Sto cercando di stare ferma. Mi succede quando ho paura.
La paura serve, questo lo sappiamo, ci protegge dal pericolo e ci mette in allerta. Non è mai utile annullarla o negarla perché le conseguenze possono incidere sulle nostre vite, a volte, in maniera disastrosa; ciò che possiamo fare è trovare il modo di affrontarla.
Il mio, adesso, è quello di non accelerare. È un altro dono del tempo che passa e ogni volta mi stupisco di quanto possa essere ricca questa seconda stagione.
In fondo, sono sempre una dalle seconde possibilità, dalle seconde scelte, mai azzeccato nulla alla prima.
Le idee sbagliate sono state quelle che mi hanno messo in crisi, hanno creato paure e ansie e alle fine mi hanno aiutato a fare meglio.
E, allora, mi fermo perché ho imparato che è dentro al tempo della noia che nascono i progetti più belli, ne parlo sempre con i bambini e le bambine in classe. Il tempo vuoto è una grande risorsa.
Quando ci muoviamo in fretta tutto ci trapassa, perdiamo brandelli dell’esperienza, percepiamo solo i rumori di fondo e siamo molto più esposti.
Un tempo più lento è un tempo espanso, per questo scrivo meno qui, acquisto meno, parlo meno, intervengo meno e quando mi coglie l’urgenza di agire, allontano quell’urgenza. Grazie a questo rallentare scopro che molte urgenze erano solo parte dei rumori di fondo e le paure si assottigliano.
Muoversi piano vuol dire poter sentire quello che succede nel profondo che poi la vita prende strade inaspettate e quasi mai è come l’abbiamo immaginata.
Vivere è la cosa più difficile da fare, a volte, sopravviviamo e manco ce ne rendiamo conto.
Sto ferma, non mi trascino, non rincorro vittorie, non scappo dalle sconfitte.
Provo a sentire la noia come sono capaci i bambini che sanno fare di quel tempo uno strumento progettuale potente.
Penny ♥️
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