Mi sono separata sette anni fa. Una separazione di cui ancora oggi porto i segni.  Ma vi dico subito che non tornerei mai indietro, e rifarei quello che ho fatto, magari in modo diverso, ma lo rifarei. Nonostante la sofferenza delle mie figlie. Nonostante alcuni amici che non ho più. Il dolore di mio padre e di mia madre, che comunque hanno cercato di starmi vicino, quando hanno capito.

Mi ricordo che la decisione l’ho presa in un giorno d’ottobre, prima di allora, nonostante stessi malissimo, non era concepibile per me rompere quel vincolo in cui avevo creduto, le promesse fatte in nome del nostro amore. E poi, c’erano le mie figlie. A loro dovevo il mio senso di responsabilità.

Eppure non sono riuscita a fare diverso. È arrivato un giorno in cui sono entrata in casa e ho capito che non sarei tornata indietro, neanche se lo avessi voluto. Dirlo è stato difficile. Dire: “Sto male”. Soprattutto, quando dall’altra parte non ci sono orecchie per sentire, e tutto deve rimanere immutato in nome di un amore che ha creato una voragine, un vuoto.

Questo fa un po’ parte della nostra cultura, come ho già detto, piuttosto conservatrice.

Chi è lasciato si sente tradito, ferito, e il dolore credo sia come una morte. Ma anche chi lascia, sta male. Per la decisione da prendere, per il carico di sofferenza che scuote e che scuoterà.

Quando l’abbiamo detto alle nostre figlie hanno pianto. Quale bambino vorrebbe che i suoi genitori si lasciassero? Ma quale bambino vorrebbe la responsabilità di tenere in piedi un matrimonio? Quale bambino sta bene dove una madre e un padre litigano, o dove ci sono silenzi carichi di rancore o di cose non dette?

Intanto, ripeto, non potevo fare diverso. Stavo così male che il dolore arrivava all’altezza dello stomaco e, ancora ora quando ci penso, quella fitta arriva, perché so quanta sofferenza c’è stata.

Ma oggi, dopo un divorzio in giudiziale, e un mantenimento per le figlie nullo; oggi sono una donna e una mamma migliore. Le mie figlie sanno come stavamo prima e come stanno adesso. Sanno che il bene non può diventare rancore nei loro confronti, e se lo diventa, qualcosa non va. Quel padre e quella madre non stanno amando come si deve.

Sanno che in amore non si può tornare indietro, e non si rinnega chi si è amato; ma si può andare avanti e scegliersi di nuovo, o non farlo più.

Sanno che oggi le guardo con occhi diversi, perché ho imparato a guardare con occhi diversi me stessa.

Sanno che esiste la sofferenza e che va affrontata, dunque si muore.

Per la cronaca, il mio ex marito (e come mi ha scritto qualcuno so che non dovrei chiamarlo così) ha una compagna e un figlio. Ma è sempre arrabbiato, così arrabbiato che quando mi incontra non mi saluta. Mi chiedo se sarà così per sempre, o se le cose, prima o poi cambieranno.

Noi non siamo oggetti, dovremmo saperlo, e non apparteniamo a nessuno, se non a noi stessi. Il mio, tuo non esiste. Dobbiamo iniziare ad usare un linguaggio nuovo se vogliamo che le cose cambino.

Abbiamo un’unica responsabilità nella nostra vita: essere felici. Ripeto, se non lo siamo, i nostri figli non potranno mai esserlo. E un unico compito insegnare ai figli a desiderarla la felicità.

Ho pianto tanto, ho perso amiche preziose che non riuscivano a capire perché cambiassi la mia vita, e la loro dentro alla mia.

Si dice a chi lascia che non pensa ai figli ed è egoista, ma anche chi trattiene e pensa solo al suo amore, lo è.

A volte, è più facile essere infelici che non esserlo. Ed è un peccato.

Mi fermo qui, anche se avrei voluto scrivervi ancora delle cose. Lo farò un’altra volta, perché è faticoso, anche per me. Ma ho voluto farlo, per le persone che mi stanno scrivendo e mi stanno mettendo il cuore in mano.

Una luce c’è.

Basta avere pazienza e coraggio da vendere.

 

Buona giornata Penny

#ilmatrimoniodimiasorella

183 comments on “Effetti collaterali di una separazione. La mia.”

      • Io dico solo una cosa ma perché vi sposate ?se poi volete la libertà?la cosa più facile è lasciare i mariti e volete pure ragione dovreste solo vergogniarvi anche a scriverle ste cose per trovare giustificazione che non ci sono anzi quando uscite mettetevi anche una maschera

      • Perchè crescono con il sogno dell’abito da sposa bianco, del marito perfetto, della casa perfetta, dei figli perfetti, della relazione perfetta…..poi, si rendono conto che non è proprio così che funziona e sorgono le prime difficoltà.
        Al quel punto “vengono bombardate, da quelle riflessioni continuamente propalate e condivise in modo virale sui social in cui si invita lei a fare tutto per se stessa, a non pensare alla famiglia o al proprio uomo o ai proprio figli come scopo nella vita ma, essenzialmente, come ad un mezzo che, in quanto tale, può anche risultare superfluo o comunque subordinato al proprio benessere individuale.
        Devono porre se stesse sempre al centro della propria azione. Perché non è possibile vivere un minuto soltanto di noia, lontana dalle emozioni grazie alle quali lei è il consumatore per eccellenza. Veri e propri inni alla deresponsabilizzazione femminile, che viene invece spacciata come una forma di libertà ed “emancipazione”.

        Poi, complici leggi medievali e patriarcali (eh si, ciò che del Patriarcato fa comodo viene mantenuto e tutelato) si fanno due conti: lui ormai ha 50 anni e di lavargli le mutande non le va più (20 anni prima fece di tutto in cucina e sotto le lenzuola per battere la concorrenza ma adesso è calvo, in sovrappeso e chi se lo piglia più) e non serve più a molto se non a pagare il mutuo, cibo, vestiti e vacanze cose che, comunque, dovrà continuare a fare anche a costo di dover finire a dormire in macchina.
        Un padre per i figli? Che si tolga dalle scatole che tanto sono buona da sola una volta pagate le bollette.
        Il tutto spesso e volentieri giustificato dalla mistificazione corrente nazi-femminista che tutti gli uomini sono, di fatto o potenzialmente, narcisisti, possessivi e violenti!!!

    • Cara Penny, mi imbatto nel tuo blog per caso e ciò che scrivi mi arriva al cuore. In questi giorni, dopo un anno di un doloroso percorso personale, di terapia e di ricerca, ho deciso di lasciare mio marito, con cui ho una bimba di quasi due anni. Un uomo e un padre modello, ma che ho smesso di amare, perché ci siamo così allontanati dopo anni insieme che ora siamo due estranei. So cosa succederà, lui forse non si aspetta questa mia decisione, eppure tutti questi anni senza parlare mai veramente, senza condividere le emozioni – io così estroversa, lui così riservato- ci hanno portato a questo. Perderò la mia famiglia, gli amici, la casa. Però non posso non seguire la verità e accettare di morire ogni giorno un po’ di più. Oggi sono pronta a perdere tutto e a guadagnare l’unica cosa che sento importante: la possibilità di una vita nuova per me e di potermi guardare allo specchio sapendo di aver seguito la mia strada. Grazie per quello che scrivi, mi sono sentita meno sola. Un abbraccio, Chiara

      • Cara Chiara, credo di aver vissuto ciò che descrivi. Le mie figlie erano due e più grandi ma il sentire era lo stesso. Arriva un momento in cui non si può fare diverso e non basta l’impegno o la volontà, il nostro essere profondo ci spinge alla verità. Nonostante il dolore.
        Ti sono vicina. In bocca al lupo. Penny

      • Quello che succede è che mia madre, distrutta dal dolore, mi dice che non posso far cadere su mio marito e mia figlia la decisione senza prima tentare tutte le strade. Io ho fatto un anno di terapia, scavando nella profondità del mio dolore, e l’errore che ho fatto è stato non parlarne, chiudermi a lottare da sola. Il risultato è che da fuori la mia scelta viene vissuta come egoistica perché non condivisa. Eppure mio marito in questi mesi, pur vedendomi a pezzi, non ha fatto niente per cercare un dialogo, per proporre una soluzione. E io adesso l’ultima cosa che desidero è una terapia di coppia, perché io sono già dall’altra parte. Vorrei solo chiudere ed essere libera. E invece mi lascio influenzare e trattenere. Domani ho appuntamento con avvocato, dopodiché parlerò con mio marito. Ma sbaglio a desiderare una vita diversa? Pensare di chiudere mi da sollievo pur nel dolore, pensare di restare e tentare una riconciliazione mi ributta nel baratro.

