Se le donne che si separano o decidono di farlo, se non fossero rese povere, lasciate sole anche nella ricerca smisurata del recupero del mantenimento per i figli, probabilmente non soccomberebbero e magari, alcune, non morirebbero ammazzate.

I figli sono il ricatto più grande.

Gli uomini lo sanno. Lo sa il nostro governo e quelli che lo hanno preceduto. Lo sanno tutti gli avvocati che si occupano di divorzi.

Alla fine, le nostre leggi condannano chi non mantiene i propri figli, ma di fatto i ricatti non cessano, ed economicamente le donne sono fragili, guadagnano meno e abbandonano il lavoro per occuparsi dei figli. Inoltre c’è sempre il modo di aggirarle quelle leggi, gli avvocati sanno anche questo.

Ci sono uomini che ci spezzano la speranza dicendoci che senza di loro non siamo niente, e, a a volte, ci spezzano la vita, quando cerchiamo di dire no, ora basta.

La violenza non sempre alza le mani, è verbale, economica, psicologica.

Una donna avrebbe diritto di andarsene, di separarsi, dire: non sono più felice oppure mi fai male non te lo permetto più. Perché la libertà è un diritto, la felicità pure.

Invece, ci sono uomini che non lo comprendono, non comprendono che la loro donna posso sottrarsi da quella relazione di potere.

Non capiscono perché respinga quel patto accettato dalla cultura, un patto che la vede sottomessa. Zitta. Silente.

Così, stringono in una morsa. Partono con frasi del tipo: stai rovinando la famiglia, sei impazzita! I tuoi figli soffriranno. Ti ho dato tutto.

C’è anche una violenza passiva che serpeggia tra le mura di casa, l’uomo che nega la possibilità di una separazione e si siede a gambe incrociate davanti alla porta, che è così incredulo da far finta che nulla sia stato detto, fino a quando aggredisce.

C’è violenza ogni volta che un uomo limita qualsiasi libertà alla donna che ha accanto, quando la sminuisce, la umilia, non le crede. Quando la domina attraverso i figli.

Ed é così che un giorno Deborah, dopo varie fratture in ogni parte del corpo (persino quando era incinta è stata malmenata e cacciata di casa), dopo aver preso il coraggio di denunciare il suo ex marito, cede ad un ultimo messaggio:”Vieni che ti do l’assegno di mantenimento per il bimbo” .

Cede al “richiamo” economico, perché quando decidiamo di cavarcela, di sottrarci da una relazione che ci fa male, siamo terribilmente sole e abbiamo paura di non riuscire a sostentarli quei nostri figli.

Lo eravamo anche prima sole, dentro ad una politica che ci vede precarie, poco pagate, ci vede perdere il lavoro per curare i nostri bambini o gli anziani, laddove i governi o lo stato sociale non arrivano.

Per questo é così difficile sfuggire alla sottomissione che, spesso, si tramuta in dominio e violenza, perché siamo ricattabili non solo emotivamente ma economicamente e per mantenere i nostri figli, per proteggerli, rischiamo tutto.

Gli uomini violenti lo sanno. I governi dovrebbero attuare leggi di sostegno, aiutarci nel sostentamento dei nostri figli, permetterci l’uscita dalla violenza.

Dovrebbe essere lo Stato a rivalersi sui partner che non versano gli alimenti, non noi. Questo ci rende terribilmente vulnerabili e carne da macello.

Dovrebbero permetterci di essere davvero autonome a livello economico, per esserlo a livello emotivo.

Per non rimanere in balia di uomini violenti e non dover scegliere tra la povertà nostra e dei nostri figli e la schiavitù. Perché di questo si tratta.

Schiave di femminicida. Schiave del sistema.

Penny

Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia.

http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

2 comments on ““Vieni che ti do l’assegno di mantenimento”. Deborah cede e viene uccisa. I figli sono il ricatto più grande.”

  1. Ciao, io credo che di fronte alla mancanza del pagamento dell’assegno di mantenimento ci debba essere, come in Israele, la prigione. Sono ovviamente salve le eccezioni che dipendono dalla perdita del lavoro o dalla mancanza di entrate in caso di emergenza. Ti faccio anche riflettere con un esempio al contrario, Avevo concordato con la mia ex moglie un assegno di Euro 2.500 al mese per i due figli, oltre ad averle lasciato la casa che era di entrambi. Un mese addietro le ho chiesto di ridurre questa cifra diventata insostenibile a causa della pandemia. Nessuna risposta se non quella che avrebbe attivato le procedure esecutive per aggredire dei fondi che sono stati destinati alle esigenze dei minori (casa, università ecc…). Non ho mai nascosto questi soldi e oggi visto che sono in difficoltà non si farebbe scrupolo di aggredire questi risparmi. Cosa dovrei fare? Ovviamente ho chiesto la riduzione ma se ne parlerà nel 2022. Ti sembra corretto? Tieni conto che mi sono separato senza nessuna altra relazione aperta e che da quando sono uscito di casa non ho mai saltato un mese di alimenti. Ho già venduto la macchina e uso car sharing e cammino. Cosa altro devo fare? Vendere i titoli accantonati per le esigenze future dei ragazzi (20 e 16 anni) oppure prendere una denuncia penale?

    • Hai ragione. Dovrebbe esserci un sistema che garantisce la verità è chi ha davvero bisogno. Comunque, puoi rivolgerti al giudice per la riduzione del mantenimento.

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