Non si può stare lì dentro alla rabbia. E farsi consumare.

Fomentarla. Farla crescere. Che quella fa marcire tutto.

Cercare un “contro” che ci fa tanto comodo.

Ci vuole rispetto. Leale.
Anche per il nemico, qualunque esso sia.

Che, poi, avere un nemico non ha molto senso.

Preferisco amare piuttosto che odiare.

Anche se ci perdo. Ma non si tratta mai di me. Perdo dell’altro, qualcosa che non era necessario.

Anche se mi sbaglio.

Anche se la fiducia viene tradita.

Lo preferisco. Questo è certo.

Preferisco amare, invece di usare parole d’odio,
di astio, di acredine.
Di livore.

È assurdo pensare che il mondo ce l’abbia con te.

Che qualcuno venga prima.
Che l’altro sia più fortunato.

A volte c’entra il destino.
Dove sei nato, ad esempio.
Da chi.

E tu non puoi mica farci niente.

Mica è una questione di merito.

Le cose accadono.
Gli stronzi esistono.

E l’odio è per gli stronzi.

La felicità, invece, quella è di tutti.

È per tutti.

Penny

PS: non perdete tempo dietro agli stronzi. Please.

14 comments on “L’odio è solo per gli stronzi.”

  1. Buonasera Penny,
    Con molto rispetto, ma mi sembra che questo post, ed il suo titolo in particolare, siano una contraddizione circolare, un corto circuito logico. Se pensi che uno sia uno stronzo, allora stai esprimendo un certo odio per lui. Ma se l’odio è solo per gli stronzi c’è qualcosa che non va. O no?
    Ma la mia conclusione non è quella che pensi. Invece penso ci sia dietro qualcosa di molto più profondo, e anche qualcosa che riguarda sempre più persone e che spiega anche il successo del tuo blog. Sicuramente sei molto brava a scrivere, a gestire il blog e ammiro il tuo coraggio nel condividere tanto della tua vita. Ti meriti il successo e spero che il libro stia andando bene.
    Ma secondo me il corto circuito di questo titolo riflette qualcosa che emerge da tanti altri post e che forse contribuisce ad attrarre tante persone qui, che in qualche modo si trovano in una simile spirale emotiva. Provo a spiegarmi.
    Due anni e mezzo la mia ex compagna e madre dei miei due meravigliosi bambini mi ha chiesto di andare via di casa perché non mi amava più. È stato un dolore enorme, ed è un dolore che provo ancora. È morta la mia famiglia. I miei bambini ora hanno una madre, ed un padre, ma non una famiglia. Ma siccome bisogna andare avanti anche quando muore qualcuno o qualcosa, ho cercato di capire (i miei errori innanzitutto, e ce ne erano, e le sue ragioni), e di capirmi (chi sono, chi voglio essere). Un percorso lungo, difficile e anche molto interessante e direi bello. Ho fatto tante cose ed incontrato tante persone, tra cui due donne con cui ho avuto (ed ho con una di loro) bellissime relazioni. C’è ancora tanta strada da fare, per me, per la mia ex, e per i miei bambini.
    Penso di avere imparato di più in questi ultimi 30 mesi che nei 20 anni precedenti. Ho avuto la grande forza di rispondere al tradimento ed all’egoismo (“o te ne vai tu, o me ne vado io con i bambini”) con la comprensione ed un esempio diverso da quelli che la mia ex ha visto da bambina nella sua famiglia, ed anche dopo crescendo. Le do più soldi di quelli che per legge dovrei darle, perché altrimenti non ce la fa, anche se a causa di questo faccio sacrifici enormi (anche lei e anche i nostri bambini). Lei spesso mi ringrazia e mi dimostra molto rispetto, anche se altre volte trovo alcuni dei sui comportamenti ancora piuttosto egoisti. Ovviamente quando ho avuto cose da dire le ho dette, ma con rispetto, e penso di stare meglio io di lei dopo tutto questo tempo.
    Provo dolore, ma tra tutti penso che sono quello che soffre meno. Poi vengono i miei bambini, che hanno sofferto e soffrono ancora, ma sono bravissimi. E la mia ex penso sia quella che ancora soffra più di tutti, anche se a volte sembra faccia tanto una bella vita. Mia figlia ebbe seri disturbi alimentari per qualche mese. Nonostante i suoi genitori avessero una separazione tutto sommato molto civile, senza quasi nessun conflitto, con collaborazione, supporto e rispetto reciproco, con tanti bei momenti passati tutti e quattro insieme, mia figlia soffriva, e non mangiava. Ci chiedeva: “perché siamo separati”? Non “siete”, “siamo”. “Quando ci si separa, ci separa per sempre”? Poverina, a 7 anni è difficile metabolizzare che la tua famiglia non c’è più. Mio figlio, poco più grande, dopo un urlo di dolore ed un pianto di 10 minuti non ha mai chiesto più niente. Ho sempre cercato di lasciare una porta aperta alle sue emozioni e abbiamo un rapporto bellissimo. Non chiede mai niente della separazione, ma negli abbracci e negli sguardi mi dice tutto. Ora anche mia figlia non chiede più niente, e anche lei parla solo con gli occhi.
    Loro amano la loro mamma, per fortuna, e amano il loro papà, per fortuna, e non vedono guerre. Non sono sicuro di niente, e neanche di quello che sto per scrivere, ma penso che i miei figli siano fortunati che il loro papà, a differenza della loro mamma, ha avuto una famiglia in cui ha ricevuto un amore incondizionato. I miei genitori non sono per niente perfetti, e alcuni miei difetti importanti forse potrei imputarli a loro. Ma hanno amato sempre me ed i miei fratelli in modo incondizionato. Lo so, l’ho sempre sentito, e lo sento ancora. Questo secondo me mi ha reso una persona capace di reagire in modo tale che ora i miei figli continuano a vedere amore, rispetto, e nessuna guerra tra ex, nonostante a volte mi è sembrato che la mia ex la guerra un poco la cercasse.

