A me piacciono i piani B, le seconde scelte. D’altronde io non sono quasi mai stata una da prima scelta, a volte, manco l’ultima.

Da bambina poi…chi mi piaceva s’innamorava sempre delle piccole e magrette, che solitamente erano mie amiche. E, io, grembiule bianco e fiocco rosa, già gigante (i maschi mi arrivavano alla vita), fantasticavo di essere bionda e piccola come Puffetta.

A scuola poi…non l’azzeccavo quasi mai alla prima. La maestra mi interrogava e avevo il vuoto.

Per quello li capisco quei bambini lì, quelli che ci mettono un po’ a dire e a fare la cosa giusta. Loro sono da piano B. Come me.

Pure nel matrimonio non l’ho imbroccata alla prima, ma questa è tutt’altra storia.

A quel punto cosa avrei dovuto fare? Aspettare il piano migliore, il momento migliore, come si aspetta il principe? Che poi era un ranocchio

Arrendermi? Rispetto all’amore, alla vita, intendo. Noooo.

Sono stata io il mio piano B.?

Non so perché ci si fissi così tanto sul piano A, tra l’altro molto più spigoloso, esigente. Tratti rigidi, confini delineati, certezze certificate.
Una vera perdita di tempo.

Ho sempre desiderato avere una seconda di reggiseno. Posso schiacciarmi le tette, invidiare le tettine, quelle che si possono mettere le maglie senza reggiseno. Spalline sottili. Amo le fasce, pensate un po’.
Io, immancabilmente con ferretto già a 12 anni, spalline spessotte…che dovrei fare?

Il piano B è una speranza. Lui c’è sempre. E non è una fuga, ma una nuova possibilità.

Prova ancora. Ritenta. Ce la farai. (Ovviamente ciò non riguarda le tette, quelle me le tengo così?).

Credo nelle possibilità, soprattutto, nelle seconde e credo che ognuno di noi dovrebbe averne una di seconda (bel gioco di parole), di terza, di quarta e pure di quinta (vabbè forse alla quinta qualche domanda dovrebbe farsela ?).

Non ci credo a quelli bravi a prescindere, cioè, saranno bravi in una cosa ma nell’altra saranno un piano B e anche C.

E comunque essere un piano B ha un sacco di aspetti positivi: il primo è che ti puoi riposizionare, cambiare strada, deviazione, percorso. E cambiare percorso vuol dire fare nuove esperienze, trovare nuove energie, ricominciare.

Lo sapete quanto è pazzesco svegliarsi la mattina e pensare: ma chi mi ammazza a me!…io riparto.

Caro ex maritino vuoi rendermi povera poverissima?
Quando mi hai sposato non hai calcolato una cosa: Io sono il mio piano B.

Lo sapete essere un piano B cosa vuol dire? Avere la forza del fallimento.

Sapere che magari non saremo mai sul podio o forse sì, ma qualunque cosa succeda, noi siamo pronte.

Abbiamo un piano. E non è di consolazione, anche se alcuni credono di sì, tutt’altro.

Abbiamo imparato a ripartire. Dalle delusioni, ad esempio. E sappiamo bene che succede.
Gli altri ci deludono, alcuni proprio lo fanno con una certa insistenza?

A volte il piano B sorprende. Pensavi fosse un semplice sciocco piano B, invece, scopri che era cio che cercavi da sempre. Ciò di cui avevi bisogno.

Perché, come ho già detto, le cose belle hanno bisogno di tempo. Di tanto tempo.
I piani B sono da fioritura tardiva ma duratura.

Sanno di che pasta sono fatti i tentativi e non mollano. Anche ci volesse una vita.

Sono le donne che non riescono a finire una dieta. A innamorarsi di un uomo decente. Che fanno casini con i figli e non sanno mai bene cosa fare. Che dicono una cosa del tipo: starò calma, non tirerò su nemmeno un calzino, non piangerò, e poi urlano, tirano su cose e si commuovono.

Sono quelle che ogni anno dicono: la prossima estate arriverò preparata alla prova costume e invece sono sempre impreparate.

Noi siamo un piano B.

Concesso. Scelto. Amato.

E non importa cosa succederà. Una cosa è certa. Siamo pronte. Anche se non sembra. Anche se facciamo fatica.

Si riparte. Ogni volta.

Penny

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