Ci sono alcune volte che prendo delle decisioni come madre e lo faccio d’impulso, mi sembrano giuste e basta.

Generalmente tendo a fidarmi delle mie figlie. La fiducia è qualcosa che funziona nel rapporto con loro, la fiducia è l’opposto del controllo.

Nel mio tempo di madre ho capito che il controllo non funziona mai è uno specchietto per le allodole.

Non posso sapere tutto, né se quella decisione sia la scelta più valida, cerco di capire cosa provano e cosa provo. L’intuito, spesso, funziona.

E funziona pensare che non ci sia una regola universale. Il sentire vince su tutto. Almeno per me.

In passato mi lasciavo dire cosa era meglio, non si trattava di ascoltare consigli, ero obbligata ai consigli, anche se non li chiedevo. Sulla maternità tutti si sentono in dovere di elargire proposte.

Se fossi in te…

Le dai ancora il latte? È troppo liquido o è troppo poco, è ora di toglierle il ciuccio, non dovresti tenerla così tanto in braccio, cambiale il pannolino più spesso, aggiungi le pappe, mollala, sei troppo in ansia ecc…

Gli uomini non erano esclusi dai consigli. Elargivano verità, che a pensarci ora mi viene solo da ridere!

Il problema è che nessuno è in te. Nessuno sa davvero come ti senti e, soprattutto quando sono piccoli, ma non solo, quel “come ti senti” e la relazione che si instaura, determina il rapporto educativo.

Tutti danno, più o meno per scontato, che sia naturale fare la madre e sia una meraviglia meraviglioso, un progetto innato ma poi non si fidano. Controllano.

Lo danno per scontato, appunto, anche gli uomini, che dopo una settima di paternità, per buona parte della giornata respirano l’essere uomini andando in ufficio. Di notte ti svegli tu perchè “il padre che è anche uomo” appunto lavora e a volte ti suggerisce persino ( continuando a dormine) la temperatura giusta del latte.

Il circolo vizioso non si rompe, le donne dimenticano di essere anche donne e diventano solo madri per tutti, anche per gli uomini.

Come ti senti?

Come ti senti, non te lo chiedono mai. Nemmeno quando le tue figlie diventano grandi.

“Le fai tornare a mezzanotte?” . La domanda in tono accusatorio arriva da un’amica, una madre, chiunque…E tu ti domandi subito se hai sbagliato.

Il problema è che nessuno di noi dovrebbe permettere agli altri di dettarci la misura in cui stiamo nella relazione con i nostri figli perché dentro a quella relazione ci siamo noi e nessuno è noi.

Perché dentro alla relazione educativa unica tra madri e figli c’ è quella domanda che non ci fanno mai: come ti senti?

E vale tantissimo. È il nostro procedere.

Forse vale tutto.

Penny

In tutte le librerie a proposito di maternità e di figli❤️

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