    In questo blog quasi tutti cercano la felicità e l’amore. A volte mi chiedo come mai io no. Quando mi alzo la mattina non mi dico che durante la giornata la mia responsabilità è quella di cercare la mia felicità. Non cerco l’amore che mi fa venire le farfalle nello stomaco. Eppure, non sempre, ma tutto sommato abbastanza spesso, penso proprio di essere felice. Anche prima della separazione, nonostante la mia ex fosse chiaramente infelice, io ero dispiaciuto per lei, ma in genere ero felice.
    Forse non cerco l’amore perché mi sembra di essere così innamorato di tante di quelle persone e cose che ho nella vita, che sinceramente quest’idea dell’innamoramento per una persona come pilastro della mia felicità mi sembra molto riduttiva. Amo i miei figli, i miei genitori, i miei fratelli, i miei amici, la mia compagna, la madre dei miei figli, le mie passioni, una buona parte del mio lavoro (non tutto), la natura, il mare, la montagna, il mondo.
    Forse non cerco l’amore perché sono stato abbastanza amato in modo incondizionato da bambino da avere la forza di amare tutte le persone e cose di cui sopra a mia volta, ed in modo penso abbastanza incondizionato anche io. E mi basta per stare bene.
    Forse il tuo ex marito non ha avuto questa forza. Non lo conosco, ma spesso chi si comporta come lui non lo fa per cattiveria, ma per debolezza. Ci vuole forza per reagire bene. Anche tu, sinceramente, nonostante tutto quello che dici tradisci ancora un forte rancore per lui che, secondo me, è una manifestazione di debolezza (e forse anche di amore). E se lo sento io questo rancore in così tanti tuoi post (come questo), come possono non sentirlo le tue figlie?
    Io rispetto tantissimo te e tutti quelli che hanno storie simili alla tua, ma scrivo questo post perché possiate leggere un punto di vista diverso, il mio.
    Io non penso che tornerei con la mia ex. Da un punto di vista razionale non riesco a vedermi con lei di nuovo, non per rancore ma perché si è creato un abisso emotivo fra di noi, nonostante ci vogliamo un mondo di bene. Ed in queste situazioni meglio la separazione. Poi a volte la notte sogno cose strane, ma i sogni sono solo sogni e quando ci si sveglia bisogna fare i conti con la realtà.
    Il problema è che noi adulti, nonostante le sofferenze, ci becchiamo anche il meglio di una separazione, perché con un poco di maturità può essere un momento di incredibile crescita personale. Questo lo pensavo dal primo giorno e l’ho verificato nel tempo.
    I nostri bambini pure possono trovare aspetti positivi, ed imparano anche molto presto tante cose che altri bambini imparano tardi o mai. Ma per loro il prezzo di tutto questo è un trauma che resta per tutta la vita. Io spero di avere minimizzato questo trauma, ma il trauma resterà e non lo potrò mai eliminare.
    Spero che chi ha letto fino a qui questo lungo post (compimenti per la pazienza innanzitutto) e che sta pensando di rompere una famiglia con bambini perché “l’amore è finito” (e magari ne è iniziato un altro), si guardi dentro e si faccia qualche domanda in più. Un bellissimo percorso di crescita personale come quello che sto sperimentando io lo si può anche sperimentare anche in coppia a seguito di una crisi, senza mettere in mezzo i figli.
    Stare insieme infelici per i figli assolutamente no. Ma l’alternativa non è solo separarsi. C’è una terza strada. Capire il vero motivo della propria infelicità, affrontare i veri problemi dentro se stessi, mettendosi in gioco con onestà e guardando innanzitutto alle proprie mancanze. E riprendere da lì, rimettendo tutto in gioco per poi voltare pagina, ma insieme.

