Ora tocca a noi responsabilizzare i nostri ragazzi. Certo è più difficile essere genitori che fare gli amiconi, richiede dei No, ma è necessario.

Questo è uno di quei momenti in cui bisogna fermarsi e fare un discorso serio. Magari all’inizio brontoleranno, alzeranno gli occhi al cielo ma sono sicura che si fermeranno ad ascoltare.

Lo fanno sempre. Quando li chiamiamo alle responsabilità, spesso, ci sono. Dobbiamo finirla di trattarli da imbecilli e dire che sono solo ragazzi, il senso civico, la partecipazione, l’etica, s’insegnano a piccoli passi. E non dipendono dal mago belzebù ma da noi: madri e padri.

A volte sembra che noi adulti abbiamo paura di perdere il loro amore, la loro compiacenza, quando, per tutta la loro esistenza la richiesta più forte che fanno i nostro figli è quella di essere educati, anche quando superano il limite, soprattutto, quando lo superano.

Chiedono dei confini, chiedono di conoscere la differenza tra il bene e il male, quello che è possibile e che non lo è, non chiedono degli amici, quelli ce li hanno già.

Non ci ameranno di più se ci mettiamo in un rapporto egualitario, semplicemente, non ci capiranno un cazzo e non impareranno a stare al mondo, invece, alzeranno l’asticella sempre di più per metterci alla prova.

Se non mettiamo dei limiti, loro si perderanno.

Tocca noi dare delle regole, spiegarle e non giustificare tutto con: sono solo ragazzi e trattarli da cretini. Non lo sono. I nostri ragazzi, spesso, chiedono di essere trattati con rispetto e comprendono molto bene ciò che è serio.

Dipende da noi, non tutto, ma molto.

Prendiamoci dieci minuti (il loro tempo di attenzione lo conosciamo?) e parliamogli, spieghiamoli cosa è possibile e cosa non lo è, spieghiamogli che se continuano a vedersi dopo la scuola non mantenendo le distanze di sicurezza, abbracciandosi di continuo, le cose peggioreranno.

Parliamogli della perdita del lavoro, delle ripercussioni che hanno i comportamenti individuali sulla collettività. Rendiamoli parte e ci verranno dietro.

Non ci ameranno di meno se non accondiscendiamo ai loro comportamenti. Vi assicuro che la chiamata alla responsabilità non potrà che rassicurarli.

Hanno i bisogno di questo i nostri ragazzi, di non essere considerati degli sfaccendati, da cui non ci si aspetta nulla. Il cambio di rotta dipende molto da noi.

Siamo i loro padri e le loro madri, il nostro compito non è quello di piacergli per paura di perdere il loro amore, il nostro compito è quello di indirizzare, di preparare all’esistenza per poi lasciare andare giovani uomini e donne coscienziose.

Se non li trattiamo da imbecilli non si comporteranno da imbecilli, se li richiamiamo alle responsabilità, soprattutto in questo nuovo momento di restrizioni, saranno responsabili, così se li immaginiamo autonomi, lo saranno.

È che, a volte, è più facile compensare le nostre di mancanze con il loro amore, a volte amalgamarci in quell’idea romantica della maternità e paternità ( che non fa bene a nessuno) è più gratificante. Ma, a lungo andare, non paga, non paga mai.

Saranno adulti incerti se non mettiamo dei paletti chiari, ora che sono ragazzi. Quindi aiutiamoci ad essere genitori migliori e affrontiamo con coraggio i No che ci sono da dire e le responsabilità che ci sono da spiegare.

Loro, i nostri ragazzi e le nostre ragazze, hanno bisogno di questo, madri e padri capaci di assolvere al proprio ruolo, non di altro.

Penny

I primi di ottobre è uscito questo mio albo. In modo diverso di pensare la genitorialitá.

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

Rispondi