiche ma il risultato non cambia. Sono donne precarie e, spesso, in nero.

La sensazione è che, a volte, agiamo nelle nostre vite senza renderci conto di essere parte del sistema. Giustificando comportamenti perché è più semplice sopravvivere, altrimenti, sarebbero liti continue.

Scalfire dei privilegi è dura, gli uomini lo sanno bene visto che se li tengono stretti e ci dicono, con il sorriso sulle labbra, che noi siamo diverse da loro.

Peccato che quel diverso contiene solo aspetti di sottomissione da parte nostra.

Perché ho scritto questo post? Non per gli uomini, se mi leggeranno ne sarò felice, se ci rifletteranno sopra pure, ma soprattutto per voi.

Perché solo la consapevolezza aiuta il cambiamento, e questa consapevolezza prevede di non trattare da imbecilli i nostri compagni per le azioni di cura la cui conseguenza è una disparità di genere in tutti i settori, e pretendere un cambio di rotta.

Dobbiamo provarci se vogliamo lasciare un terreno più fertile per le nostre ragazze e i nostri ragazzi.

Si parte da lì, da quel bottone verde con su scritto START dell’aspirapolvere, che non prevede nessun gene femminile preposto per l’accensione.

Penny

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

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