Il patriarcato e il sessismo sono radici insane e che ci coinvolgono comunque. Non sono corpi estranei e fino a quando non li riconosceremo come parte della nostra esperienza di madri e padri, non potremmo aiutare i nostri figli e le nostre figlie ad essere davvero ciò che vogliono.

Noi come genitori, spesso, siamo il patriarcato.

Giulia Blasi scrive: “Femminuccia è la cosa peggiore che si possa essere. Femminuccia è debole, fragile, impotente, è codarda. Femminuccia non sa affrontare la vita. Femminuccia si tira indietro davanti ai pericoli, è vanitosa, insicura. Nessuna femmina vuole essere femminuccia, figuriamoci un maschio”.

Ed é verissimo. I maschi di fronte a quell’appellativo si offendono tremendamente e nessuno di loro di certo può desiderare di essere una femmina.

Non vale lo stesso per le bambine che, spesso, desiderano i privilegi dei loro coetanei.

Pensate solo alle fiabe ( non quelle delle Principesse), fiabe come Pippi Calzelunghe, Anna dai capelli Rossi o Jo March di Piccole Donne. Queste bambine desiderano essere dei maschiacci. Desiderano salire sugli alberi, avventurarsi e avere coraggio.

Pensate, adesso, per un bambino cosa voglia dire conformarsi alle aspettative legate alla mascolinità, pensate, ad esempio, se un bambino non avesse nessuna propensione sportiva o se avesse attitudini di cura…come farebbe a scoprirlo? Come potrebbe essere sensibile o commuoversi liberamente se, poi, fosse tacciato di comportarsi da femminuccia?

Pensate a come questo influisce sul futuro. Le università legate alla cura (penso a scienze della formazione) sono per l’80% a frequenza femminile.

Credo che tocchi a noi scalfire il sistema, fornire possibilità nuove. Perché se le femmine possono identificarsi in personaggi maschili ed eroi, possono indossare il blu senza problemi, i maschi non possono.

Come dicevo il sessismo fa male sia alle bambine che ai bambini, li incastra in ruoli scelti da altri, li indirizza dentro a contenitori già costruiti.

Così, succederà che i maschi adulti, se non avranno le tipiche caratteristiche di virilità richiesta, si sentiranno, probabilmente, dei falliti.

Si sentiranno inadeguati tutte le volte che avranno a che fare con un’emozione e si perderanno la possibilità di fare esperienze gratificanti e importanti come quelle legate alla cura, quindi anche alla paternità.

D’altro canto la maggior parte delle femmine, non saprà desiderare, incastrate dentro alla richiesta di essere desiderabili, carine e affabili.

Altre penseranno che solo attraverso atteggiamenti “maschili” potranno acquisire potere e ruoli, snaturando se stesse.

Inutile ribadire che ogni bambino o bambina avrebbe diritto di portare i capelli come desidera, di vestirsi come vuole e di usare il colore che più li aggrada. Inutile dire che per capire davvero ciò che desiderano dovrebbero poter sperimentare e fare esperienze diverse.

Così, una bambina può amare le principesse e avere il diritto di scegliere il rosa e i brillantini, se è ciò che desidera e un maschio giocare a calcio e arrampicarsi sugli alberi.

Ciò che importa è che queste scelte non siano le uniche che mettiamo sul piatto, perché non esiste un gene che fa calciare bene i maschi e danzare sulle punte le femmine.

Esistono le storie lette, i colori e i vestiti scelti da noi madri, padri e da chi si occupa di educazione. Esistono i giochi che proponiamo e le parole che usiamo.

Esiste il sessismo anche dove siamo noi.

Scardinarlo vuol dire rimboccarsi le maniche e mettersi in discussione ma credo ne possa valere la pena: crescere figlie e figli davvero liberi.

E se sono liberi saranno di certo più felici come bambini e lo saranno come adulti.

Penny❤️

Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia.

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

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