      • Cara Chiara, gli altri devono avere il tempo di comprendere, alcuni non li faranno mai, il problema non è quello che desiderano loro o quello che credono possibile, l’importante è quello che tu ritieni importante per te. Questo vuol dire crescere. Sbagli ai loro occhi, ma sai anche imparare a deludere gli altri vuol dire crescere. Quindi dai ascolto al tuo sentire, è l’unico modo per stare bene. Io sono con te. Penny

    • Credo che non si possa pretendere che il tuo ex marito non ti rifiuti. Mi auguro con tutto il cuore che per il bene dei vostri figli riesca a trasmettere tutto l’amore che sicuramente prova, su di loro. Ma tuttavia non credo sia una soluzione mentire per salvare le apparenze. Appartiene solo a lui la possibilità di perdonarti o meno e nessuno, ripeto, nessuno può obbligarlo. Forse un giorno si stancherà di arrabbiarsi perché capirà che arrabbiarsi con chi lo ha lasciato non ne vale proprio la pena e forse troverà la pace. Fai la tua vita e non pretendere di controllare le emozioni degli altri

      • La verità è che non ho nulla da farmi perdonare, alla separazione si Erica in due, la coppia non funziona in due ❤️

    • Ciao, sono un marito lasciato.
      Nel nostro matrimonio abbiamo vissuto momenti di felicità e momenti tristi, difficili. Abbiamo una bellissima bambina, frutto del nostro amore. Abbiamo condiviso tantissime cose e siamo sempre stati bene insieme. Poi, boom, ‘ti lascio e voglio la separazione’, con molteplici motivazioni differenti, dal ‘tu non mi hai mai amata’, al ‘tu pensi solo al successo’, ‘tu pensi solo a te stesso’. È vero, non sempre riusciamo ad esprimere il nostro amore in famiglia, ma proprio per questo motivo bisognerebbe parlare ed insieme trovare un modo per andare avanti, per il bene di tutti. Amare significa anche trovare la felicità in ciò che si ha. La vita è un battito di ciglia e continuarla con la persona che ha dato la vita ai tuoi figli è il significato di vivere. Certo, non consideriamo i casi disperati di violenza in tutti i sensi, consideriamo quelle famiglie buttate all’aria per incomprensioni. Io continuo ad amarla e continuo a dimostrarle il mio rispetto come moglie e come madre. Sono certo che le faranno bene ed un giorno ci troveremo di fronte ad un caffè riscoprendoci e tornando ad amarci con tutta la semplicità di questo mondo. Quindi, se potete, provate, parlate con i vostri mariti (o compagni), gli donerete un poco di serenità e vi sentirete più felici.

      • Caro Andrea, concordo con te, parlarsi fa sempre bene, aiuta, porta a capirsi e magari a cambiare il tiro; quello che faccio un po’ fatica a capire è il fatto che ci sia uno dei due ignaro del dolore dell’altro, di un suo allontanamento. Insomma, mi è difficile immaginare che la rottura avvenga solo da una parte, se è così, qualcosa nella comunicazione, ma di entrambi, non ha funzionato. Dove eri quando lei non stava bene? O non era felice? Con questo non voglio assolutamente dire che la colpa sia tua ma che le relazioni, se finisco, hanno delle responsabilità condivise. Ecco, solo questo…ecco, parli di moglie e madre ma forse ( e dico forse, perché non conosco la storia) c’è un altro rispetto che manca ed è quello dell’ essere considerate in primo luogo delle donne. Non so, forse è una lettura a cui non avevi pensato. Per il resto capisco il dolore e la sofferenza ma tutto è superabile e soprattutto cerca di andare avanti per te, soprattutto. Un abbraccio Penny

    • Grazie Penny, per le emozioni tutte attraverso le tue parole e per la bellezza della coerenza ed amore verso te stessa e verso le tue figlie.
      Mi sono rivista nel tuo racconto e leggerti mi ha fatto bene al cuore ed all’anima.
      Grazie!
      Cristina

      • Penny grazie per aver condiviso. Io sono dall’altra parte, abbandonata dal mio compagno e padre dei miei figli. Sì, mi sento così, abbandonata. Un dolore profondo sul quale devo avere la pazienza di lavorare. Esercizio della pazienza non sempre facile nella mia vita fagocitante di vita.
        Mi richiami sempre alla riflessione ed in questo al sentire di lui.
        Grazie, ti leggo sempre volentieri

      • Cara Chiara, prima del mio ex marito ho avuto una relazione molto lunga durata 10 anni. Eravamo ragazzini quando ci siamo messi insieme e mi ha lasciato per stare con un’altra donna. Ho sofferto molto, ma alla fine ho capito molte cose di me e di noi. Non è lo stesso quando ci sono dei figli, e credo che la sofferenza sia davvero tanta. Così tanta da sentirsi persi. Però, voglio pensare che le cose non avvengano mai a caso e che ci sia un posto laggiù per te, solo tuo di felicità. Dammi notizie di te. Penny
        P.s Chiara è il nome di mia sorella.

    • Ciao Penny anche io sono stata tradita dal marito con due ragazzi. Ci ha lasciato la notte di Natale ed è andata dalla attuale tizia. Sembravano una famiglia esemplare. Ma lui aveva perso il lavoro nel 2014 ed io l ho sempre sostenuto. Finanziariamente ad emotivamente ma qualcosa non ha funzionato. Ora siamo con gli avvocati e non si come andremo a finore. Perché mi odia tanto?

      • Caio Roberta, non credo odi te. Non saprà cosa farne di se stesso. Rinnegate te è come rinnegare la sua vita prima e darti la colpa delle cose che non vanno. A volte, si capisce l’amore di un uomo per come ci lascia. Tu cerca di mollare la presa, forse, viste come sono andate le cose, non hai perso molto. Sei delusa e lo capisco. Concentrati su di te. I suoi problemi non li risolverà buttandosi su un’altra donna…ma,per fortuna, quello non ti riguarda più. Ti abbraccio. Io sono qui. Penny

      • Un farabutto che non ti meritava. Spero che tu ora, dopo due anni, sia felice e che lui si stia mangiando il fegato per averti perso

  1. Ciao..io sono stata lasciata circa 8 mesi fa,sola con una bambina di un anno e mezzo e letteralmente sbattuta fuori di casa..il nostro rapporto è durato 11 anni, avevamo dei progetti, volevamo un altro figlio,avevamo una casa..tutto è cambiato dopo la nascita di mia figlia.. lui mi ha fatto affrontare tutto da sola,non ha mai capito la difficoltà del periodo, la stanchezza, i suoi genitori continuamente in mezzo, con critiche, invidie e cattiverie inaudite nei miei confronti..non mi ha mai dato il suo appoggio e non mi ha mai difeso, ascoltava solo i suoi e mai me..io sapevo cosa volevo..fare la mamma come lo sentivo, prendermi cura della mia bambina, proteggerla..la crisi è durata un anno, con litigi e silenzi, fino a un giorno in cui siamo arrivati a un punto di non ritorno..e dopo una litigata furiosa, lui ha deciso di finirla così, senza parlarne nemmeno con me, dicendomelo con un sms, mettendomi davanti a un avvocato..io non posso farci niente,lo odio per come si è comportato, per come si è fatto condizionare e per quello che ha tolto a mia figlia, la sua famiglia..E odio il modo in cui lo ha fatto..io ho sempre pensato che fosse una crisi passeggera e che la avremmo potuta affrontare insieme..ma a lui non interessa, e non ne vuole più sapere..E sto male, tanto male..tanto che non riesco nemmeno a respirare da quanto mi manca..E poi penso che sono una stupida, che uno così non mi merita e che non mi ha mai amato..ma il dolore resta, e sembra insuperabile..Spero che il tempo passi in fretta e che si affievolisca, perché voglio essere felice,voglio una nuova vita, un nuovo amore, un altro figlio perché è quello che merito…

    • Hai tutte le ragioni a stare male. Proprio tutte. E sai cosa ti dico? Vivitelo questo dolore e questa rabbia, anche l’odio che hai per lui. Ma poi, trasformalo in azioni positive per te e la tua bimba. Non ci sono parole per il modo in cui ti ha lasciato, piuttosto codardo. Ma ricordati che non hai tolto a tua figlia una famiglia, ma l’idea che avevi di quella famiglia. E se dovevi ” difenderla” e lui non ti ascoltava, ma era ” succube” dei suoi genitori, ma che amore era?
      Quando dici che ti manca, chiediti cosa ti manca, lui o l’idea che avevi di lui? Da quello che racconti erano liti e silenzi. E allora, quando stai male pensa a questo, non a quello che avresti voluto, ma a quello che era lui veramente, ed eravate voi insieme. Ho la sensazione che il tuo desiderio di famiglia e di amore ti abbia fatto credere a tutti i costi che lui fosse l’uomo giusto.
      Passerà, te lo giuro. Guarda avanti e se puoi fatti aiutare. Due domande: in che senso ti ha sbattuta fuori di casa? E mi chiedevo se lavori.
      Goditi la tua bambina, è un’età di scoperte bellissime. Parla con le amiche. Inizia da cose semplici, un bel film, un libro. Una cosa per volta, un passo per volta. E respira. Lascia che il tempo ti guarisca. E fatti una domanda: ma io, Ella, veramente voglio un uomo così?
      A me, da quello che scrivi mi sembra che tu ti sia già data una risposta. E sia già un passo avanti. Lascialo indietro quell’amore, che amore era stato, ma no era più. E abbi fiducia.
      Se hai bisogno io sono qui. Ti penserò. Riscrivimi e fammi sapere.
      Vi abbraccio strette, tu e la tua piccola. Sei coraggiosa Ella. Ricorda, un passo dopo l’altro. Un giorno dopo l’altro. Ci vuole tempo, tanto tempo. Ti aspetto Penny.

      • Grazie Penny per queste parole..davvero di cuore..ho la mia famiglia e le mie amiche che mi stanno vicino, ma loro non sempre riescono a capire fino in fondo come sto e mi sento spesso sola o non voglio far vedere loro quanto sto male..per risponderti si, fortunatamente ho un lavoro, faccio la commessa..e la casa dove vivevo con lui e mia figlia, che io avevo arredato e fatta mia,era di proprietà dei suoi genitori..quindi ho dovuto andarmene..mi sono trovata un piccolo appartamento in affitto che riesco a pagare solo grazie ai soldi che mi passa lui..insomma sto cercando piano piano di andare avanti con le mie forze e sto cercando di crescere mia figlia nel miglior modo possibile cercando di non crollare..voglio crederti però..che con il tempo andrà meglio..io continuerò a seguirti..Grazie ancora..

