Io non la so spiegare la fatica. Non so spiegare quanto mi sento sola. Forse non lo sono nemmeno, eppure ci sono momenti in cui lo sguardo non ha orizzonte.
Non la so spiegare eppure c’è, e mi mordicchia le caviglie come una zecca.
Non la so spiegare la paura di non riuscire ad alzare la testa una volta per tutte, a non essere in due a dividere il carico, a non trovare la giustizia nella giustizia, così, mentre qualcuno porta figli nuovi in vacanza, qualcun altro li fa sedere intorno al tavolo e gli dice: “Ok, dobbiamo riorganizzarci”.
Non ho paura per me e nemmeno per le mie figlie, so che ce la faremo e che, visti i tempi, non mi dovrei nemmeno lamentare, sono solo stanca, a volte. E chissà se si può dire.
La testa vortica senza controllo dentro a pensieri che forse non hanno senso e mentre festeggio la Pasqua lontano dalle mie figlie e una ha la febbre, guardo le altre donne sicure dentro a matrimoni di cui non so niente, se non che essere in due è un sollievo.
È un sollievo quel “carico” emotivo e non, condiviso, perché i figli sono “nostri” e attraverso i figli sei riconosciuta.
È per questo che ci si sposa? Per sentirsi sicure? Forse un po’ sì è anche se fosse è comprensibile perché da sole è dura.
E non è la solitudine a farmi paura, ma tutte le azioni che giurisprudenza, leggi e governi impilano o non impilano, tipo quelle di sostegno alla cura, che ogni tanto viene voglia di non provarci più ad essere libere.
Ogni tanto viene voglia di rinunciare e appoggiarsi a un uomo che il più delle volte guadagna più di te, che ha meno incombenze sui figli, a cui non fanno mai venire il senso di colpa…ecc..
Dovrei parlare d’amore, lo so e di quanto sia bella l’esistenza e avere dei figli, invece, siccome questo è un diario pubblico vi “beccate” pure i giorni bui, avete sempre la possibilità di cambiare canale, ma ho promesso di raccontarmi con sincerità e farlo mi aiuta.
Tornerei indietro alla sicurezza del focolare? No, lo sapete.
I governi, con le leggi tiepide a favore delle donne che vengono trattate da minoranza anche quando non lo sono, ci incastrano. Ci fanno restare anche quando non vorremmo.
La cultura, alla fine, ci sottomette.
E non rinuncerei alla mia libertà, però ha un costo, a volte, quello doloroso della solitudine.
Poi possiamo anche dirci che dobbiamo essere guerriere e dirlo pure alle bambine! Per quanto mi riguarda preferirei avere leggi giuste ed essere felice. A me la lotta mi stanca e basta.
Penny ♥️
Ps: so che esistono matrimoni d’amore, cercate di capirmi.
https://www.ragazzimondadori.it/libri/ai-figli-ci-sono-cose-da-dire-cinzia-
https://www.giunti.it › catalogo › il-…Il matrimonio di mia sorella – Giunti
E non rinuncerei alla mia libertà, però ha un costo, a volte, quello doloroso della solitudine.
Eccola qui la frase che indica la strada maestra, che seppur dolorosamente, mi riporta al valore della vita, alle sue finestre aperte, ai suoi giorni ancora da vivere. Anch’io sono rimasta senza marito, è stata la malattia a portarselo appresso e dopo due anni fatti di giorni in cui ho toccato il fondo e altri in cui sono faticosamente risalita, oggi mi dico che tutto ciò che mi rimane è la libertà, che nonostante tutto, difenderò ad ogni costo, perché alla fine è lei che mi ha tratto in salvo.
Grazie per la tua forza♥️
Sono donna, sono single, ho 3 figli ( che sono capolavori perché è la natura che facendoli crescere in me ha fatto un capolavoro!) A volte sono impaurita da questa vita dura che ci chiede come donne di essere sempre all altezza di f are tutto, la vita matrimoniale in effetti ci deresponsabilizza da qualcosa, si condividono le problematiche e sembrano pesare di meno anche se poi chi si attiva per risolverle è la donna. A volte fa malissimo vedere i letti dei figli vuoti e stranamente la camera in ordine perché loro sono dal padre. A volte mi sembra di aver sbagliato tutto fino ad oggi….poi mi risollevo volendo credere a tutte quelle filosofie in cui gli errori diventano opportunità, in cui il dolore fortifica e fa crescere. In cui la vita che ha chiuso una porta, aprirà un portone.
Io credo che non si possa mai essere convinti o felici o sicuri delle scelte fatte, credo che il
dubbio, al di là della riuscita dei nostri errori, sia crescita per noi e per chi ci sta intorno. Un abbraccio Penny