vorrei essere fatta di carta vetrata e ferirti se mi tocchi, quando ti dico di No

vorrei essere fatta di chiodi e infilzare le tue mani, quando ti dico di No

vorrei essere un muro di filo spinato e farti sanguinare, quando ti dico No

vorrei diventare un drago e sputare fuoco, quando provi a toccarmi e dico No

vorrei avere poteri magici e trasformarti in rospo, in topo, in lombrico, quando ti dico di No

vorrei che dal mio corpo spuntassero lame e ti uccidessero, sì, ti uccidessero, quando ti dico di No

vorrei avere dei superpoteri e polverizzarti se mi tocchi, quando ti dico di No

vorrei non dover scappare in un’altra città, difendermi, scavalcare un muro, morire davvero o di vergogna, quando ti dico di No

vorrei essere ascoltata, creduta, difesa, quando ti dico di No

vorrei che ci fosse una giusta condanna perchè ti ho detto di No

vorrei che il reato di stupro non cadesse in prescrizione, quando ho detto di No e tu te ne sei fottuto

è come non essere creduta ancora, ancora e ancora, è come se il sistema e gli stupratori si facessero l’occhiolino

dopo che ti ho detto, urlato, gridato

.il mio No.

Penny

Per Martina, il suo coraggio. Per le donne stuprate, per le ragazzine stuprate. Per i no che gridiamo e non bastano mai. Per “lui mi ha tirato su la gonna, maestra”, per le parole non gradite su di noi, per la paura che si è presa mia figlia ad un matrimonio quando era in bagno e un paio di invitati le hanno sbarrato l’uscita, per tutte quelle volte che non veniamo credute in qualche aula, in ufficio, dentro alle relazioni. I No piccoli si uniscono ai No grandi, sono lo stesso filo.

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