Il mio corpo sta cambiando. La menopausa é alle porte. Credevo di essere pronta, invece, faccio molta fatica ad accettare la cedevolezza del mio corpo.
“Non mi sento più bella” confido ad un’amica, e mi darei delle sberle per la mia puerilità.
“Cavoli, ma non ti puoi rilassare!” mi risponde lei.
So quanto ha inciso lo stereotipo su di me.
Sono stata cicciottina fino ai vent’anni, dopo di che la diete e le trasformazioni. Non che fossi diventata chissà cosa -ho sempre avuto un fisico tendente al morbido anche nella magrezza- ma dopo anni, finalmente mi sentivo piacente.
Mi vergogno per questi infantilismi, eppure, non posso negare di guardare il passare del tempo con una certa riluttanza. Potrei andare in palestra, lo so, ma preferisco dedicare del tempo ad altro, camminare ad esempio o scrivere. Devo fare delle scelte e i miei pensieri- esattamente come me – sono incoerenti.
“Ti assicuro che gli altri non ti vedono come ti vedi tu” mi conforta la mia amica, ma gli occhi degli altri- di chi mi vuole bene- non sono il problema.
Il problema é tutta la cultura impressa in ogni cellula fin dalla culla e se anche ti tappi gli occhi o le orecchie permea in ogni schermo, immagine, vetrina.
É la cultura della negazione dei corpi e la percezione di un un unico corpo perfetto. É la cultura del ritocco, della correzione del difetto, dell’omologazione. É la cultura del devi essere “madre, donna e figa”.
É la cultura degli uomini della mia età che guardano mia figlia e non lo dico con invidia vi assicuro, ma con ribrezzo. É la cultura degli spogliatoi, delle immagini di tette e culi, come se fossimo pezzi di carne in vendita dal macellaio.
É la cultura delle ragazze e donne che sui social passano ore a spiegarti come levigare, coprire, nascondere. É la cultura delle creme costosissime e dei tamponamenti, delle guance e labbra gonfiate.
Lo so che le mie difficoltà di accettazione sul corpo sono frutto di questa cultura e sarei falsa se dicessi che nel tempo non mi hanno condizionato.
Devo fare continuamente un lavoro di consapevolezza per non sabotare il mio processo di invecchiamento.
É un’attività continua e un percorso complesso di cui si parla ancora troppo poco se non, appunto, in termini di correzione.
E non c’entra nulla il fatto di non volersi bene, più invecchio e più so volermi bene, ma di una zavorra che inizia da lontano e di cui ogni donna, almeno quelle consapevolmente femministe, prima o poi, prova a liberarsi.
Non so cosa succeda agli uomini -perché anche di questo non se ne parla- di come si sentano, ma di certo questa richiesta di pressione sulla perfezione del corpo non c’è, per lo meno da parte del femminile.
Basti pensare agli uomini brizzolati, a come si parli di loro in termini di fascino, cosa che non avviene di certo per noi. Basti pensare che una donna della mia età non lancia sguardi bavosi ai ragazzi o non si scambia foto di culi o peni. Per lo meno non nel mio cerchio di amicizie.
Ad ogni modo, mi guardo intorno e vedere gli altri e le altre coetanee invecchiare con me, mi é di conforto. Vedere gli altri e le altre mi fa da specchio: sarà puerile ma il sapere che noi umani imperfetti siamo sulla stessa barca mi é di sollievo.
Che dire, non c’è conclusione in questo post, forse solo un groviglio di pensieri. Me li sono concessi, scriverli mi aiuta a legittimarli e capire come superarli. Lo sapete questo é un diario pubblico e di scambio, io ci sono dentro come voi.
Ad ogni modo, forse non c’ è nulla da superare, devo solo lasciare del tempo al tempo, a volte, lui lo reclama per sé stesso e per me, quando ho paura.
Grazie per l’ascolto. ♥️
Penny ♥️
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Esattamente quello che sento io a 49 e in menopausa da un anno circa. Non accettazione e pensieri del tipo non sono più io, non mi riconosco e non mi piaccio. Poi a volte, in questo ultimo periodo sempre più spesso, mi guardo e mi dico cavolo però chi avrebbe detto mai che sarei diventata oggi la donna che sono? Insomma è vero che ho il culo raddoppiato, ma il mio cervello e l’esperienze accumulate sul piatto della bilancia pesano sicuramente più di un fisico con evidenti segni di una vita vissuta pienamente. E poi i quattro figli, un matrimonio che regge le sfide del tempo che passa e tutto trasforma, le mie amiche, il mio lavoro….. evviva tutto anche le lacrime per la nostalgia di una gioventù ormai sfumata e il desiderio di fare e dire e andare ancora tanto e lontano. Un abbraccio Penny….mi piace quello che scrivi e come lo scrivi
Cara Sara, la tua mi sembra una storia così bella…brava, per le parole e i pensieri. Fanno bene.
Ciao io da poco ho fatto una visita ginecologica perché non vedo il ciclo da Dicembre.Pensavo fosse stress a causa di un anno molto stressante(ho cambiato lavoro e a Luglio 2023 ho partecipato ad un esame concorsuale che mi ha impegnato molto fisicamente e mentalmente).Fino ad Agosto 2022 ho sempre avuto il ciclo regolare da Settembre in coincidenza con il nuovo lavoro ho saltato fino a Dicembre che mi sono arrivate ,ma poi più nulla….mi sono promessa di fare una visita….e dagli esami ormonali fatti è risultata una menopausa precoce.Ho appena compiuto 40anni….non me l aspettavo proprio…fatico ad accettare questa nuova condizione.Ho due bambini per fortuna…continuo a ripetermelo …ma sento un senso di tristezza.
Scusa se ti rispondo solo ora, cosa posso dirti, solo che capisco…è difficile, molto difficile. Non ci sono scorciatoie, però, ricorda una cosa: tutte le volte che si chiude un portone tu cerca la finestra, cercala, perché c’è. Ti abbraccio tanto e tanto.