Quando ero piccola se mia madre mi diceva no era no. Potevo sdraiarmi ai suoi piedi e il no rimaneva tale. Se non salutavo mi tirava uno scapellotto, se prendevo brutti voti a scuola eran guai. La maestra aveva sempre ragione ero io l’asina. Non mi diceva spesso che ero brava perché forse non lo ero o forse non era necessario, ma ha fatto la madre.
Oggi le madri.
Quelle isteriche: il tempo dei figli occupato da mille attività. Nuoto, inglese, piroette in alto, scout, arti circensi con il risultato di rendere i bambini dei probabili adulti consumatori di Lexotan.
Mamme “come il mio non ce l’ha nessuno”: e qui mi dispiace dirlo ma le peggiori sono le mamme dei maschi. Hanno iniziato quando li avevano nella pancia a gonfiare l’ego del nascituro con frasi del tipo: “Guarda come scalcia, sarà un campione!” Li guardano adoranti con la bava alla bocca e gli tirano su i calzini da terra fino ai 30 anni. Non ci lamentiamo poi se gli uomini sono narcisisti. La colpa é nostra.
Le mamme “tutto è concesso”. E queste, ahimè, vanno per la maggiore.
Il pargolo non saluta? È timido.
Non fa i compiti? Vanno aboliti.
Prendono un brutto voto? La maestra ce l’ha con lui.
Vuole uscire in mutande e maglietta? E così sia.
Sono quelle che per prendere una decisione fanno il circle time in sala con il proprio figlio rendendolo un eterno indeciso.
Le mamme “ti dò tutto”. Sono quelle che comprano l’ultima versione della versione alla moda di ciò che va di moda. Poi se da adolescenti sti poveri cristi fanno le gare di sputi o vanno in autostrada a 200 all’ora per provare uno stralcio di emozione, sappiamo perché.
Quelle vegane. Bambini che sbavano di fronte ad una fetta di carne e la mangiano di nascosto a mensa.
Quelle “sono la tua migliore amica”. Pretendono di sapere tutto. Si vestono da adolescenti. Fanno a gara a chi becca di più. Si scambiano i vestiti e camminano allo stesso modo.
Quelle che “controllano”. La tua vita mi appartiene perché la mia mi fa schifo e la direziono più che posso. Sono i figli che si adattano: si sposano, hanno un buon lavoro, fanno un paio di figli e fino piu o meno ai 50 anni tutto tutto liscio, poi sbarellano. Spariscono con la segretaria o il segretario ventenne e ci si stupisce.
Ci sono quelle che figliano come conigli per egoismo e per non guardare la propria vita.
Poi ci sono tutte le altre. Quelle che si fanno un mazzo tanto, che si sentono in colpa cinque giorni su sette , che vanno avanti e indietro come delle trottole e cercano di dare il meglio di sé. Spesso sbagliano e rimediano ai loro guai come possono. Sono quelle che annaspano e stanno in guardia. Che lottano tra un sì è un no. Provano a capire, e alcune volte pensano che senza figli sarebbero state meglio, ma non se lo possono dire. Sono quelle che provano a non rinunciare a essere donne pur essendo madri, che lottano per avere uno spazio personale in cui prendere una boccata d’aria fresca. Che parlano con i professori e rincorrono i figli per prenderli a sberle e dimostrare di avere del potere su di loro. Sono quelle che hanno paura di non essere adeguate, ma non lo dicono, e sarà per sempre così. Non si preoccupano che i figli vogliano loro bene, casomai deve essere il contrario. E non vogliono essergli amiche ma solo madri. Per fortuna queste sono le maggiori. Sono quelle che incontro nella vita e di cui spero di far parte. E i padri?
A voi la risposta.
I padri? Non dirò cose brutte. Faccio sempre i tifo per i padri, perché ce la devono fare, la figura della madre storicamente è sempre stata immensa e inderogabile, e non è positivo. Vedo tanti cambiamenti nei padri. Vedo madri che finalmente delegano… Basta gineceo!!! Gli uomini devono essere liberi di fare. E sorprendono. Piroettano dal lavoro alla palestra per prendere un figlio, al super per la spesa, ad aspettare la figlietta a danza. Arrivano a casa e pagano la palestra on line, nel frattempo scaricano il nuovo libro che la moglie chiedeva e rispondono al telefono. Mettono tavola e a nanna i bimbi raccontando favole. Esattamente come qualsiasi creatura umana dotata di figli.
I pediatri, dentisti e decisioni scolastiche sono ancora territorio materno però. Perché un vero capitano non fugge mai dalla sua nave.
Hai perfettamente ragione. Ci sono padri che sanno esserlo sul serio. Bisogna tenerseli stretti. Se sono anche dei buoni compagni si è fatto Bingo.
Hai perfettamente ragione. Ci sono padri che sono padri sul serio. E chi li ha conosciuti se li tenga stretti. Se sono anche buoni compagni. Bingo.
Ho capito . L’ennesimo blog dove una madre si sfoga creando delle tribù di madri- ovviamente alle quali non appartiene- da sbeffeggiate/criticare/aggredire- per difendersi in anticipo da un eventuale (?) senso di colpa stile scusa non richiesta. Cosa vuole dire ‘tutte le altre’? Ad esempio: forse che le madri vegane vivono su un pianeta a parte e non si fanno un mazzo così chiedendosi tutti i giorni le stesse cose di TUTTE LE ALTRE?! Ecco, ora queste tre parole mi sembrano più veritiere. Non dico che ognuna non possa esprimere la propria opinione, ma già viviamo come madri costantemente sotto torchio e giudicate, che bisogno c’è – e questo vale per TUTTI I SANTISSIMI BLOG – di fare sempre questo loro… Noi invece…pensavo di poter rispecchiare nel blog invece mi trovo confinata in una figura macchiettistica di dittatrice alimentare che tiene suo figlio pateticamente lontano dalla fettina di carne della mensa. Potrei dire lo stesso delle madri che obbligano i figli a mangiare la carne e quelli la rifilano di nascosto al cane. Per non parlare D questi attacchi di saccenza pedagogica. Spero di essermi fatta comprendere, senza risultare inopportuna. Buona vita !
