Un giorno, uno qualunque, ci svegliamo e quel bambino o quella bambina che avevamo di fianco non esistono più.
Spariti in un soffio di vento.
I piedi sono lunghi e il petto è coperto di peli. Oppure i seni morbidi e le forme piene.
Un giorno, quel corpo a cui davamo i bacini uno sull’altro, che ci toccava in ogni luogo e in ogni dove, a cui lasciavamo aperte le porte, con cui non esisteva pudore, è diventato estraneo.
E da lì, abbiamo dovuto ricominciare.
Un giorno, uno qualunque, i nostri figli non hanno più la stessa voce e non usano più le stesse parole, diventano uomini o donne nuove.
Un giorno, uno qualunque, le nostre cose spariscono dall’armadio, così come i diminutivi. Diventiamo ma’ e pa’, se ci va bene. Altrimenti non abbiamo più nome.
E non sappiamo più chi siamo.
Un giorno il loro corpo diventa un segreto, ci viene tenuto nascosto, e noi sogniamo un lettone diviso, dei piedi da toccare, e delle braccia da stringere.
Un giorno, uno qualunque ci sbattono la porta in faccia, ci dicono che non li capiamo, e che non vorrebbero mai essere come noi.
Non si chiudono la giacca e dicono che hanno caldo, anche se fuori nevica. E noi vorremmo farci sciarpa e guanti per loro.
Alzano le spalle, ci guardano come se le nostre parole non fossero più verbo, e vivessero in trincea.
E noi, i loro peggior nemici.
Un giorno, uno qualunque ci prepariamo per parlargli d’amore e ci dicono sicuri:
“So già tutto”.
Un giorno, uno qualunque, andiamo lì, di nascosto, mentre dormono.
Vediamo i piedi spuntare dal letto, un braccio fuori. Allora facciamo piano, gli rimbocchiamo le coperte, e non osiamo baciarli.
Pensiamo a loro, a quello che c’è ancora di noi, e a ciò che non c’è più.
“Ritorneranno”, ci diciamo fiduciosi.
E invece, quel bambino e quella bambina, sono volati via. Stanno nel ricordo, negli oggetti, e negli spazi di cui abbiamo fatto memoria. A noi tanto cari e che non dimenticheremo mai.
Dobbiamo ricominciarli ad amare. Di nuovo e ancora. I nostri figli.
Dobbiamo amare quei passi dinoccolati, quell’essere sempre scostanti e incerti, e quella stanza in cui nessun ordine trova il suo posto.
Ma lo faremo.
Saremo lì, in fondo ai loro letti, a cercare quel tempo che non c’è più. A viverne un altro, diverso anche per noi.
E poi un altro ancora e ancora.
Questo ci è chiesto, e questo dobbiamo fare, rinnovarci per stare al loro passo.
E non sarà l’ultima volta.
Sì,crescono ma la cosa più bella è che fanno crescere anche noi.Si allontanano,anche, e, come scriveva Gibran,abitano case future che noi non potremo visitare neppure in sogno…ma l’arco siamo noi e loro sono la freccia viva del nostro amore.E poi c’è una cosa che io trovo straordinaria ma forse accade a me,agli altri non so: a mano a mano che loro crescono e si allontanano ecco che in noi tornano quel bambino o quella bambina che eravamo,con la stessa meraviglia di una volta più la consapevolezza dell’esperienza…ecco perché prima ti scrivevo della gioia.?
Mamma di due gemelle di dodici anni in piena tempesta ormonale che alternano momenti di cartoni animati a sessioni incerte davati allo specchio. Mi sono commossa nel leggerti. Grazie. Laura
Scusa se ti rispondo solo ora. Sono un disastro tecnologico…Gemelle! Come fai?