      • Ciao..oggi mio marito se n’è andato lasciandomi sola con nostra figlia di quasi 5 anni..è tornato dai suoi vuole stare solo perché dice che non sta più bene in famiglia ma io ho idea che sia infatuato di un’altra..in realtà non ci amiamo da tempo eppure sto male lo stesso sia perché in ogni caso provo affetto x lui sia soprattutto perché so che la bimba ci starà male e se penso a questo al male che fa alla piccola mi sento morire…lei sogna una vita insieme è appena andato via e piange perché non è qui a dormire..abbiamo concordato che cenera’ sempre qui con noi x il momemto e cmq tutti i pomeriggi starà con la bimba finché non arrivo io che finisco più tardi e dopo cena se ne va questo x far si che non debba vivere il cambiamento di colpa x darle una parvenza che nulla è cambiato..ma io mi sento in colpa x mia figlia non volevo questa separazione ho quasi supplicato di darci un’ altra possibilità e invece niente..cone si fa a buttare così una famiglia? Cosa vale cosi la pena? Spero cge la piccola non ne risenti troppo..perché x quanto possiamo essere presenti intuisce come stanno realmente le cose..x consolarmi continuo a ripetermi che meglio così piuttosto che vederci litigare..ma chi può dire cos’ è meglio? Spero non cresca rancorosa o complessata..farò di tutto x impedirlo ma tutto questo x me è un incubo..grazie x lo sfogo

      • Cara Licia, io credo di averti risposto per email la sera stessa. Volevo ti arrivasse subito la mia vicinanza. Se non ti è arrivata la mia risposta puoi scrivermelo qui. Ti abbraccio, spero tu stia bene. Penny

  2. Chiara, anch’io come te 10 anni fa, ma il tempo guarisce e fa capire molte cose; abbi fiducia in te e non mollare mai, circondati di amici, quelli veri, il resto passa, le ferite si rimarginano, la paura scompare e tu tornerai a sorridere.
    Penny sei grande!

    • Forse può anche giudicare, ma poi esiste la riconciliazione e il cercare di capirsi. Secondo me ho toccato corde che mettevano in discussione la loro stessa vita, ma questa è solo la mia opinione. Comunque, altri cuori mi hanno accolto. Per fortuna. Un Bacino Penny

  3. Anche io mi sono separata 16 anni fa, e come per te, l’iter è stato molto doloroso, ho lasciato la casa dove vivevo con il mio ex marito e i nostri 4 figli, tre già grandi, l’ultimo tredicenne. Hanno pianto tutti, mi hanno per qualche tempo colpevolizzata, daltronde come non capirli, avevo sconvolto la loro vita. Ho sofferto anche io, 23 anni di matrimonio tirato avanti per i figli mi stava facendo perdere la stima di me stessa, dovevo far qualcosa… Poi un giorno non ce l’ho fatta più e sono andata via lasciando la mia casa a lui e ai miei ragazzi. Piano piano e con tanta dolcezza ho spiegato ai miei figli le mie motivazioni, la mia tristezza e il senso di vuoto che accompagnavano il mio quotidiano e col tempo hanno capito. Non è stato facile ma ce l’ho fatta! Oggi ho un compagno col quale vivo un rapporto sereno, il mio ultimo figlio vive con me, gli altri 3 hanno trovato ognuno la propria strada e sono genitori sereni, il mio secondo figlio è sacerdote… Dopo i primi anni di guerra continua e strumentalizzazione dei figli, finalmente oggi ho un rapporto civile col papà dei miei figli, (molto semplice perchè non ho chiesto e non chiedo soldi), ho un lavoro che mi gratifica, insegno alla scuola media, e a 62 anni posso dire di aver pareggiato i conti con la vita. Ancora fa male pensare a quanto passato, alla solitudine, allo strazio dell’anima e ai sensi di colpa nei confronti dei ragazzi ma, come te, ho deciso di guardare avanti e di volermi bene.
    Grazie Penny…

    • Leggendoti mi si apre il cuore, sapere che qualcuno è arrivato in fondo e con serenità è davvero di sollievo.
      Sai, le mie ragazze non hanno un buon rapporto con il padre, e a me dispiace moltissimo. So che ne pagheranno il conto se non affrontano, ma io posso solo essere di sostegno, spingere che lo vedano, ed esserci se loro hanno bisogno. Con il mio stipendio, sono insegnante come te, non è facile tirare avanti due ragazze, ma come te amo il mio lavoro e sono felice di ciò che la vita mi ha dato. Ti ringrazio per le tue parole spero che siano da incoraggiamento a chi è dentro al dolore e non riesce ancora ad uscirne. Grazie Angela, grazie davvero. Torna da noi. Penny

      • Dolce Penny il tempo guarisce le ferite, purtroppo non cancella le cicatrici… L’amore tra due persone può finire, poco importa chi si allontana per primo… Ci si separa da un uomo o da una donna, mai dai figli. Vedrai che col tempo le tue ragazze si riavvicineranno al loro papà, ne sentiranno il bisogno quando perdoneranno… Un abbraccio a tutti ❤

      • Lo spero. Per ora è un grande caos e io navigo a vista. Torna, abbiamo tutti bisogno di parole buone, anche io. Penny

      • Ciao Penny, ho scoperto solo oggi la tua rubrica e ne sono felice! Io dopo cinque lunghi anni sono serena ma pur essendo dall’altra parte rispetto alla tua storia ancora oggi non ho un rapporto comunicativo civile con il padre dei miei figli che mi detesta irragionevolmente! I figli ne risentono tanto..leggevo delle tue ragazze che non hanno un buon rapporto col padre: bisogna aiutare innanzitutto loro anche col supporto di un terapeuta, è importante per la loro vita futura; prima faranno i conti e metteranno in ordine il rapporto col padre prima si sentiranno libere e piu serene amche nella loro genitorialità futura… Grazie per la tua condivisione.

      • Ciao Rosita, concordo con te. La terapia sarebbe la strada necessaria e per un po’ l’abbiamo seguita. Ma con fatica nell’ottenere il consenso dal padre (essendo minorenni). I soldi per me sono un altro grande problema. Ci siamo rivolte ai servizi, siamo in lista, attendiamo. Ma credo che, a volte, sia l’unica strada per mettere a posto. Grazie per il tuo consiglio Penny

    • Oggi, sto così così..
      13 anni fa, mi separai.
      Ho lasciato tutto, persino i 2 figli che non hanno voluto stare con me, e glielgli ho riportati.
      Durante l’agonia della separazione, volu da me perché non sopportavo più lui, il suo non carattere, ho conosciuto uno che poi diventò il mio compagno per 10 anni.
      Non è andata bene con quella persona e non sto lì a spiegare il perché, non è il punto.
      Credo che i miei figli sono stati male e parecchio.
      Ora sono grandi.
      Ma ci sto ancora male, vedendo che a ora ad oggi, mi escludono da pezzi della loro vita, scegliendo per esempio di festeggiare i compleanni con lui e non invitandomi. A casa del papà.
      Dopo 13 anni, mi sono espressa e è venuto fuori solo una lite.
      Boh.
      Ho tentato di spiegare che mi sentivo esclusa
      Ma niente. Non capiscono.

      • Non credo sia facile per loro, ma tu non demordere e continua a spiegare le tue ragioni, cerca di stargli vicino, comunque. Senza se e senza ma. Ti abbraccio

      • Fammi capire. Molli il padre e i tuoi figli per andarti a fare la tua vita con un altro e poi, siccome ti è andata male, ti aspetti di essere perdonata, capita e accolta? Ti sentivi esclusa? Ma sei seria? Se non fosse tragico mi verrebbe da pensare ad uno scherzo! Siamo alla follia!

      • Bravo Roberto, purtroppo c’è molta gente che il detto: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” non lo conosce.

        “Ho tentato di spiegare che mi sentivo esclusa
        Ma niente. Non capiscono.”

        Certo non c’è nulla da capire che devono capire? Li hai ABBANDONATI. Hai abbandonato il sangue del tuo sangue per un “amore”…. Pensa come l’hanno presa loro all’epoca….così piccoli e bisognosi d’amore, tu li lasci soli per poterti vivere la tua storia in santa pace?!

        Se non ci arrivi da sola che hai tradito la loro fiducia in modo gravissimo…Se non ci arrivi che gli hai inflitto una ferita che sanguinerà per sempre…Se non ci arrivi che sei tu che devi cospargerti il capo di cenere…..

        Allora non ti puo aiutare nessuno, nemmeno Penny con il suo sostegno.

      • Voi non avete capito nulla e non sto a spiegare o meglio giustificarmi con brutta gente come voi.

    • Non dire così. Se rimani c’è un motivo. Si resta finché c’è un motivo. E quel motivo è più grande di qualsiasi altra cosa, quindi magari è importante. Pensaci ilgattosly. Penny
      Ps : Il nome così simpatico da dove spunta?
      Ps: cavoli…i biglietti degli U2…

      • Il motivo è un piccolo uomo di 13 anni…ma non c’è giorno che non mi chieda se ci fosse stata anche la possibilità di una soluzione diversa senza penalizzare il rapporto con lui…
        PS sai che il nome non mi ricordo più nemmeno da dove derivi?
        PS2 Si… 🙂

  4. È un processo così doloroso quello della separazione, è perdita, di sogni e di terreno sotto i piedi,,,
    Si ricomincia piano piano, a piccoli passi, a costruire nuovamente una piastrella alla volta,,, inseguendo la bellezza delle cose che per noi sono attimi di felicità.
    Insegno ai miei ragazzi di guardarsi intorno quando tutto sembra buio e triste,,, e dico loro di cercare 5 cose belle,,, un tramonto, un cucciolo di gatto, un Fiore, il muovimento delle foglie, ma anche le loro cose materiali, che ricordano loro dei momenti speciali, ed ecco che il sorriso torna, ecco che la bellezza la troviamo nelle piccole cose, nei piccoli passi.
    E ogni giorno si ricomincia così,,, cercando attimi di felicità, momenti per sentirsi sereni.
    Hai ragione quando dici che abbiamo la responsabilità di essere felici!
    Vi sono vicina❤

    • Come madri credo davvero che abbiamo il compito arduo di insegnare ai nostri figli a desiderare. E come fanno a farlo se noi non ne siamo capaci? Anche io mi sento vicina, ad ognuno di voi, e vorrei dire a tutti di non rinunciare. Non rinunciare ad avere una vita migliore. Grazie Marielik. Un abbraccio.

