Tempo di colloqui.

Lei i parla del suo bambino. Lei è sua madre.

Lei, due volte alla settimana, in orari improbabili, viene a scuola lo prende e lo accompagna a fare terapia, a volte riesce a riportarlo in classe, altre no.

Sapevo che l’anno scorso aveva perso il lavoro, così, attraverso lo schermo, durante i colloqui, siccome mi interessano “i miei” genitori, sapere che stiano bene, le ho chiesto: “Come va? Sei riuscita a trovare qualcosa?”.

“Lavoro solo il venerdì” mi ha detto “mi hanno proposto un altro lavoro più lungo, ma non sapevo come accompagnare Antonio (nome di fantasia) in terapia e lui ha bisogno. Ci arrangiamo come riusciamo”.

Non so spiegarvi quello che ho provato per questa donna che potrebbe essere molte di noi, non so quanti sentimenti si sono mescolati in quel momento.

La capivo ed ero inerme di fronte alla sua solitudine, all’abbandono in cui vengono lasciare le madri, sapendo che se devono fare una scelta di rinuncia non la faranno mai sulla pelle dei loro figli.

I governi lo sanno, gli uomini lo sanno.

E niente, non posso fare niente, se non continuare a denunciare che le donne non dovrebbero trovarsi nella situazione di dover scegliere tra il lavoro e i bisogni dei figli, che i servizi dovrebbero essere implementati e che la cura dovrebbe essere condivisa.

Non posso far niente ed è frustrante, se non stare vicino e cercare di comprendere la fatica a cui siamo sottoposte e sono sottoposte le donne che diventano sempre più povere e sempre più schiave di un sistema che non le tutela.

Ma, soprattutto, sempre, sempre più sole.

Penny♥️

Se volete cercarmi questi sono i link del mio romanzo e del mio albo illustrato. In uscita a giugno un libro di letteratura per l’infanzia per Mondadori: “La scuola è di tutti”.

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/

http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/

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