Ogni tanto mi chiedo se anch’io ero così in adolescenza, ricordo incertezze e dubbi. Chissà se mia madre posava lo sguardo su di me come faccio con loro. Grazie per avermi scritto. Penny
I figli non sono “nostri” noi dobbiamo solo accudirli, farli crescere il meglio possibile dargli tutti gli strumenti per poter vivere una vita felice e poi dobbiamo soprattutto aiutarli a spiccare il volo, a lasciare il loro nido e a renderli indipendenti e sicuri ( facile a dirsi difficilissimo a farlo ) . Cercherò di spingerli ad andare a vivere da soli o con un amico/a , io dicevo sempre a mia mamma che non volevo passare da una famiglia ( la mia) ad una altra ( sposandomi) ma stare un po’ per conto mio, vivere da sola, ci sono riuscita e ringrazio ancora oggi i miei genitori per avermi aiutato in quel momento che ho deciso di staccarmi da loro ..
Li ameremo sempre. Incondizionatamente. Qualunque cosa dicano o faranno.
Assolutamente vero!
dobbiamo essere madri ad oltranza. Amarli soprattutto, nonostante tutto, aldilà di tutto.
Amare le parti che non ci piacciono. Amare il resto, come ben sai essendo madre, è facile. A presto Gloria.
Lo so che succede così, lo so che è normale, lo so che vederli crescere a spiccare il volo è la più alta forma di amore… Ma io ho il terrore. Posso? Quando non toccherò più i suoi piedini morbidi… Le sue risatine… I suoi baciotti. E magari mi dirà “ah ma’ non rompere!”. Ora non sono pronta! Per fortuna ho un po’ di anni ancora per prepararmi ??
Li ho lasciati andare i miei figli, ho capito che dovevano fare da soli, vivere esperienze, realizzare i loro sogni, cadere e rialzarsi… Non è stato facile e non lo è però i miei ragazzi sanno che ci saranno sempre due braccia sempre pronte ad accoglierli…Buona serata ?
Buona serata anche a te. Il segreto sta lì. Lasciar andare…
Una grande nostalgia da una parte, uno sguardo infinito sul futuro dall’altra?❤
Difficile. Ma bello.
Molto!
Tutto così vero, così identico a come l’hai scritto: anche stamattina, riguardavo delle foto dell’altro anno cercando di sovrapporre quel viso bambino, che ora non c’è più, con il viso di oggi, non ancora uomo ma non più bimbo. E pensavo “è passato in fretta, più di quanto credessi”. È vero che anche noi diventiamo più “grandi”, in un certo senso migliori, ma un angolo del cuore custodisce quei momenti con grande nostalgia…
Un’altra volta Grazie per questi (tuoi) pensieri, espressi con leggerezza e perfezione, che sanno ricordare anche a me stessa Chi sono 🙂
Cinzia
Un giorno, uno qualunque ti trovi mano nella mano con il tuo bambino davanti al Liceo che vorrebbe frequentare.
E quella mano che ti teneva stretta scivola via piano piano.
Momenti carichi di emozioni, desideri e speranza.
Sembra così piccolo per questo nuovo mondo, o forse io non abbastanza “grande” per questo suo passaggio ❤
Buona serata:)
Siamo noi che non siamo pronti. Loro hanno dentro tutta la forza necessaria. Bisogna farci il callo. Il nostro compito non è renderci indispensabili, caso mai il contrario. Bacetti.
Dobbiamo essere lì anche quando, incapaci di gestire il loro corpo in crescita, non hanno più la percezione dello spazio e ti sbattono continuamente contro… ho il corpo pieno di lividi causati dalle sue ginocchia (quando si gira sul divano), i suoi gomiti (più o meno in ogni occasione in cui si muove), le testate sul naso, le manate sul viso… quanto amore questa mamma, lo si vede in ogni graffio sul mio corpo! 😀
Pensa che le mie figlie riescono a rompere qualsiasi cosa…e quando le riprendono mi guardano come fossi un’aliena. Un incubo! Un Bacino.