Non voglio fare di te la mia migliore amica.
Nemmeno la mia esistenza.
Non sei il mio tutto.
Né la mia realizzazione.
Non sei il mio coraggio, quello lo devo trovare da me.
Non sei il mio orgoglio.
O la mia confidente.
Non sei ciò che tiene insieme il matrimonio, quello deve stare su da solo.
Non sei il mio pieno.
Né la forza che mi fa andare avanti.
Non sei la colonna portante.
Né la mia principessa, che poi si diventa quella di altri.
Non sei le mie delusioni, quelle sono mie responsabilità e basta.
Né i miei sogni.
Né quello che io non sono riuscita a fare.
Sei mia figlia, però.
E il mio è solo amore.
PS che sia chiaro: questo è il mio modo di percepire la maternità. Nessun giudizio. Ognuno ha il suo sentire e non credo ci sia un modo giusto. Io ad esempio, ogni giorno, combatto con la voglia di intervenire nella loro esistenza. Mi tormento perché non posso offrire loro il viaggio all’estero, questa o quella occasione. Devo sempre fermarmi e dire: non stanno perdendo niente, troveranno la loro strada e lo faranno da sole. Combatto ogni giorno con quel voto pessimo e la paura che non lo recuperino. Combatto con il mio perfezionismo e con il desiderio che realizzino ciò che io non ho realizzato. Cerco di pulirmi dai condizionamenti, cerco di non anticipare niente, di osservare le persone che stanno diventando, più del resto. A volte, riesco persino a guardarle sul serio, a vederne i difetti e pensare che in fondo, le caratterizzano. Combatto contro la voglia di volerle sempre amate, cercate, desiderate. Combatto dal prendere le loro difese. Combatto quando sono tristi e vorrei salvarle. Resisto quando si sentono sole. Combatto persino quando litighiamo e so di non piacergli. Ho capito che per me essere madre vuol dire lasciare andare. Vuol dire mettere confini netti tra me e il desiderio di farle simili a me. Vuol dire resistere alle pressioni sociali, più fanno, più sanno, più occasioni avranno, più saranno brave. Pazienza se non arriveranno. Combatto e cerco di stare ferma. Spesso, sanno prima di me come comportarsi, quali decisioni prendete, se ritornare indietro. Lo sanno. L’ho capito. Mi sento davvero loro madre quando riesco ad abbandonare le aspettative. Quando le guardo. Non intervengo. Questa è la mia maternità. E non ho nessuna garanzia di riuscita. Proprio nessuna. Ma questo, per ora, è il modo che mi è congeniale. Me lo concedo. E quando riesco a vederle per ciò che sono, difetti, storture, insuccessi, mi sembra di capire cosa sia davvero l’amore di una madre.
Penny❤️