Sono un paio di settimane che penso a questo post, spero di riuscire a trovare le parole giuste per esprimere il mio pensiero.

Sono esattamente due mesi che le girls non vedono il padre, solo la più piccola lo sente per messaggio. Non so bene cosa si dicano perché io cerco da tempo di non domandare e rispondere solo se vengo interpellata.

Cerco di andare avanti, intanto, ho capito che ci sono situazioni nella vita in cui, a un certo punto, non possiamo più niente.

Procedo e, triste a dirsi, lo fanno anche loro senza la presenza di un padre.

Triste a dirsi, ma stanno meglio.

Ecco, era questa la cosa difficile da scrivere e mi sento una cattiva madre solo a pensarla una cosa del genere, ma scrivendo e leggendo le vostre lettere, le e-mail, i commenti, ho imparato a dire la verità e questa è la verità. La mia, ovviamente, con nessuna pretesa di generalizzazione.

In questo ultimo periodo, guardando le mie figlie più serene mi sono chiesta se si può stare davvero  bene senza la presenza di un padre. Non ho certezze, ma mi è parso chiaro che a farle soffrire fosse l’oscillazione all’interno della relazione, i conflitti, il sentire che non fosse mai giusto ciò che facevano.

Mi è stato chiaro che davanti a una separazione dei genitori i figli soffrono perché non conoscono ciò che succederà, perché hanno paura di perdere gli affetti, ma quando capiscono che padre e madre rimangono tali, la separazione è affrontabile.

Non lo è nel momento in cui i nostri figli vengono tirati in una guerra economica che sfocia in una battaglia emotiva. Figli che devono dimostrare di amare più uno dell’altro o che devono prendere le parti.

Questo rende la separazione luogo di sofferenza, sofferenza che era presente in qualche modo anche in quella famiglia unita che si è frantumata, perché, lo sappiamo, la mela non cade mai lontano dall’albero e non si diventa improvvisamente genitori incapaci o egoisti se ci si separa, qualcosa nel nostro modo di essere madri e padri non funzionava neppure prima.

Comunque, non so cosa succederà in futuro ma sono consapevole che l’assenza del padre è un dato di fatto e con questa mancanza dovranno fare i conti, ma, se prima ero terrorizzata, ora so che hanno le risorse per procedere, lo vedo, lo sento.

Vanno a scuola felici, sorridono, sono isteriche come qualsiasi adolescente della loro età, tentano, sbagliano, a volte, piangono per delle cazzate, a volte, si sentono sole, ma sono serene.

Ieri la girls grande mi ha detto: “Sono esattamente due mesi che non sento papà”. Io non le dico più: “Chiamalo”.

L’ho fatto per tanto tempo, ora credo spetti a lei e a lui giocarsi questo rapporto.

Lui, credo non la chiami perché lei non lo cerca, ma le mie sono solo supposizioni. Lei ha diciassette anni e aspetta che sia il padre a farsi vivo. E io se comprendo la girl che è adolescente, faccio fatica a capire lui, ma avrà i suoi buoi motivi.

Ogni tanto mi chiedo come andrà a finire la nostra storia e ho un sentore: quando le ragazze saranno autonome e l’incubo del contributo economico sarà concluso ( contributo che arriva in minima parte se arriva) e noi, nonostante tutto, saremmo sopravvissute, ci sarà un riavvicinamento.

Loro dimenticheranno ( i ricordi sono molto arbitrari) e lui sarà più presente. Magari, se si laureeranno, godrà dei loro successi e così via.

Se devo dirvi la verità, per le mie girls prima avevo tanta paura, ora non più. Le vedo crescere, mi sembrano ragazze in gamba, non diverse dalle loro coetanee. Forse uno psicologo potrebbe illuminarmi sull’assenza del padre ma a me sembra che loro siano serene.

Ho sentito che Recalcati una volta ha detto: “Basta un contenitore buono nella vita per stare bene” forse è vero. Non ho la pretesa di essere io quel contenitore, anche se mi piacerebbe tanto non combinare troppi casini nella vita delle mie figlie, ma credo che, a volte, il contesto, le persone che si frequentano, le azioni che si mettono in atto, possano salvarci. Me lo auguro davvero.