    Tutti noi abbiamo ferite irrisolte. Nessuno è nato stronzo.

    • Buongiorno Giuseppe, ci ho messo un po’ a rispondere. Volevo fare sedimentare il fastidio ( e mi scuso per il termine ma è così ) che ho provato a leggere le tue parole. Così ho lasciato sedimentare. Invece quando l’ho ripreso ho provato la stessa sensazione, quella di un uomo che giudica in modo implacabile chi ha intorno e incensa se stesso. Se rileggerà è tutto un io invece…e siccome diffido molto delle persone autocelebrative la invito a rileggere ciò che ha scritto. Comunque, siccome qui le certezze non sono di casa, questo è solo il mio punto di vista. Il blog non è un luogo dove si cerca l’amore, forse non hai compreso e letto in maniera approfondita…dell’amore solitamente quando ne parlo lo faccio non edulcorandolo e sostengo che l’amore nella vita non basta per dare il senso ( intendo quello verso il partner), per quanto riguarda il mio ex, certo che sono triste e arrabbiate, una figlia non la vede più, l’altra una volta tanto, un panino al bar. Dovrei essere contenta per le mie figlie? Non credo. Per il resto, sembra che nessuno come te sappia come muoversi nella vita. E, ripeto, le autocelebrazioni mi irritano. Mi spiace, questo il mio pensiero.
      Grazie comunque Penny