  5. …ecco, io sono tra quelli che non hanno (ancora) trovato il coraggio di farlo. Come scrivevi in altro tuo post, in una separazione ci sono i figli, i genitori, il lavoro gli amici.
    Forse c’è un motivo se resto, ma io non lo so più… in questi anni di solitudine, anni costellati da silenzi incomprensibili e muri insormontabili, anni in cui ho cercato di fare la mamma e (un po’) anche il papà, ho perso il senso del rapporto di coppia.. non so più cosa significhi.
    Mi fai riflettere quando scrivi che non si può restare per i figli, quale figlio vorrebbe una responsabilità così grande.
    Hai ragione, non è un buon esempio da dare ai ragazzi: sacrificare la propria felicità per loro. Non è questo il modo di insegnare loro a rispettarsi.
    Ma forse loro capirebbero. Ci sono cose che i figli sono in grado di capire.. i miei, due ragazzi, di prima superiore e quinta elementare, sono certa che capirebbero. E allora mi domando di cosa ho paura. Ecco, non lo so. Forse voglio ancora bene a quest’uomo, così faticoso da vivere, forse mi illudo che prima o poi maturi, mi piacerebbe poter credere che in una separazione sarebbe in grado di creare per i figli un contesto familiare valido, alternativo al mio: come dire.. che i figli potessero decidere con la massima serenità di stare liberamente con mamma o con papà secondo il loro stato d’animo… che potessero avere due case in cui stare: una con mamma e una con papà. Sarebbe magnifico. Ma chissà. Intanto ti leggo Penny, e leggo anche le storie degli altri, qui nelle tue righe. È bello qui da te, è bello condividere.
    Grazie Penny..
    Ps: penserò una ricetta per te 🙂

    • Sai cosa penso? Che la domanda è giusta. Di cosa abbiamo paura? Io di deludere gli altri. Gli altri erano uno specchio necessario per riconoscermi. E senza di loro non esistevo. Finché ho capito che potevo anche deluderli o non essere come si aspettavano che io fossi. Potevo. Comunquesto esistono anche delle coppie che si salvano. Bisogna dedicarsi del tempo per ritrovarsi. E riscoprirsi. Ti fai molte domande e sono sicura che in te ci siano le risposte. Intanto crea. Il tuo blog é davvero bello. Aspetto la ricetta. Che sia semplice, però. (Ormai lo sai, sono una frana).
      È bello qui anche con te. Penny

      • La mia grande paura era di non farcela, la solitudine, separarmi dai bambini i weekend (rari) che trascorrevano con il padre, la casa vuota, non vivere con loro alcuni momenti,,, ci sono state notti lunghissime e giorni ancora più lunghi quando la vita scorreva fuori,, ed era ferma dentro di me.
        Ma ce la si fa, a trovare in noi nuovi interessi, a costruire una nuova io per prepararci a in migliore noi.
        La nostra felicità rende sereni i nostri bambini,,,, e trovano in noi nuovi pilastri più forti.
        Auguro a tutte di trovare la propria strada sole oppure di riprovare fianco a fianco.
        Buona serata:)

      • Grazie per la tua storia spero possa aiutare chi è in mezzo al buio. È un dono e chi dona è una buona persona. Io ti immagino così. Torna. Penny

  6. Ciao Penny,
    Ti ho scoperta per caso settimana scorsa e da allora non faccio che leggerti e rileggerti….e ogni volta scopro nelle tue parole cose nuove!
    Anch’io come te ho due figlie adolescenti, anch’io come te mi sono separata dopo 20 anni di matrimonio dal mio compagno di una vita. Sono stata lasciata per un’altra donna, e questo è stato devastante da accettare. Ma razionalmente so che la nostra relazione era finita ormai da anni. Non entro nei particolari, sarebbe troppo lungo, ma posso dirti che, come te, oggi,sono una donna nuova. E come te non tornerei indietro.
    Ho avuto la fortuna di potermi fare aiutare da uno psicoterapeuta. Ho scelto di farmi aiutare. E questo è il consiglio che vorrei dare a tutte le donna e uomini che stanno affrontando una situazione come questa. Bisogna farsi aiutare. Nessuno si salva da solo.
    Separarsi è come morire. Un lutto. Hai detto bene. Progetti di vita infranti, terrore, solitudine, vuoto,rabbia, smarrimento, delusione….potrei andare avanti all’infinito. Ma dietro tutto questo ci siamo noi. Prima dei nostri figli, prima dei nostri genitori, fratelli,amici, società.
    Prima di tutto ci siamo.

    Con la terapia sono riuscita a trasformare il dolore per il fallimento del mio matrimonio in un occasione di riscatto. Ho imparato a parlare come mai avevo fatto in venti anni. Ho imparato a volermi bene.
    Oggi ho una nuova casa, un nuovo lavoro, nuovi amici, due splendide figlie che ho la fortuna di vedere crescere serene.
    Ma soprattutto ho ritrovato me stessa. E questo è la conquista più importante.
    Ho imparato a non far parlare la rabbia ma il cuore…e da quando dalla mia bocca escono parole…beh…Non entra più il cibo superfluo che prima ingoiavo per ricacciarle in fondo allo stomaco e non farle sentire a nessuno.

    Grazie per essere riuscita a tradurre pensieri e sentimenti che stazionano in ognuno di noi in parole semplici e chiare…dare un nome a ciò che proviamo è la prima tappa verso il benessere.
    Un abbraccio.
    Willy

    • Ciao Willy, è importante che in un luogo come questo gli altri possano leggere parole come le tue. Di speranza. Credo anch’io che uno dei primi passi verso la consapevolezza sia quello di farsi aiutare. La psicoterapia è una possibilità importante. Bisogna imparare a credere in noi stessi e in ciò che proviamo e, a volte, abbiamo bisogno di qualcuno che ci insegni come si fa. Quindi grazie. Abbiamo bisogno di storie buone come la tua. Penny

  7. Bellissimo articolo ed essendoci passato anche io so che non è facile. Dopo tre anni sono ancora alla ricerca della mia felicità che al momento vivo a tratti.. la mia difficoltà maggiore resta sempre il rapporto con la mamma dei miei figli (non mi piace chiamarla ex moglie), quanto la qualità di quel rapporto porti benefici ai miei figli e quali siano le condizione affinché sia possibile essere più sereni fra me e lei, nonostante tutto quello che è successo durante la separazione e divorzio

    • Penso che questa sia la parte più difficile. Non dimenticare cosa si è stati insieme. Dare un valore anche se non si è più coppia. Se tutti facessero così i nostri figli crescerebbero felici. Grazie Cronache di un papà. A presto. Penny

  8. Io ho subito l’abbandono da parte di “ex marito” (perché dici che non va bene dirlo?), mia figlia ne ha sofferto tantissimo e ne soffre ancora oggi, non tanto per la separazione, quanto per ciò che la riguarda: i weekend alterni, avere due case, non poter decidere quando e come e dove stare… la burocrazia la fa soffrire terribilmente.
    Per quanto riguarda me, oggi sono passati otto anni precisi, mi sono “rifatta una vita” e sì, si dimentica, si perdona, si va avanti. Non capisco l’astio del tuo ex, visto che anche lui si è “rifatto una vita”…

    • La sofferenza per i figli è enorme. Forse quando cresceranno, chissà. Il
      mio ex marito, secondo me, ha ricostruito sulle macerie senza ripulire. Ero un oggetto suo, e il fatto che lo abbia lasciato credo sia ancora incomprensibile. Penso, ma è solo una mia idea, che finito un rapporto, se non si comprendono le cause, e non si accetta di avere una qualche responsabilità, in realtà non si possa crescere. E arriva un giorno in cui i nodi vengono al pettine.
      Allora, da quello che dici, anche se si è lasciati, se si soffre e si è dall’altra parte, la vita può ricominciare? Spero che ti leggano le altre donne. Grazie Bla.
      Ps Bla è carino da matti. Penny

      • Ciao Penny,
        te lo spiego io l’astio del tuo ex marito..
        Per un uomo è sempre tutto risolvibile, se ha amato davvero. Non è concepibile per un uomo accettare una separazione non voluta, specialmente con prole. È un attacco troppo potente all’etica stessa dell’ essere padre. Se ci sono dei problemi si parla, non si cova rancore e poi si esplode da un momento all’altro, lasciando l’altro nell’incredulità e nello sconforto. E per voi, che avete le fette di salame sugli occhi, l’unica ragione di questo astio è l’amore non corrisposto. Lui ti ama ancora. anche se si è rifatto una vita 🙂 Le cose non saranno così per sempre. Ma devi fare la tua parte. Si vede che non gli hai ancora chiesto scusa e/o non ti sei dimostrata pentita. Ecco dalla tua lettera non lo sembri proprio…e questa è una cosa che un ex-marito non riesce proprio a capire. Si perde tutti in una separazione, soprattutto i figli però. E come può una mamma che ama i suoi figli, togliergli il loro stesso padre? Poi dimmi, lo hai lasciato e basta oppure dopo 2-3 mesi ti sei già messa con un altro? se lo hai fatto hai fatto un grosso errore…un altro smacco al tuo ex. Se non lo hai fatto chapeau…ma sappi che per lui sarebbe sempre stato tutto risolvibile.
        Purtroppo queste sono cose che in una mente maschile non esistono. Esistono però nella vostra, e noi lo dobbiamo accettare. Un saluto da un uomo a metà, un uomo che non vive più da quando, due anni fa, la sua amata moglie ha combinato una cosa simile.

