Se tu fossi una donna sapresti cosa vuol dire avere delle mani che squarciano le gambe e fanno a pezzetti il cuore per sempre.
Sapresti cosa vuol dire sentire parole su di sé di sdegno che inchiodano l’anima.
Se fossi una donna sapresti cosa vuol dire essere una “spaghettata”, stuprata una sera da quattro ragazzi.
Sapresti che per sfuggirti ho scavalcato un muro e sono caduta di sotto. La mia vita è finita lì, dopo un volo, schiantata su un pavimento di un albergo una sera d’estate.
Ho lasciato mio madre e mio padre a sopravvivermi.
Se fossi una donna sapresti che mi hai ucciso quel giorno, condannandomi ad una vita senza i nostri figli, quando hai stretto le mani intorno al loro collo, solo per punirmi.
Erano così piccoli, così indifesi. Tu, il padre.
Se fossi una donna avresti sentito quel No, invece di continuare a sventrarmi lasciandomi vuota. Un buco eterno che nulla e niente riuscirà a colmare. Ci vorrebbe un’altra vita e forse non basterebbe.
Se fossi una donna sapresti che le tue parole sono lame affilate, tagliano la carne, giorno dopo giorno, lasciano segni indelebili.
Li nascondo sotto i maglioni.
Sapresti che cosa è la povertà a cui mi costringi per sottomettermi e piegarmi, il potere che ti arraffi e mantieni a suon di privilegi.
Sapresti che l’acido corrode pelle e cuore. E che il tempo non allieva le ferite. Tu potrai ricominciare, ad un certo punto, io non potrò mai tornare quella che ero.
Sapresti cosa vuol dire morire più volte, nelle tue mani, dentro alle parole scritte su giornali e sentenze.
Se fossi una donna sapresti che mi hanno venduta nella pubblica piazza, pezzi di me regalati a chiunque. La mia intimità violata, passata di bocca in bocca, di mano in mano. Non è rimasto nulla, non il lavoro, solo il mio nome denigrato.
Se fossi una donna sapresti che la colpa è sempre nostra, che devi camminare rasente ai muri, non disturbare, assentire, illuminare, tacere, compiacere, piacere, scusarti, nasconderti.
Se fossi una donna sapresti che la terra è fredda e che abbiamo sempre paura.
Sapresti che ogni giorno muore una di noi e muoiono i nostri figli. Che siamo sole. Terribilmente sole. Ma non dimentichiamo.
Se fossi un uomo condanneresti ogni tipo di violenza sulle donne e sapresti che non ci fermeremo mai.
Sapresti che ogni donna abusata, stuprata, uccisa, è sorella.
Ogni nome è il nostro nome.
Se fossi un uomo. Appunto.
Penny
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/