A me il Natale mette tristezza. Troppo rapido e fermo. Non so se ho reso l’idea. Come vivere per qualche giorno nell’ovatta. Ci si guarda intorno. Si mangia. Si sorride. Si brinda. È sempre tutto uguale. Ogni anno d’altronde nasce sempre lo stesso Gesù bambino. Mai una volta che ci stupisca con un colore o con un sesso nuovo di zecca. Una noia mortale. La Madonna è sempre più buona, viso d’angelo sacrificata alla maternità e Giuseppe un Santo d’uomo, di quelli che non si trovan più. Ecco perché i matrimoni, a volte, non funzionano. Non siamo Madonne né S. Giuseppe. Forse vorremmo esserlo. Per quanto mi riguarda proprio no. Nessuna santità per me, grazie. Del Natale salvo il panettone e l’albero e le luci. E i bambini buoni. Quelli dovrebbero esistere sempre. Nient’altro.
Da bambina il natale (e le feste in generale) era fuggire sotto al tavolo o chiudermi in bagno o nell’auto a giocare con l’autoradio, con mia cugina. Erano i nostri sacrosanti spazi di fuga e nessuno ci diceva niente.
Crescendo gli spazi di fuga in famiglia sono annientati. Per questo anche a me non piacciono le feste. Quelle con gli amici, da sfasciarsi, tutte da conoscere e bere e cucinare esperimenti, son durata poco. Quando si diventa genitori, si ritorna in famiglia, seduti al tavolone, coltello e forchetta, e i nostri bambini che scappano sotto al tavolo. Quanto li invidio!
Poi c’era Gesù, ma oltre a Gesù bambino, che sostanzialmente era il porta regali, a catechismo una insegnante particolarmente impalata con le bellezze nordiche, ci aveva fatto due palle così col Gesù adulto, che nonostante il sacrificio era bello, bellissimo, straordinario. Immagini di boccoli biondi e fluenti, occhi azzurri, lineamenti gentili su un pizzetto gagliardo e grandi abbracci protesi a tutti mi affascinava. Un adone norvegese. Poi crescendo, passò anche lui. Nato dove era, fosse stato, mai avrebbe avuto quell’aspetto! Infatti iniziarono a piacermi i bruni mediterranei. Poi vado a trovare un’amica 83enne, donna di fede assoluta che cozza col pragmatismo e l’intelligenza acuta nelle sue osservazioni, nei racconti dei suoi viaggi. Guardo lei, che ospita a casa sua giramondi, nipotini, tutti i parenti della sua signora delle pulizie sempre generosa e aperta, e guardo gli innumerevoli Gesù biondi e occhiazzurrati affissi ad ogni pareti. Uno più bello e biondo dell’altro. E mi chiedo se invidiare un poco pure lei….