E niente, questa storia mi rimbomba nelle orecchie e nel cuore.
Forse perché sono una madre, forse perché sono separata o forse semplicemente perché sono una donna, una persona come Daniela.
Forse perché oltre alla tragedia c’è una narrazione tossica. Quella dei giornalisti che sembrano fare due pesi e due misure.
La vita di Mario ha un peso, quella di Daniela ( che ha avuto la sola colpa, se vogliamo chiamarla così, di non amare più suo marito) un’altra.
Vorrei parlare di lei, Daniela. Una madre. Una donna. Una persona.
Elena e Diego, i suoi gemelli di 12 anni, erano partiti per le vacanze a Margno con il papà un luogo che probabilmente amavano.
Le mani a cui le aveva affidate erano sicure. Non lo amava più ma era il padre dei suoi bambini. Cosa sarebbe potuto succedere?
Daniela racconta che li aveva sentiti alle dieci, per la buonanotte, erano contenti. Chi di noi è madre sa quanto sia importante la telefonata della sera se i tuoi figli sono lontani. Ti mette a posto con il mondo e puoi dormire tranquilla perché sai che stanno bene.
Poi aveva silenziato il telefono perché era casa dei genitori anziani e non voleva disturbarli e perché i suoi bambini erano con il padre non persi chissà dove, non con estranei.
Daniela si sveglia alle 5 e trova tre messaggi su WhatsApp che il marito le aveva inviato nella notte.
Nell’ ultimo, mandato alle 3 del mattino scriveva: “Guarda la mail”.
Daniela è andata a controllare e ha letto ciò che non avrebbe mai voluto ascoltare, accuse per la sua decisione di separarsi da lui, fino a quella frase terribile e definitiva: «È colpa tua se la faccio finita. I tuoi figli non li rivedrai più».
Daniela ha saputo dagli investigatori che all’ 1 e 30 quel padre aveva già fatto tutto. Aveva strangolato Elena e soffocato con un cuscino Diego.
Dopo di che, prima di uccidersi, ha postato una foto su Instagram con i suoi figli, sotto ha scritto: “Con i miei ragazzi sempre insieme”.
Perché quei ragazzi erano suoi. Daniela era sua. Esistevano solo in funzione di se stesso.
È ciò che succede a questi uomini, chiamano amore qualcosa che è legato al proprio centro, al proprio bisogno. L’amore, quello reale, coniugale, materno e paterno, non conosce il “possesso” ma solo la libertà.
Ti amo davvero e quindi ti lascio essere te stesso al di là di me.
Mario ha strangolato Elena e soffocato Diego. Per annientare, punire Daniela. Perché amava solo se stesso, in un delirio di onnipotenza, per cui nessuno poteva esistere lontano da lui.
Questo è ciò che ha fatto. Ha usato violenza sui suoi figli e su Daniela.
Non c’ è altra storia da raccontare.
Il resto è narrazione tossica. Che ha un unico scopo: salvare ancora una volta l’uomo, il maschio, a discapito della donna. E se necessario calpestando anche i figli e facendo intendere che quello di Mario è stato un gesto, in fondo, d’amore.
Questa narrazione, consapevole o no, serve per continuare a salvare dei privilegi, il maschilismo, la misoginia. Diamo il nome giusto alle azioni, perché, anche se sono solo linguaggio scritto costruiscono cultura.
Vorrei ricordare ai signori giornalisti che quella donna è una persona e si chiama Daniela e non ha colpe. Anche quei bambini erano persone, piccole, con una vita davanti e si chiamavano Elena e Diego.
Lui non li amava. Li ha uccisi nel peggiore dei modi. Lui amava solo se stesso.
Penny
Sì, sì e ancora una volta sì! Hai espresso in maniera magistrale – lucida e centratissima – il pensiero che in molti, moltissimi (o solo moltissime? mah) abbiamo formulato ma non avremmo saputo riportare così bene. Nessuno uccide i propri figli per “troppo amore” verso una famiglia che non c’è più. Non c’era già da prima, se ne faceva parte un uomo capace di un’atrocità del genere, e il delirante tentativo di rigettarne la “responsabilità” sull’incolpevole moglie, poi, è un’atrocità pari a quella dell’omicidio. Che storia tristissima!
Sono d’accordo, quella famiglia non c’era più, probabilmente da tempo. Un abbraccio
Mi viene da pensare che non e giusto l’atto che l’uomo ha commesso ma e ancora più ingiusto il fatto che ancora si parla fi misogenia e si cerca di creare gruppi per categorizzare le cose. Sismo tutti dubwuesyo pianeta dobbiamo TUTTI rispettarci e capirci ed amarci. Creando questi post si influenzano le menti delle persone già vulnerabili a situazioni simili, bisogna essere oggettivi. Non conosciamo i dettagli di questa storia, ma il punto e che la nostra è una società malata, dove tutto gira intorno il valore delle cose quando nulla ha realmente valore. Se una donna non ama piu il marito ci saranno delle ragioni di fondo ma sllo stesso tempo quando delle decisioni GRANDI come avere dri figli vengono prese bisognerebbe pensare all eventualità de le cose non funzionassero per evitare traumi si bambini. Lui sibe ucciso e hs portato i bambini con se, per me non ce il giusto o sbagliato perché io e nessuno di voi era lui. Nom e giusto giudicare gli altri e prendere parti e la loro storia ed è finita così proprio perché si prendono sempre parti in una società marcia. Donne, uomini, basta. Basta. Siamo esseri viventi, fsvvusmo sbagli, impariamo, facciamo altri sbagli, facciamo figli non facciamo figli… Sono dettagli nella grande scala del pianeta. Guardate oltre, giudicate voi stessi prima di infangare le persone. Non e giusto lasciarsci se si hanno dei figli e ingiusto e traumatico per i figli ma la nostra società lo permette. Perché e una società di lusso. E una vergogna ma e la verità. Si dovrebbe sempre trovare il modo di comunicare e trovare accordi ma e piu conveniente strappare gli averi degli altri quando non ce più quel legame. Davvero? Questo e il risultato dinun legame così intenso dall’aver generato dei figli con l’amore della tua vita? Il vil denaro? La casa al mare? La macchina di lusdo? Il frutto di anni di sacrifici fatti assieme? Questo è il vero egoismo, lasciare che una famiglia possa arrivare a questo e la prova che in un momento del genere tutte le realtà che di sono costruire crollano sulle spalle di un amore che non c’è più e nulla ha piu senso. Non era stato accettato da vivo e non lo state accettando da morto. Bravi, continuate così.
Mi fermo su una frase: lui si è ucciso e ha portato i bambini con sé, per me non c’è il giusto o sbagliato. Mi sembra una frase assurda e la riformulo: lui si è ucciso e ha ucciso due bambini, persone, che avrebbero voluto continuare a vivere. Li ha strangolati a mani nude. Questo è sbagliato. Eccome, se dobbiamo sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Potrei dirle allora che un uomo che uccide un altro uomo, magari lo tortura per giorni, non può essere giudicato? Certo, deve subire un processo ma per non praticare il male, dobbiamo sapere cosa è bene e cosa non lo è. O il suo ragionamento vale solo per le separazioni?
Penny