      • Ciao, ho letto e riletto il tuo scritto. Ho cercato di capire come potermi mettere dal tuo punto di vista. E non credo di esserci riuscita. Non sono d’accordo e vorrei farti capire quello che penso, pur rispettando il tuo di pensiero e il tuo dolore.
        Non è che una donna si svegli una mattina e dica: me ne vado. E non è che non ci abbia provato prima. Almeno per me è stato così. Ma lui non vedeva o non voleva vedere perché ero una cosa piuttosto scontata. Inglobata nei regali di nozze. Ecco il punto: un attacco potente all’etica di padre. Il padre che non è uomo? Perché l’attacco è riferito alla paternità o all’amore presunto. E l’amore non è quel sentimento che lascia l’altro libero di scegliere? Altrimenti che nome potremmo dargli: possesso? E quell’uomo che si ricostruisce una vita con un’altra donna, ci fa un figlio e rimane fermo lì, al matrimonio precedente, che tipo di uomo è? Come ama la sua nuova compagna?
        Non gli ho chiesto scusa perché non mi sono pentita. Di cosa dovrei pentirmi? Di non amare più l’uomo che avevo sposato? Di crescere, procedere e non trovare più nulla in comune con lui? Avrei dovuto stare lì, dirgli che stavo male, lui mi rispondeva che non era niente, che tutte le coppie sono stanche, sentirmi una nullità e fare finta di niente? Tu l’avresti voluto un amore così? Ti sarebbe bastato?
        Io non ho tolto le figlie a un padre, lui ha la possibilità di mandare avanti il rapporto con loro. Io ho scelto di non essere infelice per sempre.
        E nessuno di noi può salvare un’altra persona. Nemmeno l’uomo o la donna che abbiamo sposato può salvarci dall’infelicità. Le cose finiscono, anche l’amore. Sarebbe piuttosto infantile dire che non sia così. Come credere alle favole in età adulta. Io credo nell’uomo e nella forza di cambiamento. Credo nell’amore ma quello che non parla di possesso e non chiede alla propria donna di trarlo in salvo. Penny

      • Si l’amore lascia scegliere è vero. Ma dimentichi una cosa; non sei da sola. Hai dei figli che sono anche al 50% del padre. E qui invece decidi tutto da sola, come se fossi Dio onnipotente. L’amore finisce solo se lo si vuole far finire, è così facile! come pure si sceglie di essere infelici, non lo si diventa.
        Che tipo di uomo è? un uomo che è stato distrutto dalla tua scelta impostagli e che ha cercato di rifarsi una vita..perché non aveva altra soluzione. E per non pensare ha fatto un altro figlio. Comportamento discutibile…ovvio. Ma comprensibile.
        Certo che dovresti pentirti! non amare più è una colpa, perché amare è una decisione! quello che intendi tu, è l’innamoramento. E come tante donne, eterne schiave delle vostre emozioni, li confondi.
        Prova a prendere la decisione di amare invece che aspettare di sentirti innamorata…vedrai che dopo poco ti ci ritrovi, innamorata…
        Svelato l’arcano. Ecco perché hai fatto finire il tuo matrimonio….hai smesso di amare, ma l hai fatto consapevolmente! perché non ti sentivi capita?!
        Credo che ci sia solo un problema di comunicazione qui, altroché l’amore è finito….
        E come se tu fossi giapponese e avessi catalogato un congolese (il tuo ex marito) come non adatto a te (e bada bene, dopo anni di rapporto), dato che non parlavate la stessa lingua.
        Invece era, come tutte le volte, un problema di comunicazione.

      • Grazie per il tuo pensiero. Non so cosa dire intanto mi sembra ti sia tutto chiaro. Penny

    • Concordo perfettamente con la visione di Broken…e mi trova pienamente allineata sul concetto di innamoramento ed amore…si sceglie di amare, e molte volte i problemi di incomunicabilità vengono motivati o confusi con la mancanza di amore.
      Stabilire e mantenere un feeling col partner, presi da quotidianità e problemi, non è facile.
      Allora si è convinti che abbiamo bisogno di un cambiamento…additiamo l’altro delle nostre insoddisfazioni o peggio infelicità….e infine ci ritroviamo in molti ad abbandonare la nave (famiglia), illudendoci di perseguire una felicità (ammesso che esista).
      Il tutto condito dalla convinzione che se noi riusciamo a trovare questa fantomatica felicità lo saranno anche i nostri figli…
      bahh che dire…chiaramente non tutte le situazioni sono uguali, ma a me sembra che troppo spesso si butti via qualcosa di veramente prezioso per dirigerci verso El Dorado…
      E poi la domanda viene spontanea…ma questa felicità pagata con la testa dei nostri figli…è veramente felicità?

      • Non credo che nessuno abbia una risposta certa alla tua domanda, per quanto mi riguarda sono convinta del fatto che se io continuavo a essere infelice, avrei insegnato che è più importante restare che sentire ciò che si prova. Ho scelto me e non mi sono mai pentita. Quando si chiude una relazione, sempre per quanto mi riguarda, non si butta via qualcosa di prezioso si cerca di stare bene e di dare valore a ciò che si sente. Mentire sarebbe sbagliato. Certo, si va verso l’ignoto, ma la paura per ciò che non si conosce, basta per restare?

        Grazie ❤️ Penny

      • Torno dopo due anni per rispondere a Penny (commento del 21.01.2019 hh 22:49):

        Hai insegnato alle tue figlie a LASCIARE (!!). Contenta tu…io invece vedo solo debolezza in quest’azione.

        Credo nel sacrificio invece, per un bene pìù grande del mero interesse personale (Forza, forza d’animo)

        Spero che un giorno le tue figlie, che probabilmente reputi molto intelligenti, lascino l’università, solo perché si sentono infelici (in quel momento). E se invece stringessero i denti per altri due anni e trovassero un buon lavoro in futuro, non saresti più orgogliosa di loro? Vedi l’analogia? Se sei scontenta è perché sei scontenta, non perché tuo marito ti rende infelice! Chi lascia lo fa per un problema personale, che per codardia o mancanza di argomentazioni camuffa come infelicità, causata dall’altro ovviamente.

        Un impegno è da rispettare, ogni promessa è debito.

        Mi scuso per le dure parole Penny. Non me la prendo con te come Penny, ma con tutte le persone (Maschi e Femmine) che non attribuiscono il giusto valore alla famiglia che loro stessi hanno volontariamente creato. Purtroppo, dato che ho vissuto una storia analoga alla tua, schifo queste persone. E questo blog ne è un ricettacolo.

      • A volte, le cose importanti si scrivono alla fine. Non è vero che tu non te la prendi con quelle come me, parli di “schifo”, te la prendi eccome. Fai della tua questione personale qualcosa di oggettivo. Io penso solo, magari mi sbaglio, che le tue parole siano dettate dalla sofferenza di un abbandono. Tu sei quella che è rimasta lui quello che se n’è andato. Però le cose succedono in due. Le responsabilità sono condivise. Lo sai come la penso, l’amore non è sacrificio e nemmeno impegno. L’amore richiede degli aggiustamenti, richiede la comprensione e l’ascolto. L’assenza di giudizio, lo stesso che impregna ogni tua parola. La famiglia non è un contenitore vuoto, è fatto di persone che si amano. L’università è una scelta, è verso una situazione, non verso una persona. Non è possibile il paragone. La fiducia può essere tradita e le storie possono finire. Noi non siamo esseri perfetti e nemmeno statici o sterili. Cambiamo e ci modifichiamo in base alle cose che succedono, in base agli eventi. Avrai ben capito che non condivido nulla di quello che hai detto, ma questa è solo la mia opinione, nessun assoluto, solo la mia. A me non mi schifano le persone, anche quelle che giudicano, cerco di mettermi nei loro panni. Ecco. Penny

