Vado sul banale, avverto, chi vuole può mollare qui la lettura. Ma il banale, i piccoli gesti, sono quelli che poi costituiscono una vita, quella che passa.

Ahimè, parlo di donne, perché sono una donna e non saprei quale sia lo stress di un uomo, men che meno di un padre.

Ieri pensavo che mia madre ha vissuto due vite, la sua e quella delle persone che amava. Credo che per me sia lo stesso.

La vedevo alzarsi prima di tutti noi, la vedevo correre, trovare soluzioni, portarci a scuola, farci fare h compiti, venirci a prendere, parlare con maestre e professori, accompagnarci dai vari medici, comprare ciò che mancava. Certo, c’era mio padre ma i suoi ritmi erano diversi.

Mia madre, mentre noi eravamo piccole e mio padre ci era accanto, ha vissuto due vite.

Il licenziamento dopo vent’anni, dopo aver dato tutta sé stessa, mi aveva portato in ufficio mentre ero ancora in culla, mi aveva mandato all’asilo prestissimo per non perderlo quel lavoro, poi, ne ha cercato un altro, il mutuo, la luce accesa in cucina quando la casa era buia a sistemare e fare conti.

Mia madre ha vissuto due vite e i suoi conti non sono mai tornati, come quelle di quasi tutte noi.

E non é il conto in rosso, non è la fatica, quella sta sulle spalle, é il senso di ingiustizia a tormentarci, a renderci “isteriche”, a volte.

É quel mal di stomaco continuo per dover piacere e compiacere e rendersi conto che le unità di misura sono due: una é la nostra, l’altra é quella di chi nasce dentro al privilegio maschile.

Così, stamattina mi sono alzata prima, ho sistemato cose, poi, sono andata in bagno, il mio tubetto di crema era vuoto, il mio olio – centellinato-pure. Risucchiati dalle mie figlie.

Non c’è nulla che riesco a preservare di me, anche se ci provo; le sgrido, mi sgrido eppure, sono come mia madre. Vivo due vite, la mia e quelle di coloro a cui voglio bene.

E se mi guardo indietro penso che dobbiamo smetterla, perché non c’è nulla di eroico in questo, lo sa mia madre e lo so io.

Lo sapete voi.

Non dobbiamo vivere due vite, la vera lotta sta nel preservare la nostra.

Solo allora i conti potranno tornare e non c’è nulla di eroico in noi ed é così banale da far sembrante importante un tubetto di crema.

Penny ♥️

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