Ho letto un libro ai miei bambini e alle mie bambine di cui non ricordo il titolo ma raccontava la storia di un albero di ciliegio che non voleva lasciar andare un suo seme.

Una storia semplice che parlava dell’amore, della necessità di crescere per andare nel luogo del chissàdove.

Perché quando si ama, qualsiasi relazione sia, la cosa più difficile è davvero lasciar andare; non trattenere.

I bambini non hanno capito subito e hanno confuso la protezione costante e continua dell’albero con l’amore e non come un atto di bisogno dell’albero stesso.

È forse questo il rischio più grande nelle relazioni. Confondere. Confondersi con l’altro. Confondere la protezione che limita e non ama.

L’albero riparava il seme dalle intemperie, lo riparava dal freddo, lo riparava dei pericoli che il seme si sarebbe trovato a dover affrontare, ma lo riparava anche dall’esperienza.

Non gli permetteva semplicemente la vita, lo voleva vicino e la sua protezione era in realtà un grande egoismo.

Sono così gli amori violenti o malsani, ma anche quelli a pressione verso i figli e le figlie; quante volte ci sono cascata anch’io?

Anticipo, mi metto a scudo, risolvo, ma non ha mai funzionato.

Perché possiamo raccontarci tutto ciò che vogliamo ma, a volte, per le nostre paure non permettiamo la crescita e il divenire.

E fa paura. E fa tremare. E spaventa lasciare andare. Ma l’amore non riguarda mai l’egoismo se non quello verso sé stessi necessario per salvarsi.

L’amore è correre il rischio della perdita. Anche quello verso i figli.

L’amore non è altro che abbandono del controllo, non è altro che un atto di fiducia verso l’ignoto. Non è altro che accettare di non sapere cosa succederà a chi vogliamo bene.

Non è altro che permettere il viaggio.

Penny ♥️

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