Ieri, ascoltando le notizie, ho capito che dall’ultimo DPCM firmato dal premier Conte è prevista il 14 luglio la riapertura per discoteche, sale da ballo, congressi e fiere.

In Sicilia si pensa ad una riapertura anticipata dei locali dove si può ballare all’aperto e quindi non si capisce se le regioni alla fine possano fare ciò che vogliano, almeno io non l’ho compreso.

Aprono le sale scommesse, sale giochi e bingo. Via libera invece ai centri benessere, termali, sociali e culturali…

Sull’apertura della attività culturali non ho nulla da dire e so che mandare avanti l’economia permetterà al Paese di non morire, però, voglio tenermi a mente quel 14 luglio e l’apertura delle discoteche.

Penso a ciò che diventa possibile, alle distanza di sicurezza mentre si balla, agli adolescenti che abitano quei luoghi, alle regole che vengono normalmente infrante e penso alla scuola.

Al plexiglas e a quelle parole che dovevano essere dette: assumiamo insegnati entro settembre, dividiamo le classi a metà, troviamo spazi e ripartiamo.

Perché, ripartono tutti, ma proprio tutti, si trovano soluzioni per mettere in sicurezza la qualunque, solo per il mondo della scuola rimane una grande nube.

Noi insegnanti non sappiamo nulla, procediamo a tentoni nel buio più totale, non sappiamo che ne sarà di noi e del nostro destino, non possiamo rientrare nelle nostre scuole e, spesso, non veniamo nemmeno invitati ai tavoli di lavoro tra presidi e amministrazioni varie.

I genitori ci chiedono con gli occhi pieni di preoccupazione se la scuola a settembre riaprirà e noi non sappiamo cosa dire. Davanti il vuoto.

A questo punto mi sembra di aver capito che il concorso ci sarà in autunno e mi chiedo come potremmo a settembre diminuire il numero di bambini per classi? Come potremmo garantire le distanze di sicurezza e trovare spazi nuovi?

“In Spagna, con 45 milioni di abitanti, il Governo investe 2 miliardi di euro per riaprire le scuole a settembre. In Italia, con 60 milioni di abitanti, il Governo investe 1,4 miliardi. Credo che la differenza si commenti da sola” dice Fioramonti dopo che Sanchez ha dato il via libera allo stanziamento di un fondo pari a 2 miliardi di euro per le Regioni per consentire la riapertura delle scuole in sicurezza e permettere l’avvio delle lezioni nel pieno rispetto delle norme anti contagio da Coronavirus. Le classi potranno contenere al massimo 15 alunni. Ciò comporterà un nuovo piano di assunzioni per i docenti iberici oltre a un maggiore ampliamento degli spazi a disposizione nelle strutture scolastiche.

Ecco quali sarebbero le direzioni da prendere, investire in assunzioni per poter dividere le classi, non ci sono altre strade percorribili. Finirà la scuola e finiranno i discorsi.

La mia classe è tale e quale a come l’ho lasciata e così resterà.

Ma il governo lo sa, noi siamo il Paese del: intanto ci sono le madri ad occuparsi dei bambini, ci sono le donne dietro alla Dad, intanto, le donne, troveranno una soluzione e, come sempre, concilieranno. Si licenzieranno o perderanno il lavoro.

Oppure, ritireranno i loro figli dalla scuola pubblica. Chi potrebbe biasimarle?

Passeremo l’estate infettandoci a suon di musica o facendo un bel bagno in mare sputacchiando di qua e di là, saremo tutti più felici, giusto il tempo per continuare a tenere chiuse le scuole e dire che è colpa nostra perché non siamo stati capaci di mantenere le distanze di sicurezza.

L’economia deve andare avanti, su questo siamo tutti d’accordo, intanto la Scuola può attendere, d’altronde non è la prima volta.

Ci lamentiamo di avere degli adolescenti “sdraiati” e osanniamo i tempi andati in cui il rigore e la disciplina sembravano il placebo di tutti i mali. Però, poi riapriamo le discoteche! Ditemi che non siamo il Paese delle contraddizioni!

Chiudete gli occhi e fermatevi a guardare i ragazzi mentre ballano a distanza di sicurezza, mentre ognuno beve la sua “consumazione”, mentre provano a fare conoscenza con la mascherina mentre la musica è a palla. Direi che è poco credibile.

Una cosa è certa, potremmo dimenticare la scuola mentre ci sballiamo da qualche parte. Potremmo dimenticare che la SCUOLA è sempre l’ultima ruota del carro.

Sono tutti uguali. I governi, intendo. Destra e sinistra. Rimane solo un profondo sconforto.

Non si potranno dividere mai le classi, perché non ci sono insegnanti. Diminuiranno le ore di scuola. Ritornerà se non tutta, ma in parte la Dad, le madri verranno sacrificate, ci sarà maggiore dispersione scolastica, la forbice sociale aumenterà perché chi avrà i soldi iscriverà i propri figli alle scuole private ( con numeri più bassi e spazi migliori) e chi non li avrà sarà fottuto.

Però quest’estate potrà mandare i propri figli in discoteca.

Che dire: grazie.

Penny

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