      • Ciao a tutti,
        vorrei intervenire dal rispetto verso tutte le opinioni, anche se al dare la mia qualcuno si potrà sentire giudicato o criticato. Concordo con Look e Broken, sull’importanza del “commitment”, dell’impegno verso le scelte che abbiamo fatto, dello sforzo che dovremmo mettere in mantenere la relazione. Credo si confondano due cose molto diverse: la propria felicità, che ovviamente è qualcosa che dobbiamo ricercare, e la solidità e la pienezza della nostra relazione di coppia. Non sono la stessa cosa. La felicità deriva da molte cose, dal pensare prima di tutto di essere nel nostro gusto cammino, verso i nostri veri obiettivi, vivendo la vita che vogliamo vivere cercando di essere noi stessi, e allo stesso tempo è fatta di tanti piccoli momenti che ci rendono “micro” felici: un gesto del nostro partner, una soddisfazione al lavoro, una cosa buffa fatta dai nostri figli, una buona cena, un buon risultato in uno sport… Quando tutto questo succede siamo allineati con il nostro io e quindi felici.
        Per essere felice in una relazione, per me, devo essere sicuro dei sentimenti (profondi) del mio partner, essere disposto ad aiutarlo e appoggiarlo nella sua vita, collaborare con lui nella famiglia, apprezzarlo nelle sue cose positive e accettarlo in quelle negative. E mi aspetto da lei esattamente lo stesso. Questo è amore vero. Non mi aspetto di alzarmi la mattina ed essere invaso dal sentimento dell’amore. Amare è uno sforzo e una decisione, concordo. A volte amiamo di più, altre meno. A volte nostra moglie è in cima ai nostri pensieri, altre volte non lo è, la vita non è facile. L’importante è essere lì se loro ne hanno bisogno. L’amore come sentimento finisce, sempre, o momentaneamente: se tutte le coppie si lasciassero quando questo succede, non ci sarebbero più matrimoni che resistono. Il problema è che il concetto di amore romantico, che ci viene proposto e imposto da decenni, ci impone di “sentire”, dal profondo del cuore, e se questo non succede ci sentiamo come se ci mancasse qualcosa, e ci inizia a rendere infelici e ci mette in una spirale senza fine: e qual è la soluzione? La separazione, per andare a cercare altrove qualcosa che ci faccia sentire completi e realizzati. Dall’altra parte lasciamo lui, che nell’ottica del suo impegno e commitment pensa che tutto vada bene. Non pensa ad altre donne, pensa alla salute e benessere della famiglia, si sente felice per tutto quello che ha, famiglia, figli, moglie, e si proietta nel futuro cercando che questo sia il migliore possibile per tutti. E all’improvviso gli arriva la notizia: “non ti amo più”, che non riesce a capire proprio perché è fuori dal suo schema mentale.
        Adesso la situazione è rovesciata: lei, intenta a cercare se stessa, a cercare la felicità, nemmeno sia un tesoro nascosto chissà dove. Lui, distrutto dal dolore perché tutto quello per cui aveva fatto sacrifici e sforzi per creare è andato perduto. E con esso la sua.. di felicità.
        Perché non vede senso nel festeggiare i compleanni dei figli per separato, nel non poter condividere i cambi e i successi dei figli insieme alla loro madre, con la quale, insieme, si era deciso di metterli al mondo. Perché viene a mancare una figura di riferimento per lui, che si suppone avrebbe dovuto appoggiarlo e seguirlo per tutta la vita, “nella buona e cattiva sorte”… Ecco allora l’insegnamento che arriva ai figli: cerca la tua felicità, è la cosa più importante, fregatene se per ottenerla passi sopra a quella degli altri, fregatene se per ottenerla vieni meno alle promesse che hai fatto, la felicità (che non sappiamo nemmeno cosa sia) viene sopra tutto e sopra tutti. E se fosse il contrario? Che a farci felici sia invece la consapevolezza che stiamo facendo il nostro meglio per compiere gli impegni che ci siamo presi, al lavoro, in coppia, con gli amici? Che, quando saremo sul letto di morte, potremo dire: ci ho messo tutto me stesso, e ci sono riuscito, e sono felice per questo. Ecco perché sono d’accordo con chi ha fatto l’esempio dell’Università: può essere che in un momento saremmo più felici se invece di finire di studiare potessimo partire per un bel viaggio. Ma quello che ci farà realmente felici sarà realmente, sempre, abbandonare e arrendersi? Personalmente, ovviamente, faccio parte della categoria dei lasciati, senza un perché solido, senza una possibilità di fare uno sforzo da parte mia. E non parliamo nemmeno delle richieste economiche che vengono col divorzio, e fanno molte volte si che una donna entri con 20 e ne esca con 70. Ma si sa, è il mio diritto alla felicità…
        E un’ultima cosa: è un pò buffo che se un marito lascia una donna per un’altra, senza motivi, sia un impresentabile, mentre se lo fa una donna sta semplicemente seguendo i suoi sentimenti. No, la cosa vale per tutti, chi lascia fa proprio quello, lascia, abbandona, rinuncia, viene meno al suo impegno e al rispetto per il suo partner. Chi viene lasciato, soffre…
        Un saluto.

      • Broken, Look e Ivan……grazie! Sono un uomo, un papà, che sta soffrendo enormemente e che vedendola e pensandola come voi si sente ancora più solo in questo mondo assurdo in cui una compagna, una madre viene esaltata e gratificata perché per perseguire una presunta felicità (solo la sua) distrugge la vita delle persone che avrebbero dovuto essere al centro della propria esistenza! Grazie! Oggi, almeno per qualche minuto fino al prossimo attacco di panico (mai avuti prima della separazione) mi avete fatto sentire un po’ meno solo e un uomo normale!

      • Caro Roberto io ti consiglio di lavorare per la tua felicità, capisco il dolore ma non credo che lei abbia fatto tutto da sola, nella vostra storia eravate in due. Al centro della tua vita dovresti esserci tu, altrimenti quello che desideri o chiami amore non lo è ma si chiama bisogno.
        Penny

      • Sei un uomo che soffre per una perdita, come tanti, prima riesci a non dare responsabilità a lei ma chiederti dove vi siete persi e ricominciare prima starai bene. Superare il dolore è possibile, a volte, si diventa uomini migliori.
        Penny

      • Vedi Penny. Quello che nessuno sembra capire degli uomini come me (perchè ce ne sono di quelli che dopo sei mesi hanno risolto tutto riaccompagnandosi ad un’altra donna, beati loro!!!) è che non è una perdita come se mi fossi lasciato con la fidanzatina.
        A me è stato tolto un intero sistema di vita e di valori su cui ho basato gli ultimi 15 anni di vita e su cui avevo programmato di arrivare alla fine dei miei giorni.
        Un insieme di grandi e piccole cose, dal fondo integrativo della pensione di cui era beneficiaria la mia compagna all’andare a prendere un gelato tutti e quattro assieme in una domenica pomeriggio qualsiasi.
        Cosa vuol dire “mettermi al centro della mia vita” se per 15 anni al centro della mia vita ci sono state la mia compagna e le nostre meravigliose bambine?
        Sono completamente allo sbando perchè non so neanche più cosa desiderare. Cosa? Quando tutto ciò che vorrei sarebbe andare a Gardaland con le mie bambine e con la loro madre. Quando tutto ciò che ho in mente è pagare il mutuo e, se riesco, mettere da parte dei soldi per farle studiare alla Bocconi qualora decidessero di fare l’università. Cosa mi invento? A cosa mi attacco per riempire quei giorni vuoti lontano dal mio letto, dalla mia casa, dalle mie cucciole e dalla mia donna?
        Vado a ballare la Salsa? Riesumo amici che non vedo da 20 anni per riorganizzare un viaggio in Thailandia come abbiamo fatto 25 anni fa? Oppure mi compro la moto, una bella giacca di pelle e mi faccio qualche bel tatuaggio per sembrare figo e giovane? O magari faccio un corso da sommelier o comincio a suonare la chitarra. Patetico!!!

        Parlate tutti di rifarsi una vita come se si trattasse di cambiare l’automobile ma io non lo capisco cosa vogliate dire; proprio non ci arrivo!

        Io poi non do responsabilità a lei senza prima assumermi le mie. Ho fatto tanti errori, dato per scontato tante cose, ho molti difetti che forse probabilmente non eliminerò mai. Ma ho anche tanti pregi e MAI E POI MAI avrei pensato di mettere in discussione la nostra famiglia. E’ questa la responsabilità di cui parlo e che non le perdonerò mai, non i suoi difetti che potevano essere irritanti ma che avevo imparato ad amare perché parte di lei.

        Tanti anni fa abbiamo fatto una scelta…..quella di mettere al mondo due figlie con tutto ciò che questo comporta. Tutto sparito perchè piano piano lei ha realizzato che quel bel ragazzo di cui si era innamorata e che fece di tutto per fare suo e strappare alla concorrenza, alla fine non è quel principe azzurro che aveva sognato di incontrare quando da bambina fantasticava con Barbie e Ken che si sposavano e vivevano felici e contenti senza bollette da pagare. Si, certo Ken andava a lavorare ma 15 secondi dopo tornava bello come il sole, simpatico, con un mazzo di rose rosse, vestito meravigliosamente bene e Barbie si sentiva una regina. Poi Ken non invecchiava mentre quel ragazzo oggi è un uomo di mezza età che ha messo su qualche chilo, ha i capelli più radi e, notizia sconvolgente, fa le puzze a volte. Ken mica era così.

        Ma si dai, mettiamoci al centro della nostra esistenza e speriamo che lei incontri un uomo decente che possa fare da padre surrogato alle mie bambine e che io trovi una donna decente con cui prenderle e andare a fare due settimane di vacanza assieme ad Agosto; se siamo fortunati hanno anche loro dei figli cosi diamo alle nostre dei fratelli senza dover passare per quella cosa così odiosa chiamata gravidanza. E poi magari passiamo il Natale tutti assieme; che bello, una invidiabile famiglia allargata; vuoi mettere rispetto ad un classico Natale con i nonni e i cugini?
        Almeno finchè dura…..poi se dopo un anno, cinque o dieci qualcuno si stanca qual è il problema? Ognuno di noi rimetterà se stesso al centro della propria vita, lascerà l’altro al suo destino e, via, si riparte per una nuova avventura!!! Facile no?

      • @Roberto:
        Quanto, profondamente e sinceramente, ti capisco… tu non lo puoi immaginare.
        Sono pensieri che ho avuto anche io e che ancora ho, almeno cento volte al giorno. Ci sto lavorando tanto e duramente, questione di metabolizzazione, accettazione e di “lasciar andare”, concetto così alla moda eppure così vero.
        Credo che come me tu ti stia scontrando con lo sbriciolarsi di un intero sistema di vita. Il quadro che avevi dipinto giorno dopo giorno con impegno e dedizione ti è stato strappato davanti agli occhi e tu ora non sai nemmeno più chi sei. Nulla sembra avere più senso perchè quello che è scomparso è il tuo passato, il tuo presente e il futuro che avevi progettato e nel quale sapevi come muoverti, avevi un ruolo, tutti ce l’aveva, compresi i cugini alle feste comandate.
        Ti dico quello che sta aiutando me, senza presunzione di verità.
        Io ho imparato a meditare sulla impermanenza delle cose, concetto rubato alla filosofia buddhista. Noi esseri umani programmiamo per necessità di sopravvivenza e questo ci fa sentire al sicuro. Però poi accade, accade sempre che qualcosa va storto e quel quadretto, che credevi appeso al muro per l’eternità, improvvisamente va in frantumi. E’ accaduto col tuo matrimonio ma poteva accadere per un incidente, una malattia, un qualsiasi evento esterno su cui tu non hai il controllo. E allora cosa puoi fare? Come puoi opporti a qualcosa che semplicemente è accaduto? Certo puoi piangere e certo che piangerai, come abbiamo pianto tutti. Ma poi la tua mente ti riporterà alla giusta economia delle cose: anche piangendo, anche disperandoti, non potrai farci nulla. Le cose sono andate così, anche se non l’hai scelto tu. A questo punto puoi solo osservare la nuova realtà, riposizionarti al sui interno e cercare di fare tutto quanto in tuo potere per ritrovare un senso e con esso la felicità.
        E’ dannatamente vero che TU e solo TU esisti, alla fine del gioco. E’ solo su di te che puoi avere il controllo, non sugli altri. La tua compagna ha fatto una scelta che ha delle conseguenze concrete su te e le tue figlie ma adesso la palla torna a te e sei tu che devi decidere cosa farne. Vuoi disperarti per sempre? Vuoi rimpiangere quel quadro che alla luce egli eventi piaceva solo a te oppure vuoi rimetterti a disegnare la tua vita con creatività e amore, per continuare ad andare avanti con dignità e forza?
        Non ho soluzioni né ricette. Ho solo sperimentato sulla mia pelle che il rancore e l’attaccamento a ciò che non esiste più sono veleni. Veleni terribili per chi ha subito uno shock così violento a cui non era preparato e che non si sentiva di meritare. Pensa solo a combattere questi veleni, poi tutto il resto piano piano verrà.
        Ti abbraccio con tutto l’affetto e la vicinanza di chi sa cosa stai passando.
        L.

