Ogni tanto a scuola qualche mamma porta una torta. Con le candeline. Sette nel nostro caso.
Alle dieci spariscono i quaderni e ci mettiamo tutti e venti intorno ad un tavolo (noi non abbiamo banchi in fila e neppure una cattedra) e cantiamo tanti auguri a te tra l’euforia generale.
Poi i bambini, s’inventano regali per il festeggiato o la festeggiata. Di solito sono giochi che hanno portato da casa e corrono a prenderli nella borsina appesa fuori.
Oppure regalano dei disegni fatti al momento. E si abbracciano stretti stretti.
A volte le torte sono con la panna e le mamme si dimenticano di mandarci i piattini o le forchette, che hanno sempre tanti pensieri, come se a scuola ci fosse tutto. Ma forse è un po’ così.
E se alzi gli occhi vedi i palloncini di mille colori al posto dell’alfabeto. Senti la musica arrivare da fuori. E sembra una festa.
E poi ti chiedono il bis. E si leccano il cucchiaino che sei andata a cercare chissà dove, sparando che fosse abbastanza pulito. E non ci sono pacchi regalo o ragazze dei trucchi. Non ci sono patatine né bibite.
Eppure quella torta dentro a una mattina di scuola, insieme agli amici, è tutto ciò che si può desiderare.
I bambini saltellano contenti per quella torta, invece della solita mela a metà mattina. E tu fai micro pezzettini perché si divide in parti uguali. E dai il bis. E il tris finché ce n’è per tutti. E ti dicono: è buonissima. Come se l’avessi fatta tu.
Tu ci credi. Credi che non ci sia niente come dividere in parti uguali che faccia stare bene i bambini e forse anche noi.
E nessuno rimane escluso e non devi premiare nessuno o castigare nessuno.
Solo dividere perché tutti ne abbiano un po’.
E poi corrono in giardino e hanno la faccia sporca e le mani appiccicose. E sono felici come sanno essere felici i bambini di niente.
E tu sai che sei nel posto giusto.
Che la felicità è fatta di niente se hai qualcuno con cui dividerla in parti uguali.
E non ti devi preoccupare di valere di più neppure di meno. Non ti devi preoccupare di niente.
Solo di essere un bambino.
Penny
#ilmatrimoniodimiasorella.
Mi sono sempre chiesto…Perché non riusciamo a rimanere così? Cosa ci fa cambiare così male?
Un abbraccio
La società credo. La competizione che ci impone.
Non credi? La fatica è andare in direzione contraria…essere insieme. Ci si prova. Qui per lo meno. ?