È stato bellissimo tornare. Ieri sera, dopo il solito week end di fuga in montagna, non c’era nessuna delle due ?.
Una manco l’ho sentita arrivare perché alle dieci ero già crollata, però mi sono alzata presto stamattina per lasciargli qualcosa per pranzo, imbastire la cena visto che stasera finisco tardi, fare la lavatrice e preparare una torta.
La mia solita torta, semplice semplice, con lo yogurt scaduto, un pezzo di mela avanzata che le due avevano lasciato nel frigo diventata un po’ marroncina, poi, vabbè, ho sbagliato e invece della cannella ho messo la noce moscata,( poi però ho sciacquato le mele e le ho ributtate dentro…sciiii!) ma questa è un’altra storia.
Verso le sette, siccome non sentivo movimenti, una doveva andare a scuola e l’altra porta una piccola all’asilo, ho bussato alla porta della loro camera che è rotta da tempo immemore e non si può aprire dall’esterno.
“Ci siete?” ho domandato.
La piccola con un filo di voce mi ha detto: “Dimmi l’ora esatta”. E quando le ho comunicato che erano le 7:09 mi ha risposto:“Mi alzo ai 15 esatti”. ?
Poi -sempre piazzata fuori dalla porta- ho chiamato l’altra che mi ha urlato incazzata un mammaaaaaaa, ho fatto un salto dallo spavento che me la sono data a gambe levate.
Fanculo! Storie di ordinaria follia in casa Penny.
Poi, come sempre accade, la grande mi ha chiesto scusa, le avrei voluto dire: sai dove ne le metto le tue scuse? ma sono stata brava bravissima- che ero già stanca- e ho sorriso.
È arrivata l’altra e mi ha baciato mentre trifolavo gli zucchini per stasera che quando cucino mi sembra di scalare diciotto montagne. Insomma, alle otto ero già provata e pronta per uscire.
Che la mia giornata abbia inizio, mi son detta mentre mi davo il mascara sulla bocca ( perché cazzo fanno i rossetti con il pennello io non lo so)!
Oggi faccio il pap test, di quelli gratuiti per le vecchie come me e mi sono detta, speriamo che almeno laggiù tutto sia in ordine. Mi sono immaginata una zona di calma e di quiete- pensate a come sono ridotta?.
La verità è che una donna paga i momenti di desiderio che si prende, li paga, in un modo o in un altro. Certo, non ci rinuncerei mai, ma non dovrebbe essere così. Per questo non bisogna smettere di lottare affinché il carico di cura sia davvero condiviso con gli uomini.
Per questo dobbiamo essere consapevoli quando ci pensiamo libere che non lo siamo finché pagheremo gli spazi di desiderio aumentando la velocità delle altre azioni.
Non dobbiamo aspirare all’eroismo, a dirci quanto siamo brave a tenere tutto insieme, ma a perseguire la strada dei diritti.
E ogni tanto, oltre a questo, mandare a fanculo prole e richieste non sarà educativo, ma fa tanto tanto tanto bene.
E io non ho un marito ?.
Penny ♥️
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