Ieri è stata una giornata pessima. Non so perché. Ho perso la borsa mentre ero in moto, ho litigato con la mia famiglia, ero tesa. Il post sul padre, le mie girls, non faccio che pensarci. Pensare a come nella vita di ognuno di noi ci sono gioie profonde e dolori incolmabili.
E non possiamo farci niente.
Quasi tutte sono superabili, tranne una, la morte.
Oggi, 46 anni fa, sono nata. Sono un Sagittario come mio padre. Oggi dovrei celebrare la vita e in qualche modo lo sto facendo. Non faccio altro che pensare a lui, 68 anni, morto una sera di maggio due anni fa.
Pensare a me vuol dire pensare a mio padre. Perché non possiamo procedere se non ci voltiamo indietro e facciamo pace con ciò che siamo stati.
Io non so se lui sia stato un grande padre. È stato un padre, e mi sembra già molto.
Il tempo scorre e capita che vada di fretta e poi finisca. A volte all’improvviso, altre ci dà lo spazio per prepararci, anche se non credo lo si è mai abbastanza. Preparati, intendo.
Forse per questo la vita è così preziosa, per la sua finitudine. Chissà cosa diranno un giorno di noi i nostri figli. Forse da noi si aspettavano altro, forse siamo stati mancanti. Come lo sono stati i nostri genitori, ma spero ci perdoneranno. Perdoneranno le nostre mancanze, e capiranno che gli abbiamo voluto bene come siamo stati capaci.
Così, oggi, il giorno del mio compleanno, volevo ringraziare mio padre. E tutti quei genitori che danno dimostrazione della propria fallibilità. I figli non hanno bisogno di eroi, ma di uomini. Mio padre è stato un uomo. Friabile e fallibile, appunto. Uno di quelli da cui apprendere la vita nella sua perfetta e meravigliosa imperfezione.
Sono qui. Credo sia moltissimo.
Siamo qui. Non dimentichiamolo.
Penny
Caro papà,
concedimi ancora un attimo, quell’attimo che mi sono persa prima che hai deciso di andare via. Questa volta ci hai tagliato fuori. Tu che ci volevi sempre tutti dentro. È così che la voglio pensare, voglio credere che abbia deciso tu come e quando partire, senza troppi commiati, hai tirato giù una scala reale prendendoti burla di noi. D’altronde la vita per te era fatta di atti concreti, cose semplici: del buon cibo, tanto, una bottiglia di vino e una partita a scopone con gli amici. Il resto, dicevi: “Sono tutte cazzate e quando non ci sarò più, non ci sarò più. Non portatemi fiori sulla tomba perché m’incazzo, non sarò lì”. Invece tu ci sei, eccome. E sarei riduttiva se parlassi in questo modo di quello che sei stato per me, perché sei stato davvero tante cose. Appartiene a te la mia ossessione per gli altri, l’interesse per chi è debole, escluso, dimenticato, e il mio senso di umanità, quella voglia di giustizia sociale che non mi abbandona mai e mi tormenta. Appartiene a te l’odore di tabacco, il 25 aprile, la costituzione, i funghi sul Faiallo, Fiocco, Vara, Cassingheno, la tazza con il pane dentro, e la generosità. Quelle gambe come due stecchini, la fretta nel fare le cose, gli occhi lucidi di fronte alla sofferenza di un altro essere umano. Il passo ondeggiante, la pipa in mano. Appartiene a te l’interesse per il mondo, anche quello lontano, per l’impegno e la partecipazione politica. Appartiene a te il mio amore per il lavoro, un lavoro da dipendente in cui tutti si è allo stesso livello, dove non c’è competizione ma solo una grande solidarietà ; ricordo il tuo in ferrovia, quegli amici-colleghi che erano la tua seconda famiglia con cui scherzavi e mangiavi le paste. Loro che mi hanno vista bambina. Eri felice con loro, in mezzo a loro. Anche per me papà, voglio che tu lo sappia, i miei colleghi sono una casa, un porto sicuro, ho tante persone a cui voglio bene, e la reputo una fortuna. Appartiene a te il mio caos cosmico, la paura fottuta della morte e la mia friabilità. Sei il padre che mi ha preso a sberle la prima volta che mi ha visto mentre baciavo un ragazzo, sei quello che mi diceva: ”Ma, a te, chi ti ha fatto ‘sta testa di cazzo? Da quando sei nata ci combini sempre dei gran casini”, sei quello che ogni tre per due mi ripeteva: “Lo sai che io e tua madre, per te ci saremo sempre”. E ancora: “ Tu sei tale quale a me”. Sì papà, sono tale e quale a te. Lo so. E ora, senza di te ho tanta paura. Potrei dire che eri una persona straordinaria e salvare tutto di noi, come si fa quando muore qualcuno a cui si vuole bene, invece io mi attacco alle nostre discussioni, ai litigi, al tuo essere iroso, alla complessità dell’essere uomo e padre, alla tua imperfezione, che è la mia. Volevi essere per noi sempre forte, un gigante indistruttibile, per questo