Per quanto riguarda me, mi rendo conto, nonostante le difficoltà, che ho ridotto al minimo lo spazio a quelli che mi fanno male. Ed è una bella sensazione.

La vita mi sembra così preziosa, il fatto di essere insieme, noi tre, di stare bene, di avere un tetto sopra la testa, di poterci essere una per l’altra mi sembra più importante di qualsiasi cosa.

Ecco, non so, forse ho fatto un po’ di confusione, perché come si fa ad ammettere, consapevoli che una mancanza esiste, che i propri figli possono stare bene anche con l’assenza di un padre? Sono matta? Potrebbe essere. Oppure, dico l’indicibile, quello che non si può dire.

I nostri figli possono stare bene, molto dipende da noi, non tutto. A volte la vita va avanti. E nel percorso dell’esistenza le cose cambiano, ci sono allontanamenti e riavvicinamenti, ci sono perdite e mancanze, non ci è dato sapere che cosa succederà.

Io guardo le mie ragazze e la fragilità che le ha colpite, in fondo, le ha rese persone in crescita.

E, nonostante i nonostante, noi tre stiamo bene.

Loro stanno bene. 

Penny

PS: ❤️

 

16 comments on “Nonostante l’assenza di un padre.”

  1. Penny, Cinzia, sei immensa. Nella tua semplicità, nella meravigliosa capacità di dare dire parole vere, di cui molte/i hanno bisogno. Sei brava, ti voglio tanto tanto bene. ♡♡♡

      • Ironia della sorte…. Alle volte ci sono padri che amano figlie e le crescono seppure non siano loro figlie biologiche… Perché è il cuore e l’amore che lega, non un seme. Ma quei padri come me soffrono perché non potranno mai più vederle. Il mondo è strano e talvolta ingiusto

    • Credevo di no, poi ho capito che sapeva alcune cose, quindi o legge o qualcuno lo tiene informato. Detto tra noi, quello che fa lui, finalmente, ha poca importanza. Besos

  2. questione delicata, ma l’approccio che si percepisce dalle tue parole è altrettanto delicato e questo aiuterà le tue girls.
    Ho avuto un padre che è sparito quando avevo 14 anni e si è ripresentato quando ne avevo 50. Probabilmente questa cosa mi ha segnato e davvero faccio fatica a capire come fanno alcuni genitori a non spendersi con tutte le forze per continuare a svolgere il loro ruolo anche da separati.
    Però la tua analisi ci può stare e chissà col tempo…
    in bocca al lupo

  3. Cara Cinzia. Credo che nella vita si impara a vivere facendo a meno di ciò che ci manca. Troviamo dentro di noi le risorse che ci servono per costruire la nostra vita. E la mancanza che un giorno ci faceva soffrire oggi è diventata la principale fonte di energia. Con presunzione mi permetto un consiglio non richiesto che deriva dalla mia esperienza personale. Non bisogna nascondere a se stessi le proprie emozioni, ma guardare in faccia tutto di noi. Così da evitare che un giorno un boomerang pieno di risentimento ci ritorni in faccia. Un abbraccione e grazie di tutto!

  4. Cara Cinzia, sono la compagna di un papà divorziato. Ho conosciuto suo figlio quando aveva 8 anni, la madre era inesistente ed anche quando il figlio era a casa con lei, lei lo accudiva al minimo, per dire, la mattina nemmeno si alzava per preparargli la colazione o lo aiutava a vestirsi per andare a scuola, era il padre a salire in casa ed aiutarlo. Da “matrigna” posso dire che i bambini prendono tutto ciò che viene loro offerto, da chiunque. Laddove trovano attenzione, affetto, cure, lì vanno. Ed ora che la madre di questo bambino è più presente, essendo lui non più bambino ma quasi adolescente, lui gradisce quasi di più stare con la madre che gli lascia molto campo libero e ci ha fatto capire chiaramente che preferisce ricevere meno attenzioni da me. Non so cosa questo ragazzo abbia capito dell’amore genitoriale, ma posso dire che tutto sommato ha saputo costruire un suo equilibrio dinamico, tra una casa e l’altra, e che credo sia sereno. Io mi chiedo cosa accadrà quando comincerà a confrontarsi con le donne, su un piano più profondo, perché per quanto il padre sia “la mamma” più tenera che io abbia conosciuto, resto convinta che il linguaggio dell’amore, l’abc lo insegni la madre durante l’infanzia. Spero che anche quando dovrà ricorrere a risorse che forse non ha potuto sviluppare lui riesca a trovare un nuovo equilibrio che lo aiuti a non sentirsi manchevole e che trovi una donna che sappia amarlo incondizionatamente, come nessuna donna per ora, ha mai fatto.

