Desidero desiderare. Come tutte, credo. Eppure, a volte, si smette di farlo.
A volte, gli attimi di calma piatta sono necessari, altrimenti il cuore esploderebbe. A volte, il cuore batte a mille, e noi chiediamo al desiderio di fermarsi, perché non si può andare oltre.
Non ne siamo capaci, perché fin da quando siamo nate ci parlano di rinuncia non di desiderio.
Altre volte, si desidera così tanto che pensiamo di morire, invece, è proprio lì che iniziamo a respirare.
Il desiderio non sempre va di pari passo con il matrimonio. Se succede è qualcosa di bellissimo.
Ci sono desideri a lunga percorrenza, altri che durano un soffio. Quali valgano di più, non sta a noi dirlo.
A volte il desiderio ti coglie tardi e capisci che quello che provavi prima aveva un altro nome.
A volte i desideri si avverano, altre no, ma cosa ne sarebbe di noi se smettessimo di desiderare?
Quando il tempo passa il desiderio cambia passo. È più libero, perché più consapevole. Sappiamo chi siamo e cosa ci piace.
Il tempo che passa consuma la pelle ma fa crescere la curiosità e spinge il coraggio.
Noi donne desideriamo piacere ai nostri uomini, ma lottiamo costantemente per piacere a noi stesse, in una lotta all’ultimo sangue.
Non è vero che noi donne non desideriamo fare sesso. Solo che facciamo fatica a carburare perché il desiderio, a volte, è andato a sistemarsi in testa, coperto da una coltre di cose da fare, e fa una fatica becca ad uscire da lì.
Agli uomini il desiderio sta sempre nel posto giusto. Così sembra.
Il desiderio possiamo anche sognarlo tutta la vita e non realizzarlo mai. Anche questo ce lo hanno insegnato. Come lo chiamano? Ah sì, sacrificio.
A volte desideriamo tanto una cosa e quando l’abbiamo non la desideriamo più.
Alcune desiderano i desideri degli altri credendo che siano i loro e si perdono tutto.
Alcuni uomini lo rubano il desiderio e sono ladri di professione.
Ad altre donne passa accanto e si girano dall’altra parte per non soffrire.
Possiamo trovarlo negli occhi a gufo di un bambino, nelle spalle grandi di un uomo voltando l’angolo. In quella cosa lì che ci piace tanto fare. Oppure non incontrarlo mai se ci fa paura.
Qualcuno se lo nega come fosse peccato. Soprattutto noi donne. Qualcun altro lo chiama amore, invece era un calesse.
Il desiderio richiama la passione. Non necessariamente per l’altro sesso. Passione nel lavoro, per i figli, per una buona causa, per un po’ di serenità o una giornata di sole.
Io lo sogno il desiderio. Sempre. Lui mi accompagna, e più divento grande, per non dire vecchia, più diventa irrinunciabile.
Una cosa è certa: fino a quando desideriamo, sappiamo di essere vive.
Una cosa è certa: non dovremmo smettere mai. E pretenderlo da noi stesse, come una sfida.
Non è mai troppo tardi.
Non fatevi convincere che non c’è più tempo. Buttate via le parole che vi ingabbiano: ormai, dove vuoi andare, cosa vuoi fare, alla tua età.
Resistete e abbiate il coraggio della scelta, anche se non vi appoggia nessuno, anche se nessuno ci crede e vi crede.
Siate tenaci che non vuol dire forti. Vuol dire determinate a credere in voi oltre ogni previsione, oltre il tempo, oltre quella parte della società che ci vuole mummificare.
Siate tenaci, appunto. Nella ricerca non nel successo. Non smettete mai, neanche per un attimo di pensare che i vostri desideri e le vostre aspirazioni non valgano il vostro tempo e la vostra attenzione.
Desiderate, continuate a farlo finché morte non vi separi.
Questa è una grande promessa.
Penny
Il mio desiderio era di dare amore puro ad un amico che io vedevo come un figlio. Ora e’ rimasto solo un sogno per il quale scrivo poesie. Ciao, buona giornata.
Ma come mai? Senza sogni comunque siamo poco. Ti mando un bacio a te in viaggio.
Eh… sono stata fraintesa, penso. E i figli devono camminare da soli.
Una storia difficile.
Ricambio il bacio 🙂
Non ho capito. Sono tarda, ma ti abbraccio lo stesso. Penny
SOno andata sul tuo blog ma non sono riuscita a scrivere un commento. Lo faccio qui. Ci sono viaggi da cui non si tornerebbe più. Lo so. Sono i bambini più in difficoltà che ho incontrato per strada a segnarmi e farmi crescere. Basta guardarli con gli occhi con cui ci guardano loro. Se non l’hai letto leggi Pontiggia “Nati due volte” e regalalo ai ti zii. Mi sono iscritta. Baci