Ieri ho chiamato le mie figlie dal lavoro per dire ad entrambe di seguire le notizie sulla guerra.

Questo è il mio modo di proteggerle, renderle partecipi e non immuni al dolore di altri.

Dopo poco mi hanno mandato un messaggio:


“È incredibile il fatto che due anni fa eravamo a guardare nei telegiornali lo scoppio del covid in Cina e dicevamo: Che cosa lontana! non arriverà mai da noi e oggi la Russia e l’Ucraina dovrebbe essere l’inizio di un’altra catastrofe umana, mi fa paura pensare a tutte queste cose, sono molto spaventata”.

Non avevo risposte se non che sono preoccupata per tutti i figli e le figlie di questo tempo di cui nessuno si occupa, compresi quelli degli altri in tutte le zone del mondo in cui le cose non vanno.

Credo sia questo che debba fare un genitore e un adulto: proteggerli attraverso la conoscenza, il sentirsi parte del mondo, relativizzare il loro vissuto ma allo stesso tempo dargli tutta la vicinanza di cui hanno diritto e bisogno.

L’ho scritto nel libro “La scuola è di tutti”, “che la pace sia la nostra storia più bella”.

Dobbiamo perseguirla ad ogni costo, accedere alla complessità di quello che ci insegna la storia e non alla semplificazione. È questo che ci chiedono i nostri figli/e i nostri alunni/e: essere partecipi al sapere, sperare e pensare di poter fare qualcosa.

Mentre tornavo a casa mi sono chiesta quanti insegnanti si erano fermati per parlare del mondo, quanti hanno chiuso il libro e ne hanno aperto un altro più importante: insegnare ai nostri figli e figlie a lottare per la pace e questo vuol dire smetterla di competere, smetterla di omettere e procedere come se questo tempo fosse la normalità, smetterla di pensare che conoscere Dante e infilare nozioni sia più importante di sviluppare la capacità di umana di sentire, della solidarietà, della capacità di cooperare e includere per cambiare il mondo.

Non è il pensare solo a sé, al prodotto, al profitto, al risultato, al primeggiare che ci porta gli uni contro gli altri?

Dobbiamo far approdare alla complessità i nostri figli e figlie a partire dai più piccoli anche a costo di non avere risposte da dare.

Cambiare il modo di pensare la scuola per cambiare il futuro.

E poi prenderci cura dei figli di questo tempo, non far finta che tutto sia normale, perché vivere la pandemia non lo è stato, vivere una guerra non lo è.

Dopo un po’ mia figlia mi scrive: “È tutto sempre così lontano poi siamo tutti esseri umani, siamo tutti sulla stessa barca, condividiamo un’esistenza d’altronde”.

Vi lascio con queste parale, perché io non ne ho più.

Condividiamo un’esistenza d’altronde.

Penny ♥️

Ps: per chi volesse contattarmi la mia email è cinziapennati@libero.it

https://www.ragazzimondadori.it/libri/la-scuola-e-di-tutti-le-avventure-di-una-classe-straordinariamente-normale-cinzia-pennati/

https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-

https://www.giunti.it › catalogo › il-…Il matrimonio di mia sorella – Giunti

Rispondi