  9. Ciao Penny, grazie per questa condivisione. Due riflessioni: perché nella maggior parte dei casi siamo noi donne a scegliere di mettere la parola fine a un rapporto insoddisfacente (quando non doloroso)?

    Ho sperimentato anche io qualcosa di simile, non era un matrimonio ma una lunga convivenza (che poi alla fine è quasi lo stesso). Quando sono cambiata, quando ho scelto, molti amici se ne sono andati. Succede. La gente spesso non ama te, ma che cosa significhi per loro

  10. Perché siano le donne non lo so. Mi sembra anche che per gli uomini sia più facile rifarsi una famiglia. Forse è per quello che ci insegnano fin da bambine, ad accondiscendere, essere buone, caute, riservate. Noi accudiamo bambole, i bambini giocano con le macchinine. Forse perché siamo più complicate. Forse perché ci siamo così sudate il nostro posto che ad un certo punto non ci accontentiamo più. Forse perché alcune mamme dei maschi li fanno crescere Principi e noi ereditiamo quello.
    Per quanto riguarda gli amici, sempre secondo me, siamo specchi. La nostra separazione mette in discussione la loro coppia. Le mie amiche, quelle che mi hanno voltato le spalle, non avevano coppie solide. Sarà stato un caso, ma è andata così. Ciao Elena. Boh, non ho tante risposte per te. Un buon venerdì.

  11. Grazie maestra, grazie di queste parole che fanno riflettere e nelle quali ci riconosciamo un po’ tutti come figli o come genitori (nel mio caso, nelle tue figlie)… è un onore per me essere stata tua alunna e quegli anni passati con te non me li scorderò mai. Un abbraccio !

    • Anna! Ricordo sempre lo scricciolo che eri. Ti seguo a distanza ma ti ho nel cuore, sempre. È bello trovarti qui. Emozionante.
      Ps mi ricordo come eri disperata quando dovevi partire…le cose cambiano.
      Ti abbraccio strenta. Annina ti tengo vicino. La tua maestra.

  12. Ciao Penny che bella scoperta sei stata ti ho trovata per caso…. una considerazione che mi viene da fare e che le separazioni alla fine le decidono quasi sempre le donne o perché non sopportano più compromessi e falsità o perché si sentono così sole che forse allora meglio stare da sole sul serio almeno si può decidere davvero cosa farne della propria vita . Chi ci va però sempre di mezzo purtroppo sono i figli che subiscono inconsapevoli le nostre scelte. Ho insegnato anch io alle medie e la cosa che mi colpiva di più era sentire dai ragazzini che si confidavano con me come non riuscivano a rassegnarsi all idea che uno dei due genitori si fosse rifatto una famiglia e soprattutto che avesse un figlio da un altro/a, capisco bene le tue figlie Noi li abbiamo voluti , cercati e messi al mondo e poi crescendo spesso sono vittime delle nostre decisioni ….ho visto tanti ragazzi cresciuti in famiglie sbagliate, con tanti problemi di cui loro erano solo il caprio espiatorio
    Tornando a te sono convinta che nella vita bisogna guardare sempre avanti e che certe decisioni vanno prese per smettere di soffrire, perché il detto “meglio soli che male accompagnati ” ci deve seguire sempre e a volte essere soli vuol dire anche essere ” liberi ” .
    Grazie per le belle parole che scrivi …

      • Ma scusa, ti hanno obbligato a sposarti? O ad avere figli? Ovvio che essere soli vuol dire essere liberi, ma nel momento in cui decidi di metterti in una relazione e sancirla con un contratto, mi sembra ovvio che si decida consapevolmente di rinunciare a un pezzo della nostra libertà (hopefully in nome di una soddisfazione maggiore…). Questa Penny non l’ho proprio capita da parte tua. Con stima, Ivan

  13. Ciao Penny, quando ti ho letto mi hai colpito con “I Figli lo Sanno”. E ancora di più con effetti collaterali di una separazione.
    Io sono all’inizio di una separazione, ho due figli maschi la cosa più strana e che anche me è accaduto lo stesso un giorno di febbraio enrtrando a casa ho capito che, quella vita non è la mia, è i silenzi e la indifferenza di mio marito mi facevano morire dentro, e ancora dopo un’anno non mi ha chiesto il perché, e non ha voluto chiedere spiegazione o capire il perché, la sua voglia di non lottare è la cosa che mi ha lasciato più perplessa .
    E mi ha confermato la mia decisione dopo 20 anni di matrimonio. Ma purtroppo ancora viviamo in casa, perché io non ho un lavoro, non ho nessuno in Italia la mia famiglia è in Sudamerica e sono da sola ad affrontare questo è perché mio lav. lo lasciai nel 2011 per accudire miei figli, non so se un bene continuare a vivere così fin che non mi sistemo, ma ogni giorno è come appassire dentro.
    Ps. Volevo
    Chiederti se riesci a scrivere qualcosa del amore tra fratelli.
    Che mi tocca moltissimo.
    Grazie e un abbraccio.

    • Ciao, la tua lettera mi ha colpito molto. Penso che tante persone si trovino nella tua situazione. Stanno perché non riescono a fare diverso. Forse hai ragione tu, si muore un po’ dentro, ma il primo passo è l’autonomia economica. Non so che età abbiano i tuoi ragazzi, e se tuo marito abbia un buon lavoro o no. Perché delle soluzioni esistono. Se stai è perché hai bisogno ancora di stare. Pensaci. Non sentirti in colpa. È possibile che non sia arrivato per te ancora il momento della scelta. Ma non stare ferma. È molto difficile quando la famiglia è lontana, ma credimi abbiamo dentro risorse che non immaginiamo di avere. Fai delle cose per te se ci riesci che ti aiutino a sostenere questo momento di solitudine. Non so se ti sono stata d’aiuto. Mi piacerebbe saper un po’ di più di te, ad esempio quanti anni hai e anche l’età dei tuoi figli. Se quando parli d’amore fraterno pensi ai tuoi figli o al tuo…ti abbraccio tanto

      • Ciao Penny, scusami la prima lettera l’ho scritto veloce era tutto quello che mi passa in testa in quel momento, traslascuando a
        Cini particolari come per esempio ho 39 anni, sposta da quasi 20 anni, i miei figli uno di 13 anni, e l’altro di 5 anni, emtrambi maschi, nel 2011 mi licenziai di un lavoro fisso per dedicarmi a miei Piccoli, ovviamente con le promesse e il appoggio del padre dei miei figli, promettendomi tante altre cose come lavorare con lui.
        Ci ho provato per 6 mesi senza stipendio. lui è libero professionista si occupa nel campo del l’edilizia.
        Molte mi criticano perché ho preso questa decisione se non ho un lavoro, e mi lo chiedo anche io, ma non me la sentivo più di aspettare e successo un giorno di un mese qualcunque. E penso tu Penny mi riesci a capire questa decisione, permetto che non c’è nessun uomo nella mia vita in questo momento è sono sicura che sia solo consapevolezza di voler stare sola e riprendermi la mia vita, senza voler ferire a nessuno dei miei cari, ma sarà inevitabile
        Ti ringrazio veramente nel dedicare il tuo tempo per rispondermi. Grazie

      • Ciao, sono contenta che tu mi abbia riscritto. Non preoccuparti di quello che ti dicono gli altri, è facile parlare quando non si è dentro alla situazione. Pensa solo a cosa puoi fare tu per stare meglio. Hai tempo e sei giovane…se puoi fatti aiutare per riuscire a fare le cose per bene.
        Se hai deciso (insieme a tuo marito) di lasciare il tuo lavoro, avrai avuto i tuoi motivi, stava all’interno del vostro progetto di vita insieme. E quel che è fatto è fatto. Inutile starci a pensare troppo. Ora lui lavora, e tu no, e questo è un problema.
        Lo stato italiano tutela il coniuge più debole, in questo caso chi non ha il lavoro. Il coniuge più forte deve contribuire al mantenimento dei figli e della moglie (sempre in questo caso) se non lavora. I figli devono stare nella casa dove hanno sempre vissuto, generalmente con la mamma visto che sono minorenni. Le leggi ci sono.
        È difficile aiutare non conoscendo bene la situazione, ma se sei decisa, trovati un bravo avvocato, umano e che sia di buon senso, lui tutelerà i tuoi diritti e soprattutto quelli dei bambini che hanno diritto a stare bene. Stai pur tranquilla che se tra di voi le cose non funzionano sono i primi a rimetterci. Quindi, è importante fare qualcosa.
        Detto questo, cerca di essere il più autonoma possibile. Inizia magari con un piccolo lavoro,qualche ora, se riesci, anche se non é facile in questo momento. Cerca di parlare con tuo marito e spiegargli la situazione. Se lui ha potuto mandare avanti la sua attività era perché tu ti sei occupata dei vostri figli. Ma fai le cose con calma, senza fretta. Quello che riesci, piano piano. Ti abbraccio e scrivimi se hai bisogno. Non posso fare molto, ma ti ascolto volentieri. Buona notte jo. Dormi bene. Penny

