Quando sento parlare d’amore, sia che si tratti di quello genitoriale o di coppia, spesso, percepisco che l’amore dato o ricevuto si tenda a riconoscerlo in base alle rinunce dell’altro.
Ha sacrificato così tanto che lo/ la amo di più, anche se la mia/sua esistenza è stata improntata alla soddisfazione dell’altro, anche se non so cosa desideriamo e non stiamo bene, ma l’amore è grande e supera ogni cosa.
Credo che nemmeno nei confronti dei figli, l’amore possa essere declinato in questo modo.
Ce lo siamo giù detti, non amo di più se mi sacrifico e non sarò amata/o di più; semplicemente saremo tutti meno felici.
È un pensiero distorto pensare che tanto è più grande la rinuncia e tanto sarà più grande l’amore, perché, tutto ciò che demandiamo, neghiamo, cediamo, ha un prezzo molto alto in termini di serenità.
Quello che dovremmo insegnare ai nostri figli e cercare di perseguire nei legami con l’altro, non è il sacrificio costante, ma sapere che l’altro sarà capace di esserci in circostanze importanti.
Nella mia storia personale fino a quando ho rinunciato, la rabbia ha fatto parte della relazione, perché, il sacrificio era così profondo da essere ineguagliabile e quindi distruttivo, ed era questo che ci incastrava.
C’è voluto tempo perché capissi che l’amore passa dalla realizzazione di sé e quindi anche dell’altro, d’altronde la rappresentazione comune, anche letteraria, è sempre stata quella del sacrificio.
Eroi ed eroine che muoiono in nome dell’amore.
Più un amore è infelice, più richiede coraggio, più si pongono ostacoli, più è forte. L’amore può tutto, non è così che si racconta da secoli?
Invece, l’amore può e dovrebbe solo far star bene e spingere i progetti di chi abbiamo accanto e la loro realizzazione, questo vale per i partner ma anche per i figli.
Se ci pensiamo bene, il sacrifico è un atto egoistico, perché non è quasi mai davvero gratuito, dall’altro ci aspettiamo la stessa gratitudine e riconoscenza. E se non arriva, spesso, siamo solo molto frustrati e alziamo il tiro.
Amare l’altro e i figli e spingere i progetti è tutt’ altra cosa, prevede la capacità di rinunciare al controllo, prevede la fiducia e l’accettazione di deluderla. Prevede la libertà.
Non dobbiamo sacrificarci in nome dell’amore; l’amore quel sacrificio non ce lo deve chiedere e noi non dobbiamo chiederlo ai nostri figli, altrimenti è bisogno, compensazione, narcisismo.
Grande grandissima infelicità. Di tutti.
Penny ❤️
Se volete cercarmi questi sono i link dei miei romanzi. Grazie
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati/
http://old.giunti.it/libri/narrativa/il-matrimonio-di-mia-sorella/