      • Buongiorno Penny,
        Ho riletto il post come hai suggerito e fatico a trovare giudizi implacabili, mentre mi sembra abbastanza implacabile il giudizio che dai di me. Ho cercato dove mi autocelebro e dove mi incenso. Forse mi autocelebro quando dico che “Ho avuto la grande forza di rispondere al tradimento ed all’egoismo … Le do più soldi di quelli che per legge dovrei darle …etc..”. Ok, un poco mi celebro qui, ma vorrei concedermelo perché sai che mi è costato e mi costa tanto, sia in termini economici che soprattutto psichici. I giorni in cui il mio mondo è andato sotto sopra non è stato facile mantenere il controllo, non piangere di fronte ai miei figli, non dire ai miei figli che la separazione non la volevo e che la loro madre mi stava lasciando. Mentire e dire loro che “insieme abbiamo deciso …”. Non perché sentissi il bisogno di incolpare lei, ma perché avrei voluto discolparmi io dato che mi sentivo così male di fronte alla loro sofferenza (ma mi sentivo sicuramente in colpa per non aver innaffiato la pianta come avrei dovuto). Parlando della custodia dei figli, non mi sembrava giusta la sua posizione, ma a qualsiasi obiezione mia lei minacciava di farmi la guerra in tribunale, e sarebbe stato un disastro per cui le ho concesso più di quanto avrei dovuto. Per la verità la maggioranza dei genitori riescono a comportarsi così per fortuna, per cui siamo in tanti ad avere questa “grande forza”. Ed anche la mia ex è stata molto ragionevole una volta che io lo sono stato, e questo ha aiutato molto. Ho anche detto chiaramente che se ho avuto la forza di non fare fesserie ed iniziare una guerra stupida lo devo, secondo me, all’amore ricevuto dai miei genitori. Loro li celebro sicuramente, e lo faccio ancora, con tutto il mio cuore. Spero di poter fare come loro con i miei figli ma non so se fino ad ora sono stato all’altezza. A volte penso di no.
        Per il resto ho parlato dei “miei errori innanzitutto”, e “di capirmi (chi sono, chi voglio essere)”. Non mi sono dilungato e non entrerò nei dettagli nemmeno qui, ma i miei errori erano dovuti ai miei difetti. E i miei difetti non sono tremendi ed imperdonabili ma non sono neanche trascurabili. Sono difetti che alla lunga possono rendere difficile una relazione. Anche io ho dato la mia ex per scontata per esempio. Quella che ritengo sia stata una crescita personale non penso abbia eliminato i miei difetti. Forse sono migliorato in qualcosa ma la strada è molto lunga. Piuttosto ho imparato a convivere con essi ed a stare meglio con me stesso in genere. Magari “sapessi muovermi nella vita come nessuno”. Se fosse così non starei rispondendo una domenica in cui mi sono svegliato tardi, da solo a casa, in un bilocale abbastanza squallido, con la preoccupazione di come rimettere in sesto le mie finanze in dissesto.
        Una cosa che ho imparato però è che per convivere bene con i nostri difetti dobbiamo sicuramente cercare di lavorare su noi stessi per migliorare, ma dobbiamo anche perdonarci e anche un poco celebrarci nelle cose che, tutto sommato, riusciamo a fare benino o addirittura bene. E mi sembra che tu dica esattamente la stessa cosa in tanti post, ed in questo ti supporto pienamente.
        Insomma, forse non sono stato bravo con le parole, ma il mio post non mi sembra fosse pieno di giudizi e di autocelebrazione. Era un invito a “non giudicare”, ma a cercare di capire perché gli altri si comportano come fanno, e di guardare innanzitutto dentro se stessi per capire i propri errori prima di sindacare su quelli degli altri. “Be curious, not judgemental” diceva qualcuno.
        “Le certezze non sono di casa” nel blog, a non lo sono neanche da me. Ho anche scritto nel mio post che “Non sono sicuro di niente, e neanche di quello che sto per scrivere …”, quindi sfondi una porta aperta.
        Il tuo ex marito non lo giustifico, sia completamente chiaro questo prima che leggi il resto. Mi chiedo solo cos’è che porta lui e tanti altri uomini, e a volte anche qualche donna, praticamente ad abbandonare i propri figli all’ex coniuge. Ad esempio, che infanzia hanno avuto? Poi tu hai sempre presentato la tua separazione come il risultato di tante cose. Del fatto che si cambia, e che a volte si evolve in due direzioni separate, e fin qui mi trovo d’accordo. Che questa divergenza nel cambiamento della coppia spesso è inevitabile, e su questo ho molti dubbi. Spesso però hai anche detto che di fronte a questi problemi, che avvengono penso in tutte le coppie ed in particolare quelle con figli, tuo marito era un muro. Mi ricordo di post in cui parli di lui che si addormentava alle 8 e che ti dava per scontata. Mi chiedo però se tu abbia mai fatto qualche errore con lui. Non ricordo mai di aver letto delle considerazioni su errori che tu possa aver fatto all’interno della vostra relazione. Intendo errori seri, non cosette da poco conto di cui ogni tanto parli. Cose che possano aver aperto ferite della sua infanzia.
        Il suo comportamento rimarrebbe ingiustificato, per quello che ci racconti, ma sono comunque curioso.
        E mi chiedo anche quanto aiuti alla vostra ex-famiglia, alle tue figlie ed al loro rapporto con il loro padre, il fatto tutta Italia possa leggere online delle malefatte del tuo ex-marito.

