La violenza sulle donne è una violenza del sistema. E allora, oggi e domani, parlate agli intoccabili: gli uomini.
Tutti quegli uomini che ogni giorno ci prendono visibilità e rappresentazione e ci insegnano cose.
Tutti quegli uomini che non cambiano le leggi, né cedono le loro poltrone e governano.
Parliamo di violenza ma non è violenza quella di dover assistere sempre a una rappresentazione maschile così narcisa da parlare anche per le donne?
Se le donne muoiono è soprattutto colpa di questo sistema androcentrico e di #tuttimaschi, perché mettiamocelo bene in testa il femminicida non spunta dal folto del bosco, è stato educato dentro ad una cultura prodotta e fomentata nei luoghi decisionali e di potere.
Un sistema che vede il 50% delle donne senza lavoro.
Un sistema per cui sono sempre le donne a dover lasciare la propria occupazione.
Un sistema che non investe in strutture di cura come gli asili nido e in istruzione, che protegge le giovani laureate dall’essere cancellate appena entrano nel mondo del lavoro.
Un sistema che ci chiede di fare più figli costringendoci, però, a scegliere tra occupazione e famiglia. Costringendoci alla dipendenza economica e quindi emotiva.
Un sistema che non chiede il mantenimento diretto al coniuge più forte (e sappiamo qual è), abbandona le donne dentro al ricatto sui figli e alla violenza, quando decidono di lasciare gli uomini che non amano più e che le sottomettono.
Un sistema che non incentiva una formazione specifica per tutti quegli organi che hanno a che fare con la violenza: giudici, pm, avvocati, giornalisti, poliziotti, carabinieri, assistenti sociali…
Un sistema che non fornisce abbastanza risorse ai centri anti violenza e non costringe i “ violenti” a percorsi di riabilitazione.
Che non fa prevenzione inserendo dentro ad ogni scuola l’educazione relazionale, sessuale e di cura, compresa quella domestica.
Un sistema che non rende equa e obbligatoria la paternità e costringe le madri all’interruzione lavorativa, un sistema che ci precarizza.
Un sistema che non conta i propri orfani e non fa nemmeno la conta dei figli e delle figlie uccise.
Un sistema che chiede alle bambine, alle ragazze, alle donne di essere eroine per poter esistere.
Un sistema che si rivolge sempre e solo a noi, ci chiede di denunciare, di nasconderci, di emanciparci ma che non emancipa mai se stesso.
Perché sono gli uomini che vanno educati, a cui bisogna chiedere un cambio di passo, sono gli uomini che dovrebbero fare convegni ed essere sensibilizzati.
Noi donne sappiamo denunciare e quando proviamo ad uscire dalla violenza è il sistema che ci ha ucciso con le sue leggi, il suo linguaggio, le sue azioni che Armani il femminicida.
Non esiste “la questione femminile” esiste la “questione maschile”.
Sono gli uomini che dovrebbero essere obbligati ad una formazione a partire dai banchi di scuola fino ai luoghi di lavoro.
Il sistema di questo Paese è così narciso che anche quando ci uccide, educa le donne invece di educare se stesso.
Un sistema maschile che parla della violenza sulle donne come se fosse qualcosa di estraneo e non partorito dal grembo paterno di questo Paese.
Un padre che mangia le proprie donne e i propri figli. Parlate agli uomini, non a noi. Sono loro che devono essere educati.
25 novembre. Giornata contro la violenza sulle donne.
Penny ❤️
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-pennati
https://www.giunti.it › catalogo › il-…Il matrimonio di mia sorella – Cinzia Pennati – Giunti
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