Cara Penny, io davvero a volte resto a bocca aperta e non riesco a capacitarmi di come tu riesca sempre, ogni giorno, a scrivere proprio il post che sembra fatto apposta per me. Lo leggo e mi leggo, mi specchio in te e nelle tue parole e cerco di interpretarmi attraverso di te. Chissà quante di noi lo fanno…quanto fa pensare tutto questo! Sarebbe così bello se potessimo stringerci tutte insieme, darci la mano e guardarci negli occhi, riconoscerci. Essere insieme, consapevoli di quanto la condivisione sappia spazzare via la solitudine…e la paura.
In fondo grazie a te riusciamo un pochino a farlo e per questo veramente grazie! Se ho capito qualcosa di te, credo che non ti crogioli mai in troppe certezze e che la tua autostima sia lieve e fragile come un’ala di farfalla. Credo di capire la tua natura, che sento così vicina a me…e per questo ti dico a voce alta grazie per quello che fai ogni giorno, perché usare le parole nel modo giusto, con cuore, testa e consapevolezza è ciò serve. Alle donne, ai nostri figli e a tutta la società perché si incrini un po’ nelle sue granitiche rigidità e attraverso qualche crepa lasci passare la luce. Vorrei dirti e chiederti mille cose…per esempio come si fa a trovare il coraggio, come si fa a vincere la paura, come si fa a tenersi saldi nella consapevolezza e a nuotare controcorrente. Come si fa a superare l’etica del sacrificio nella quale siamo nate e cresciute, nutrite da aspettative e senso di colpa. Come si fa a un certo punto ad invertire veramente la rotta senza andare in pezzi. A rimettersi in piedi mattoncino su mattoncino credendo veramente di poterlo fare, di averne il legittimo diritto, per amore (di sé e della vita) e non per egoismo. Vorrei chiedertelo ma so che tu non avresti risposte se non pezzetti di vita, la tua, che già ci lasci intravedere facendo lo sforzo di raccontarti per noi. Di raccontarci attraverso di te.
Io spero veramente in un futuro di senso, di gentilezza e di verità del cuore. Per te, me, tutte e tutti. Ci spero. Credo che se tante voci come la tua inizieranno a farsi sentire e sapranno unirsi l’una all’altra, forse sarà possibile.
Ti abbraccio forte, te con tutto ciò che conosco di te e a cui ormai voglio bene (casetta, figlie, cana comprese) e spero di poterti trovare sempre. 
Con affetto
S.

È per me e per lettere come queste che scrivo, a volte, anche ripetendomi. D’altronde la nostra sottomissione è il prodotto di ripetizioni continue. Siediti. Silenziati. Stai composta. Favole, immagini, narrazioni. E potrei continuare all’infinito. Io rimango il mio punto di approdo. Incerto, volubile, senza risposte. Mi piacerebbe che fosse così anche per voi. Le cose non cambieranno di molto, non le incertezze, sono le domande che ci salvano, la verità, i dubbi, questo è il bello. Il mondo senza la sorellanza è un mondo declinato solo al maschile, quindi più povero. La grande possibilità che abbiamo in questo luogo è quella di avere uno spazio autentico. La vita, spesso, ci chiede di essere altro da noi. Ci chiede di far andare bene le cose. Ci chiede prestazioni continue. Essere madri, essere buone, essere belle, avere una fame moderata. Lo stupro è condannato, soprattutto, quando ci pensano come sorelle, madri, mogli, non basta come donne. Lo sanno bene, quel è il rischio, il rischio è che ci allontaniamo da chi ama il ruolo che ricopriamo più di noi. Non se ne accorgono, non se ne capacitano, non perché siano crudeli ( a volte lo sono pure) ma per due motivi precisi: nascono con dei privilegi e sono stati educati a mantenere quei privilegi. Quindi, non mi dilungherò molto, se non dirvi che io ci sono. Ci sono perché sono una di voi quando non ci capite nulla della vostra esistenza, quando state male e non riuscite a dare un nome alle cose, quando vorreste andare, provare e osare ma avete paura. Io vi capisco perché sento le stesse cose. Il gioco del patriarcato è l’isolamento: sei tu la matta, l’isterica, la strega. Non siete sole, avete semplicemente capito che non siete vittime e non volete essere complici del sistema, siete in cammino, state imparando a dire la verità e questo fa paura. Tanta paura. Perché sovverte il potere e i privilegi. Ricordatevi che ogni volta che vi sentite esiliate dentro alle vostre esistenze vuol dire che avete un’urgenza a cui dovete dare ascolto, ma, soprattutto, che potete. Potete essere tutto ciò che volete. Avete, semplicemente, smesso di credere che l’universo raccontato dalla società patriarcale si l’unico possibile. Avete visto, e vedere richiede una presa di responsabilità oltre che una dose di dolore per le persone che avete amato. Quindi, trasformate la vostra paura, l’incertezza, la sofferenza in potere, quello che può rivoluzionare i privilegi, cambiare la vostra esistenza e e il nostro futuro.

Vi abbraccio. Non mollate. Stiamo insieme.

Penny ❤️

Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia.

http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

2 comments on “La nostra autostima è fragile come un’ala di farfalla. Trasformatela in potere.”

  1. Ciao Penny, grazie sempre perble tue parole che vanno sempre dritte al cuore di tutte noi, come se il tuo sentire fosse il nostro, anzi è il nostro! La vita a volte ci chiede di far andare bene le cose…. questo hai scritto….e mai come ora capisco ciò che vuoi dire, la cosa inaccettabile è quando questo invito ( velato) proviene da un’altra donna, che nella vita ha sempre preferito nascondere la testa sotto la sabbia….allora veramente il sen so di sconforto prevale! Continua così! Un abbraccio.

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