La verità è che alle donne non si crede mai. Vanessa nella sua denuncia aveva raccontato le violenze e chiedeva nell’esposto un provvedimento urgente in quanto temeva per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari. Ha detto: “Ritengo Sciuto persona molto violenta e pericolosa”.

Ma, alle donne, appunto non si crede mai. La parola del carnefice, il suo essere uomo vale sempre di più, solo per il fatto di essere uomo. Infatti, Vanessa non è stata creduta, non abbastanza.

Lei lo aveva denunciato il primo giugno. Otto giorni dopo i carabinieri l’avevano arrestato in flagranza, per l’ennesima incursione a casa. La procura aveva chiesto i domiciliari, «considerato il concreto e attuale pericolo che possa insistere nel proprio comportamento illecito».

Il giudice per le indagini preliminari, però, ha ritenuto sufficiente il divieto di avvicinamento. «Si può fare affidamento sullo spontaneo rispetto delle prescrizioni da parte dell’indagato (non gravato da precedenti penali recenti e specifici)».

Si può fare affidamento, nonostante i racconti tremendi di violenza pregressa subiti da Vanessa, nonostante fosse stato arrestato in fragranza di reato.

La violenza per la nostra società e per chi ci dovrebbe tutelare rimane un fatto privato, scaramucce tra coniugi, tanto che, spesso, si ritiene sufficiente non far avvicinare il carnefice alla vittima e si pensa sia risolto il problema.

Eppure, lui, il carnefice -su cui il giudice ha fatto affidamento sullo spontaneo rispetto delle prescrizioni-, ha raggiunto Vanessa seguendola prima in macchina, poi è sceso, lei è scappata, lui l’ha presa per i capelli e le ha sparato alla testa sette colpi.

La verità è che la parola di Vanessa e la sua paura reale e concreta, come la parola di tutte le donne, hanno un peso minore, anche per le istituzioni.

La verità è che lei non è stata creduta. Non abbastanza da salvarla.

La verità è che fino a quando la violenza sulle donne non sarà considerata una questione sociale -non solo femminile- su cui è necessario intervenire, le donne, le ragazze, le bambine, continueranno a morire.

La verità è che fino a quando la rappresentazione del mondo rimarrà prevalentemente maschile, la nostra parola avrà un peso sempre minore, anche nelle storie di violenza.

Il problema non è convincere le donne a denunciare, il problema è che gli uomini, la società, le istituzioni, inizino a crederci.

Penny

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