Oggi pensavo che ognuno di noi si porta dietro la propria storia.
Io mi porto dietro la mia.
Non so come e non so perché, mentre cercavo di sonnecchiare cinque minuti nel primo pomeriggio, visto che sono tre notti che non chiudo occhio, mi è venuto in mente il mio esame di maturità.
Ricordo pochissimo, non ho memoria nemmeno della stanza, delle materie che ho portato all’esame, confondo persone. Riguardo al mio passato ho dei buchi che sono voragini. Ancora adesso faccio una fatica pazzesca a trattenere nomi, date, vicende.
Per tanto tempo credo di aver imparato come si dimentica.
Dimenticavo, perché i fallimenti erano maggiori dei successi. Ricordo pochi adulti dalla mia parte, pronti a darmi uno slancio in avanti, piuttosto, mi facevano ruzzolare indietro. Ricordo i loro occhi di soddisfazione dentro alla mia sconfitta, come a dire: “Hai visto? Ho ragione io: non vali niente”.
Provavo a convincerli del contrario per convincermi anch’io che potevo essere quella bambina e quella ragazza studiosa, determinata, capace di dosare le proprie emozioni. Invece ero un turbinio di sentimenti, svogliata, con la testa tra le nuvole, iniziavo cento cose e non ne finivo mezza.
Appena sufficiente.
Ad un certo punto mi sono adeguata, sono diventata un’adolescente giudiziosa. Niente discoteca, niente trucco, seria serissima. Ho scelto gli altri.
Non sentirsi abbastanza è stato un po’ il motivetto della mia esistenza. Ancora adesso faccio i conti con questa cosa. E quando succede devo fermarmi e parlare a me stessa per ricordarmi che le cose sono cambiate. Che io sono un’altra. Non più autentica della “me” bambina o adolescente, semplicemente, un’altra.
Quando guardo le mie figlie o i bambini a scuola cerco di capire chi sono. Se manifestano delle istanze che mi infastidiscono, se sono egocentrici o si comportano male, cerco di chiedermi il perché e soprattutto lascio che esistano anche quelle parti di loro che non mi piacciono. L’animo umano ha mille sfaccettature e angoli oscuri che bisogna ascoltare.
Adesso capita spesso che qualcuno lodi la mia determinazione, allora, penso a quella bambina svogliata e a quell’adolescente incerta, ero sempre io, dovevo solo darmi tempo e dare spazio alla mia voce.
Per tanto tempo ho cercato di adeguarmi agli altri, poi ho cercato di spiegare il perché non mi adeguavo più, cosa era cambiato dentro di me. Alla fine, quando ho capito chi ero e cosa volevo non ho avuto più necessità di spiegare niente.
Credo sia questo il momento in cui si cresce (perché a conoscersi ci vuole una vita), l’attimo esatto in cui dare agli altri spiegazioni di sé diventa qualcosa di superfluo. Soprattutto a quelli che ti fanno male.
Io ho smesso.
Penny
#ilmatrimoniodimiasorella
Anche io piano piano sto raggiungendo questa meta.non è semplice ma già intravederla è moltissimo! Baci
Non è semplice per niente, ma quando ci arrivi, non è possibile fare diverso e ti chiedi perché non ti sei mossa prima. Meglio tardi che mai…bacino.
Io non mi sono mai adeguata agli altri e per tanto tempo mi sono sentita sola, controcorrente. Oggi non baratterei mai chi sono.
È bello quello che scrivi sui bambini, sul dare spazio alla loro espressione, qualunque essa sia 🙂
Grazie Cristina, ci provo. Ecco. Penny
Mi dai argomenti da discutere con i figli. Per il piccolo più che per la grande. Lei ha ancora bisogno di nutrire la sua autostima e capire cosa vuole esattamente dalla vita, ma ha raggiunto già punti fermi forti con l’esito brillante alla maturità (soprattutto in termini di stima da parte dei docenti: è cazzuta) e con le piccole esperienze di crescita che sta facendo ora come studentessa fuori sede. Il piccolo, invece, pur mostrandosi forte e testardo nei suoi comportamenti, è insicuro, in cerca di approvazione. Alla fine risulta svogliato, ribelle a ciò che gli si chiede di fare, soprattutto a scuola. Ma in fin dei conti non ha ancora tredici anni, anche se da adulti ci immaginiamo che sia grande già.
Il nostro è un lavoro continuo su di noi. Su di loro. Ci sono anime da nutrire, incoraggiare, cazziare quando sbagliano. E lo stesso vale per noi, ma credo che dare valore a se stessi è l’unica possibilità che abbiamo. ❤️ Grazie amica mia.