    • Cara Cinzia, credo che l’amore s’impari guardandolo nello scorrere dei giorni e se il figlio del tuo compagno ha avuto una madre poco capace, allo stesso modo, ha voi, il vostro esempio. Le azioni, a volte, contano di più di tutto il resto. I figli ci guardano e certe cose rimangono. Conosco bambini con un’infanzia arida e una vita risolta. Ci sono madri e padri incapaci ma ci sono altri esempi da seguire, maestri, insegnanti, figure di riferimento. Voglio essere fiduciosa. Ti abbraccio. Penny

  5. Condivido il tuo pensiero che non si diventa cattivi genitori a causa di una separazione ma lo si era già dentro una coppia e per questo il passare del tempo mi fa sentire più felice di non fare più parte di quella coppia. A volte immagino a quali compromessi avrei dovuto scendere per fare funzionare matrimonio e famiglia, a quante mortificazioni, a quanta parte di me avrei dovuto annientare e non so cosa sarei diventata…….. E oggi sono grata al mio ex che mi ha lasciata quando gli ho dato una buona scusa per farlo, e in fondo credo che il mio inconscio, per farmi sopravvivere , mi ha fatto commettere quello sbaglio per salvarmi.
    Vorrei poter scrivere così sinceramente anche io, tirare fuori i rospi che ho ingoiato finora e continuo a ingoiare. Negli ultimi anni, per evitare a mio figlio lo stress dei fine settimana da suo padre (tornava con i nervi a pezzi) ho accettato di ospitarlo a casa mia nei suoi fine settimana. Ora non ce la faccio più: non riesco più a vedermelo intorno. Voglio chiedergli di portare nostro figlio a casa sua nei suoi week end, anche se questo comporta a mio figlio un viaggio di quasi 200 km. Ne va del mio equilibrio mentale ed oggi voglio stare bene io prima di tutti. Se starò bene io starà bene anche mio figlio. In fondo è suo padre e ci dovrà fare i conti per tutta la vita e nel suo piccolo si è già fatto una chiarissima idea di com’è. Anche io l’ho sempre incoraggiato a chiamarlo, perchè lui non lo fa (non ha tempo lui, lavora……) ma anche su questo ho mollato parecchio e non glielo chiedo più. Cerco di pensare a me stessa ora, e a mio figlio. Grazie per il tuo post, mi ha fatto tanto bene.Un abbraccio.

    • Cara Silvia, chiedi a te stessa quello che puoi dare, per il resto concediti cedimenti e opzioni. Crediamo di essere indispensabili ma non lo siamo. Qualcuno penserà che sono crudele ma sono tuo figlio e tuo marito che devono trovare degli aggiustamenti al loro rapporto, compromessi e soluzioni; finché il loro spazio sarà il tuo, non cresceranno. Nessuno dei due. Ti abbraccio. Non sentirti troppo in colpa, il tuo stare bene vale tantissimo. Lasciare spazio, a volte, aiuta tutti, sottrarsi pure. Ti sono vicina. Come sempre. Penny

      • Grazie Cara, leggo solo ora: Grazie per il tuo sostegno e per la tua sincerità che fa tanto bene. So che è meglio lasciarli soli per trovare il loro modo ed ho fiducia che mio figlio lo farà: ne abbiamo parlato e come sempre è stato molto comprensivo.Lui ci riuscirà. Un abbraccio.

  6. Cara penny grazie x queste parole mi danno tanta speranza in un momemto di vera tempesta! Hai ragione. Avete ragione si è cattivi genitori anche dentro la coppia

  7. Ma come si fa’ a dire tutte queste corbellerie, che le figlie stanno bene senza il padre? Solo donne fuori di testa possono affermare cose simili. Le donne come te non meritano di sposarsi e di formare delle famiglie con uomini che amano i figli. Buone solo per vivere la vostra vita e non rovinare quella degli altri……

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