La storia dell’umanità ci vuole donne semplici. Femminili, appunto, belle bellissime, capaci di preparare un buon pranzetto, lavoratrici instancabili, se l’economia familiare lo richiede.

Zitte quanto basta.

Dentro alla storia dell’umanità noi donne siamo un grande vuoto. Se vi guardate indietro esistiamo a fatica nei libri scolastici, nei testi storici, letterari, nel cinema, nelle scienze, nelle economia.

Siamo ed eravamo invisibili. Tanto per dirne una, in 70 di Repubblica non abbiamo mai avuto un Presidente del Consiglio donna.

Siamo una costola dell’uomo? Meno abili? O apparteniamo a una “sotto categoria”?

Semplicemente non veniamo narrate e quando proviamo a raccontare di noi, il maschio alfa di turno ci mette a tacere.

Stai zitta.

Quindi, questi vuoti istituzionali, storici, letterari, immancabilmente si ripercuotono sulle scelte della nostra vita quotidiana.

Se tutte le decisioni che riguardano la nostra esistenza vengono prese da maschi con la pelle bianca che hanno una visione del mondo patriarcale, la nostra condanna sarà quella di continuare ad essere femmine docili e semplici.

Non è una questione di sesso, sul fatto che siamo diversi biologicamente nessuno ha niente da dire, è proprio una questione di genere.

La donna deve rimanere lo specchio in cui l’uomo riflette la sua grandezza e la sua superiorità.

Esisti e sei visibile solo nel momento in cui io posso dimostrare il mio essere maschio. Altrimenti taci e stai zitta.

Quindi, succede non solo che la Murgia venga silenziata e Morelli non regga il confronto, che Sgarbi apostrofi alcune parlamentari e debba essere trascinato via, ma che un padre uccida i suoi figli per silenziare la donna che si vuole separare da lui.

Il silenzio sociale, storico, politico ed economico ad appannaggio continuo del maschile permette lo stupro, i femminicidi e la sottomissione.

Se alziamo la testa, questo tipo di uomini non regge o butta giù il telefono, o deve essere trascinato a forza, o ci fregia o ci massacra, insomma, trova il modo di annientarci.

“Tragedia dei padri separati” non è la storia di violenza di un uomo su una donna e sui loro figli ma la storia raccontata dal punto di vista di questo tipo di uomini, dove l’uomo è al centro, così come il suo dolore e la sua sofferenza. La donna e i figli sono invisibili.

Come non ricordare il gigante buono. La narrazione è sempre la stessa, il punto di vista dell’uomo.

E non capita solo nei luoghi di sistema ma, lo sappiamo bene, anche intorno alle nostre tavole, quando gli uomini di turno, un padre, un fratello, un amico, un marito, alzano la voce e se proviamo a controbattere siamo immediatamente “le isteriche”. Così, alla fine, rinunciamo alla conversazione.

Come dice Simone de Beauvoir noi siamo Il Secondo Sesso e “La rappresentazione del mondo come tale è opera dell’uomo; egli lo descrive dal suo punto di vista, che confonde con la verità assoluta”.

L’uomo è la misura di tutte le cose, per questo facciamo così fatica e ci sentiamo, a volte, così sbagliate, persino quando l’altro ci maltratta arriviamo a pensare che la colpa sia nostra.

Se avessi fatto, se avessi detto…chissà se lo avrà pensato anche la mamma dei due piccoli uccisi!

Ma non dipende da noi, dipende da questo maschile predefinito che come un “blob” invade tutto.

Il nostro corpo, che serve all’uomo per dimostrare a se stesso di essere maschio, il carico di lavoro non retribuito, la cosiddetta “cura” e la violenza sulle donne, sono parte di un unico pacchetto.

Pacchetto che influenza le nostre esistenze in ogni ambito, lavorativo,sociale e famigliare.

Per questo siamo furiose, per questo non deve passare più niente, per questo nessuno deve dirci: stai zitta.

La storia dell’umanità ci vuole donne semplici, specchio per i maschi alfa, noi invece, dobbiamo continuare a raccontare, a parlare, a domandare, a incalzare laddove c’è un’ingiustizia, una prevaricazione, ad essere donne maledettamente complicate.

Forse, le nostre figlie o le figlie delle figlie saranno visibili, e la storia dell’umanità non sarà più la storia solo dell’uomo, prevalentemente bianco, ma degli uomini e delle donne che abitano la terra.

Forse le nostre figlie e le figlie delle figlie non dovranno stare zitte e non moriranno, sepolte per davvero o omesse dalla storia narrata.

Penny

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