Ciao, non so se mi leggerai, ma ti assicuro che tutto vorrei fare tranne che giudicare. Forse dovresti farti un giretto nel blog. L’esempio della carne era riferito all’esagerazioni, entrava in un discorso più ampio. Comunque, c’è spazio per tutti. Ciao Penny
Ci sono padri che desiderano un figlio maschio e poi non sanno accettare il primo fidanzato della figlia.
Sono impreparati, una madre da quando é il momento si salutare la sua nuova vita, un padre me lo immagino, magari a lavoro, che riceve “la telefonata” e si precipita con il cuore in gola incerto su cosa aspettarsi.
I padri vacillano, gli tremano le gambe, ma si fanno forza per prendere spazio nella nostra vita.
Ci sono padri che saranno l’unico vero amore delle figlie e l’eroe più fantastico per i figlia. Questi sono i padri più fortunati perché sanno di aver fatto bene il loro lavoro.
Ci sono padri che lavorano lontano e sacrificano un pezzo di cuore ogni volta che vedono quegli occhietti gonfi che lo seguono mentre il treno si allontana.
Ci sono padri assenti ma credo portino dentro di sé rancore e tristezza per la vostra vita che non hanno vissuto, per non aver scelto di provare, andare via é semplice… Ma forse non sempre.
Vorrei dire ai figli, come me, che loro, non lo fanno a posta, sono fatti così!
Non odiateli mai, potrebbe essere la cosa che vi renderebbe più tristi, rispettateli sempre, ci hanno insegnato a camminare sulle nostre gambe così che un giorno saremmo andati lontani.
Sarete genitori anche voi un giorno, non verreste essere amati nonostante i difetti?
I padri che amano, che insegnano e che stupiscono sono i miei preferiti.
Ti amo Pá.
Hai ragione. Dobbiamo solo pensare che i nostri padri e le nostre madri ci amano come hanno potuto. E come sono stati capaci. Odiarli non serve a niente. Abbiamo un debito di riconoscenza, a volte, nonostante tutto. Grazie per le tue parole. Credo serviranno molti. A presto Penny
Come uomo oramai adulto non posso che esprimere la mia opinione. Condivido molti ragionamenti scritti da tutte le persone ma soprattutto il discorso dei genitori amici e sindacalisti dei figli. Io sono stato un figlio di genitori separati, da quando sono nato, perché, fratello di un gemello non voluto, siamo stati usati come merce di discussione se metterci alla luce o no, solo grazie all’intervento della mia santa Nonna siamo venuti alla luce portando alla separazione i miei genitori. Non importa, è la vita…non sono arabbiato, lo ero quando data la mia piccola età non capivo, ma ora non più. Ho una madre guerriera, mi ha educato bene con sani principi, quelli del rispetto per il prossimo. A me, come a tutti i miei 3 fratelli maschi, partivano zoccoli in aria, mattarelli, battipanni, oggetti contundenti di ogni tipo, sempre usati come armi per educare e farci stare sulla giusta strada. I miei maestri prima,professori dopo avevano sempre ragione e a casa erano guai. Per farvi capire, un giorno non avevo voglia di andare a scuola, dissi a mia madre le mie intenzioni e dopo una discussione mia madre esclamò :”Io non ti firmo la giustificazione fai come vuoi”, non presi sul serio questa affermazione e rimasi tranquillo a casa convinto di averla scampata. Il giorno dopo mia madre mi firmò la giustifazione, si, una giustificazione speciale, la spiegazione alla mia assenza fu così :” Allergia scolastica “. Dissi a mia madre che non l’avrebbero accettata ma lei non cambiò idea. A scuola la preside non volle la giustifazione e chiamò mia madre che di tutto punto le disse :” Lei cosa avrebbe scritto, indisposizione? Mio figlio non aveva voglia di venire, stava bene, allora ho scritto quello e non lo cambio!:. La preside mi mandò in classe senza problemi e imparai che la prossima volta a scuola ci sarei andato senza tante scuse…Insegnamenti che mi rimangono, tutti, prima non li capisci, ma da adulto come sono mi reputo molto più tenace di molti miei coitanei ( 36 anni ) che si sciolgono come neve al sole. Infine, concludendo, credo che a fare i genitori nessuno sia preparato, ma come persone adulte, se ben educate a nostra volta, abbiamo il diritto di temprare ed educare i nostri figli perché con loro si decidera’ anche il nostro futuro.
Ciao Roberto, grazie per il tuo contributo. Con l’articolo volevo puntare l’attenzione sulla necessità dei genitori per le nuove generazioni di porre dei limiti. Non credo che i nostri padri e le nostre madri siano stati perfetti, ma oggi tutto è concesso, le difficoltà anticipate e gli sbagli giustificati. Come faranno i bambini a diventare giovani uomini consapevoli se non riescono a reggere le frustrazioni? Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma dovremmo, per quanto possibile, porci domande e attrezzare i nostri figli. Possiamo essere migliori dei nostri “padri” per ciò che concerne l’educazione, abbiamo più possibilità economiche e maggiori strumenti, quindi riflettere ci può essere utile. Grazie ancora Penny