        Ho concluso il mio post scrivendo che, secondo me, nessuno è nato stronzo. Tanto per chiarire, penso anche che nessuna è nata stronza. Quindi, non giudico nessuno in questo blog. Mi sembra di fare proprio il contrario. Ho solo consigliato a tutti di farsi delle domande e guardare dentro se stessi prima di prendere grandi decisioni, e anche prima di giudicare. Se tu non hai intenzione di farti domande, guardare dentro te stessa e vedere se per caso non abbia ferite irrisolte anche tu prima di criticare il tuo ex-marito online, me ne farò una ragione. Qualcun altro sembra che trovi le mie considerazioni utili ed interessanti. Come vedi la vita è bella perché è varia, citando quattro grandi filosofi veronesi.
        Buona domenica

      • Non sto a risponderti quali errori ho fatto nella mia coppia, non credo che freghi a nessuno. Penso che ogni persona “veda” la sua verità. Qui c’è posto per tutti e lo sai. Qui non si celebra nessuno. Rimane che io ho provato fastidio e provo fastidio tutte le volte che si mette in dubbio il sentire di una persona. E, quasi sempre è la voce della donna.
        Mi sono formata abbastanza da sapere che gli stereotipi nascono con noi. E hanno radici lontane legate a una cultura della sottomissione e non mi piace quando si dice che si poteva fare di più all’interno di un ipotetico matrimonio. I motivi li ho già spiegati innumerevoli volte. Ti suggerirei un libro, se ti va. Lei è una saggista e si chiama Rebecca Solnit. “Gli uomini mi spiegano le cose”. Grazie Penny

      • Non sto a risponderti quali errori ho fatto nella mia coppia, non credo che freghi a nessuno. Penso che ogni persona “veda” la sua verità. Qui c’è posto per tutti e lo sai. Qui non si celebra nessuno. Rimane il fatto che ho provato fastidio e provo fastidio tutte le volte che si mette in dubbio il sentire di una persona. E quasi sempre è la voce della donna.
        Gli stereotipi nascono con noi e hanno radici lontane legate a una cultura della sottomissione e non mi piace quando si dice che si poteva fare di più all’interno di un ipotetico matrimonio. I motivi li ho già spiegati innumerevoli volte. Ti suggerirei un libro, se ti va. Lei è una saggista e si chiama Rebecca Solnit. “Gli uomini mi spiegano le cose”. Grazie Penny

  2. Giuseppe
    Io non ho parole…
    Ti ricordo quando ti ho letto qualche tempo fa e ricordo ciò che ho pensato di te.
    In te, nella tua storia, ci ritrovo tanto della mia storia, del mio ex compagno e di me…
    Sembra una bella copia della mia vita, semmai potesse esistere una bella copia di storie difficili come le nostre.
    Concordo con quasi tutto ciò che hai scritto, quasi.
    Mi hai toccato.
    E grazie per il tempo che hai impiegato a scrivere questa lunga riflessione che rileggerò sicuramente con calma.
    Non posso dilungarmi a scrivere ora ma vorrei tanto…

    • Grazie per questo bel commento. Non sapendo della tua storia non capisco cosa intendi per “bella copia” ma spero che le cose stiano evolvendo in modo positivo nella tua vita. Mi farebbe piacere sapere di più di storie simili alla mia e di persone che si ritrovano almeno un poco in quello che dico. Se hai tempo di scrivere di più leggerò molto volentieri.