hai scelto di andartene, non potevi immaginare la tua fragilità esposta al mondo, eppure era proprio quella che io amavo, più di tutto, che terrò con me per sempre, perché è quella che mi dà la possibilità come donna e come madre di essere fallibile. E questo lo reputo un grande regalo. Ti ho visto piangere papà e mi domando continuamente se sei stato felice, perché se ti potessi fare un dono ti regalerei una vita meno faticosa. Ma chissà se l’avresti voluta. In fondo, chi ci dà la misura della felicità? Hai una moglie, due figlie, quattro nipoti. Basta? Non lo so. Io so che sei mio padre e che ti voglio bene. Volevi essere l’unico per me e sapevi di non esserlo più. Perché si cresce e c’è bisogno di staccarsi un po’. Ma lo sei stato, papà e per tanto tempo. Sei stato le braccia dentro le quali pensavo potesse non succedermi niente, sei stato radice e spinta per il cambiamento. Sei stato la generosità, gli incontri e i legami. Sei stato l’ottimismo e l’amore per le cose semplici. Gli oggetti per te non erano niente, nessun valore, niente smancerie, niente contorni, nessuna vanità. E noi, ottusi, che ci ostiniamo a conservare, come se potessimo tenere la vita chiusa dentro a una teca, immobile, invece, lei procede, e ci stupisce o ci stravolge. A volte con il dolore, molte con la gioia. Sei sempre tu a ricordarmelo. Ti immagino per mano a tuo padre che per una volta ti dice: hai fatto la cosa giusta e ti ridà quella fisarmonica che si era preso quando eri un bambino. Hai fatto le cose giuste papà, quelle che eri capace di fare, come tutti. E una figlia non desidera altro da un padre, quando capisce che questo è.
Sei gli occhi stretti della mia piccola. Sei lo sguardo attento sul mondo della grande. Vedi papà, anche noi abbiamo i nostri assi nella manica, sei ancora qui.
Non voglio immaginarti più in questo tempo, il nostro spazio ora è un altro. Il cielo, il mare, l’universo che ci abita. Ci hai portato in “cammaletta” tutti, figli e nipoti; ora puoi riposarti papà, ce la facciamo da soli. Tu non ti preoccupare.
Sai papà, volevo dirti un’altra cosa: sono una donna felice, non lo dimenticare, amo la vita e il suo divenire. Anche grazie a te. Guardami da lassù, ma sappi che non mi importa nulla di sentirmi al sicuro economicamente, che non c’è nulla da conservare, ho imparato da te che senza i legami non siamo niente, e questo insegnerò alle mie figlie. A coltivare le relazioni con gli altri, quelli che amo perché le azioni fanno le persone, e io voglio essere buona come te. Protendere verso gli altri come te. Non dimenticarmi mai di chi sta peggio e commuovermi e agire di fronte alla sofferenza dell’altro.
Tutto passa. Nessuno è indispensabile e noi ci adegueremo a una vita senza di te. Eppure, papà. Non sarà più lo stesso. Qualche cos’altro. Ma non lo stesso, senza di te. Ma tu vai, vai tranquillo. Riposati, e come abbiamo sempre fatto, sapremo trovare sicuramente un modo nuovo per ritrovarci.
A presto tua figlia.
Avevo scritto un romanzo ma Wp l’ ha cancellato…cmq auguri!
Coraggio! Sei una persona forte lo si capisce. Per il resto mi trovo d’accordo su tutto. Alla morte non c’è soluzione.
Per qs bisogna ricominciare sempre finché possiamo. Ciao
Grazie per esserci. E per gli auguri. Un bacino. Ricominciare è proprio una bella parola! Penny
che coincidenza ! sei nata lo stesso giorno di mio figlio che oggi compie 16 anni. Tanti, tantissimi auguri e che sia comunque un giorno speciale con un pochino di serenità che ti accompagni fino a sera ( io di solito non amo i compleanni !) ; bella e molto toccante la lettera per il tuo papà , gli scenderà di sicuro una lacrimuccia…leggendola e ti sentirai avvolta dalle sue braccia anche solo per un momento . baci viola
Grazie Viola, 16 anni…lo stesso giorno. Bella coincidenza. Neanche a me piacciono tanto i compleanni…il mio papà, uomo ingombrante, come me d’altronde! Tu abbraccio. Grazie. Penny
Non so esprimere quanto mi hai trafitto con le tue parole. Sto piangendo perché hai delineato un uomo stupendo nella sua semplicità. In un mondo di “fenomeni “ sei stata fortunata ad avere un padre del genere. Auguri Sagittaria!
Grazie Barbera, non so se gli uomini straordinari esistano. So che la sua umanità, più di tutto è quello che resta per me. Ti abbraccio Penny
Anche io sono sagittario e il 5 dicembre compio gli anni, ahimè 63?, e come te ho avuto un grande papà, il migliore. Tutto ciò che sono e tutto il buono che c’è in me lo devo solo a lui. Mi hanno commosso le tue parole…
Grazie Angela, resta con me. Le tue parole scaldano. Penny