Lo spazio di una donna ha il tempo di un respiro e quando succede che proviamo ad allargare le maglie, ci sentiamo in colpa, soprattutto con i figli.
Eppure proteggere e chiedere rispetto per quel tempo è uno degli insegnamenti più grandi che possiamo offrire alle nostre ragazzi e ragazze e pure ai nostri bambini e bambine.
Non si è mai troppo piccoli e piccole per imparare che la loro mamma è prima di tutto una donna e sa preservarsi, sa delimitare i confini, sottrarsi alla sottomissione.
Ieri a scuola, siccome faceva freddo, prima di andare in giardino, ho chiesto ai miei alunni di prima di mettersi la giacca, è successo che a un certo punto mi giro e c’erano tre femmine che allacciavano ai maschi la cerniera. Si inizia così, si insegna alle femmine a velocizzare la cura e ai maschi ad aspettarsi quella cura.
E, allora, se davvero vogliamo contrastare la violenza, avere un futuro più equo, è da noi che devono partire le azioni di sottrazione della cura. Non siamo madri meno capaci se ci dedichiamo del tempo, se ci prendiamo del tempo personale, siamo donne che insegnano ai propri figli come vivere relazioni con sé stessi e relazioni amorose sane.
Creiamo basi solide per non crescere donne annullate e uomini prepotenti e privilegiati. Così, posso non aver voglia di sentirti la lezione, posso non fare il bagno con te -che ho tanto bisogno di farlo da sola-, di dimenticarmi il colloquio, di non occuparmi del tempo che passano con il padre, perché, cazzo, quello è il loro padre- un uomo adulto, tra l’altro-, posso dire No, No, No reggendo il disappunto.
Occuparsi dei figli vuol dire anche educare questa parte, tener conto, tutte le volte che ci sentiamo in colpa che quella colpa nutre la sottomissione e la sottomissione nutre la violenza, piccola e grande.
Insegnare alle figlie femmine che la dedizione completa è annullamento e ai figli maschi che devono farsi carico della cura perché a un certo punto diventano uomini e la loro compagna non è un’altra madre e loro non sono più bambini.
Se noi non sottraiamo del tempo alla cura, se non creiamo un recinto di libertà e di dissenso, tutti, governi compresi, non sentiranno il bisogno di riempire quello spazio, nemmeno lo vedranno il vuoto, perché ci siamo noi, sempre noi, comunque, ad occuparci di ogni aspetto dell’esistenza filiale.
La maternità buona è nutrita dai No, è nutrita dalle donne che siamo e dal rispetto per quelle donne, non dimenticatelo mai; sottraetevi, demandate, reggete le ritorsioni emotive.
Avere cura dei vostri figli vuol dire sottrarvi a quella cura. Sembra un ossimoro ma è una lotta di libertà di cui vi saranno grati quando capiranno che preservando voi stesse li avete preservati dalla violenza e dalla prevaricazione.
Un abbraccio Penny ♥️
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