  3. Giuseppe, bellissimo! Vorrei avere il tuo email per parlare con te, non se se si puó in qualche modo chiederlo attraverso Penny.

    • Grazie per questo bel commento. Non conoscendo la tua storia non capisco cosa intendi per “bella copia” ma spero che le cose stiano evolvendo in modo positivo nella tua vita.
      Mi farebbe piacere sapere di più di storie simili alla mia e di persone che si ritrovano almeno un poco in quello che dico. Se hai tempo di scrivere di più leggerò molto volentieri.

    • Grazie Ivan. Mi fa piacere che anche tu trovi sensato quanto ho scritto. Non voglio che i miei figli possano trovare elementi della loro storia online, anche perché non abbiamo mai detto loro che la mamma ha lasciato il papà. Molto probabile che l’abbiano capito, ma non nei “dettagli”. Per questo preferisco non mettere il mio indirizzo email, ma se mi dai il tuo o se Penny ce li può mandare mi farebbe molto piacere parlare un poco.

      • Ciao Giuseppe, non metterò ovviamente i miei dati personali online, spero che Penny possa riuscire a metterci in contatto privatamente, per email. Un abbraccio.

  4. Buonasera Penny,
    Non ho avuto tempo per rispondere a mia volta alla tua risposta del 29 maggio (non sembra che io possa appendere la mia risposta alla tua per qualche motivo).
    Io penso che le questioni di genere (“la cultura della sottomissione”, “Gli uomini che spiegano le cose”) con quello che avevo scritto io c’entrino come i cavoli a merenda. Mi dispiace ma nelle tue risposte non mi sembra che tu sia entrata nel merito di niente di quanto avevo scritto. Se non sei d’accordo con me mi va benissimo. Dimmi in cosa non sei d’accordo e perché, ma perché mettermi nella categoria dell’uomo che spiega alle donne? Con questo principio, cosa saresti tu quando spieghi le cose a me o mi suggerisci libri da leggere?
    Ma d’altra parte anche dagli ultimi post sembra che oramai stai girando tutto in una guerra di genere. Aggiungi “ovviamente sono esclusi gli uomini di senso, che sono tanti e stanno accanto in questa battaglia civile di equità”. Ma questo vuol dire “o con voi o contro di voi?” Nessuna possibilità di un discorso più articolato?
    A me dispiace perché voi donne avete tante cose per cui lottare. Ho appena letto di un’altra che è stata ammazzata dal marito perché si stavano separando. Queste sono cose orribili, e ci sono tante altre ingiustizie a discapito di tante donne (come ci sono anche ingiustizie a discapito di tanti uomini). Ci vorrebbe uno sforzo di tutta la società per stimolare una crescita culturale di tutti. Invece, secondo me, le semplificazioni che fai nei tuoi post non aiutano nessuno, tantomeno le donne. Quando si giudica un uomo (o una donna) innanzitutto in quanto uomo (o donna) e solo dopo, forse, quando va bene, come individuo, allora secondo me si alimenta solo un clima di tensione e odio che può solo peggiorare le cose.
    Dato che non sembra che tu abbia voglia discutere nel merito di quanto ho scritto non ritengo utile continuare la discussione, anche perché senza dialettica non c’è nessuna discussione.

    • Mi colpisce che dell’ ultimo post non sia uscita una sola parola su: gattara, isterica, lesbica e altri lemmi gratuiti…ma sulla frase della battaglia civile che non sto a ripetere. Mi sembra di averti spiegato su cosa non concordo nei post precedenti. Oggi ho letto un altro commento sulle giocatrici di calcio vergognoso da un uomo, terribile. Le donne vengono uccise perché lasciano. Una donna ogni 72 ore. Uomini che fanno la paternale alle donne separate.
      Sono d’accordo con te, non c’è confronto. E sono molto stanca.
      Penny

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