  14. Cara Penny, sono ancora qui. Non avevo ancora letto la tua storia, ti abbraccio per tutta la fatica e il dolore che hai provato, per quello che c’é ancora. Che bello per te e le tue figlie e per noi che tu abbia saputo trasformarla in cose buone per altri!!! Quanta veritá e coraggio nel raconto delle vicende. ..Abbraccio tutte quelle che ora stanno nel guado: é normale avere paura, del dopo, della solitudine, dei giudizi ma non vi lasciate sopraffare da queste cose, nemmeno dal senso di colpa. Non si dovrebbe rimanere per questi motivi, se non ci sono modi per recuperarsi .Quando é ora si sente una spinta dentro, un coraggio di andare contro tutto quello che non ci fa star bene, che ci dice “sará e ce la posso fare”. Quando ho sentito che non c’era piú niente fa fare, anche per me.é stato dolore sbigottimento paura..Ho atteso di chiarire, ho cercato di dire, mio marito non sapeva parlarne: ero una stronza, gli rovinavo la vita. Ho atteso due anni che capisse, ho fatto terapia, e chiacchierate con amiche allo sfinimento…Sfinite le amiche, e capitele se non capiscono. Alla fine ha ceduto e abbiamo “deciso” assieme. Lui é arrabbiato, ma collaborativo e sereno x i figli. Ora niente più silenzi in casa, musi lunghi, il gelo di quegli anni (anchr prima che capissi). Quandi l’abbiamo detto ai bimbi il più piccolo ha pianto e si é ribellato. Anche il grande e mio mariti puangevano. Io ero certa du quel che stavamo facendo, mi sentivo in grado di traghettarli ad una situazione piú felice, piú vera. Nom ho pianto ho atteso che si calmassero e ho detto ” ok, ora andiamo al mare”. Ora la fatica é tanta, ma ho me stessa in mano finalmente non devo piú scimmiottare la moglie, i matrimoni in fondo devono essere felici, come le persone, se no é giusto trasformare. Un abbraccio e un in bocca al lupo a tutte.

    • I matrimoni in fondo devono essere felici come le persone…eppure capita che preferiamo stare nei musi lunghi, nelle ansie e nei silenzi che affrontare il dolore. In fondo ci hanno insegnato che le bambine devono essere tranquille, buone e accondiscendenti. Cara Simona se ci parlassimo di più di quello che non va, se accettassimo che non siamo perfette, che ci si può disinnamorare quanta fatica faremmo in meno noi donne? Eppure ancora ci sentiamo in colpa e abbiamo paura di deludere chi ci sta vicino. Ma noi? Noi, non deludiamo noi stesse ogni volta che fuggiamo da ciò che proviamo?
      Ps non so se tu leggi me o io leggo te. Presenza preziosa. Penny

  15. Ti conosco da pochissime settimane eppure è come se fosse da sempre. Con tutte quelle domande a cui tenti faticosamente di dare una risposta ,perché le risposte sono sempre dentro di noi e noi ne avremo la consapevolezza quando saremo pronte per guardarle. Nel frattempo ti leggo e mi commuovo,per tutto quello che riesci a sfiorare con la delicatezza di chi ha sofferto e non con la presunzione di chi vuole solo elargire consigli,peraltro non richiesti. Ma qui si apre una voragine di dolore,di cui ti parlerò se un giorno riuscirò a superare l’ennesima conferma della superficialità umana. Ciao e,veramente,grazie di esistere

    • Ciao Federica, se vuoi, quando vuoi, puoi scrivermi privatamente qui: penny@sosdonne.com. Nel frattempo le domande fanno bene anche quelle che fanno male. Anche le voragini di dolore portano sempre qualcosa di buono, almeno questa è la mia esperienza. Ti abbraccio Penny

  16. Ciao a tutti… mi trovo in una situazione di profondo dolore… dopo 16 anni di matrimonio e due figli (16 e 13) sono arrivata a chiedere io la separazione in realtà era tanto che minacciavo di farlo. Lui è un uomo che usa cocaina e alcol per problemi di personalità. .. profondamente buono, ma immaturo e irresponsabile. Ho tentato in ogni modo di aiutarlo… sono rimasta senza soldi e senza lavoro. Lui non ammette i suoi problemi anzi dà a me la colpa di avergli rovinato la vita da quando l’ ho scoperto. I suoi genitori non di fidano di me e mi hanno abbandonata. Lui non parla nulla… io vorrei solo che si curasse per essere finalmente la bella persona nascosta… ma purtroppo il mio amore e il mio sacrificio non sono bastati. Davvero non so come farò ad affrontare una separazione. .. il dolore per i miei figli e per la famiglia che non sono riuscita a creare… mi distrugge e spero ogni minuto che lui si ravveda e che mi dica hai ragione. .. ho un problema e mi voglio salvare… ma purtroppo temo che non accadrà mai 🙁 grazie per aver letto…

    • Cara Nica, lo so che é difficile. Ma il primo passo é rinunciare all’idea di salvarlo.
      Ci salviamo da soli e se lui non riesce nessun altro potrá farlo.
      Salvati tu. Non hai fallito. Ci hai provato. É molto diverso. Forse, se tu lo lasci avrá la possibilitá di guardare in faccia il suo dolore. Incolpare te é crearsi un alibi. Ha bisogno di essere aiutato e non sei tu che lo deve fare ma una terapista. I tuoi ragazzi hanno bisogno di una madre che non butti via la sua vita e di qualcuno che li protegga dal problema del padre.
      Non confonderti con lui. E se puoi parla con una brava psicologa che ti sostenga. Io sono qui, nel frattempo, se hai bisogno.
      Penny.

  17. Le solite parole delle donne come lei che cercano la felicità e non si fermano neppure davanti al dolore dei figli. Ma è più importante la sua felicità piuttosto che quella delle figlie

      • E andiamo, viva l’egoismo. Quindi la soluzione per te sarebbe far ricadere tutto sull’ ex marito. Non importa se lui è affranto e sta male, come pure le figlie. Bella soluzione. Complimenti! IO davanti a TUTTO.
        La soluzione vera invece è il DIALOGO, non il divorzion. Parlare e parlare affinché TUTTI siano di nuovo felici e i problemi vengano appianati. Facile parlare a pancia piena vero Penny? tanto le figlie sono con te e non sei ridotta sul lastrico…..

      • Sono d’accordo con Broken. Se io non sono felice le mie figlie non sono felici… non vale anche per l’atro genitore? O i figli saranno felici lunedì, martedí e mercoledì, mentre giovedì e venerdì e ogni due weekends saranno tristi, perché stanno con il genitore triste….

      • Rispondo qui per rispondere a tutti i tuoi commenti. Si deve essere felici al di là dei figli. Se la tua felicità è dipesa dallo stare con l’altra persona, beh, secondo me è quello il tuo problema. Credo tu sia ancora molto arrabbiato per questo essere stato lasciato e poco obiettivo, rispetto alla questione. Se la tua ex, poi, ti ha dissanguato, quello non riguarda tutte le donne, è lei una “cattiva persona”. Dai dati emerge il contrario ( non lo dico io) sono le donne quelle più povere, perché i padri non pagano gli alimenti ai figli. Hai mai sentito parlare di povertà femminile? Non fare di tutta l’erba un fascio, le donne che conosco io sono alla canna del gas, nonostante tutto, tirano avanti con dignità e crescono i loro figli. Ripeto, sarà la tua ex moglie a non essere una persona per bene. Quando mi sono sposata, ero innamorata, ma sai, ci vuole molto tempo per conoscere una persona, l’amore non è una scatola di conserva che chiedi in dispensa. Va alimentato e cambia con te. Alcuni uomini, dovrebbero farsene una ragione: l’amore può finire. ( penso al femminicidio 1 donna ogni due giorni muore perché decide di lasciare il suo compagno o marito). A volte succede e non è una questione di impegno, quella è una stronzata. Finisce per mille motivi e le responsabilità sono di entrambi ( e anche qui non lo dico io, basterebbe leggere qualche libro di psicologia), uno dei due ha il coraggio della scelta.
        Detto ciò, permettimi l’ironia, non so se tu e Giuseppe messi insieme potreste aiutarvi, più che altro rischiate di entrare in un circolo vizioso di autocelebrazione che non è mai utile, però, puoi scrivere qui la tua email e lui può scriverti, così potrete dire quanto sono terribili le donne e non crescere mai. Altrimenti non saprei come fare.
        Grazie. Spero di averti spiegato il mio pensiero. Penny

      • Ciao Penny, grazie della risposta, anche se in realtà non mi rispondi e tergiversi le mie riflessioni, mettendolo anche sul personale quando non sarebbe il caso. Ma questo riafferma quello che penso, che a volte siamo su lunghezze d’onda veramente lontane, pensavo uomini e donne, ma non è neppure il caso, visto che a volte sono gli uomini a lasciare. Volevo solo dire che stiamo assistendo allo sfascio della famiglia quando ancora non abbiamo trovato strutture che la possano sostituire per il bene dei figli che mettiamo al mondo. Divorzi quadruplicati dal 1990 ad oggi, famiglia estese, tanta sofferenza che si esprime in forme diverse e a volte aberranti. Siamo poi siciri, di fronte a tutto ciò, che la ricerca della felicità lo giustifichi tutto? E infine, per risponderti: a parte che dove trovo la mia felicità lo ho scritto in un post, e quindi la tua conclusione sul fatto che per me dipenda dallo stare con un’altra persona è una congettura tua, ma allora ti dico che se la tua infelicità dipende da un’altra persona, be allora anche quello è un bel problema. Se avessimo vite piene aldilà della nostra coppia, forse riusciremmo a relativizzare i problemi e a ricondurli nell’ambito di cose da risolvere, curare e cercare di far guarire. Un abbraccio.

      • Anche a te suggerirei lo stesso testo, magari, potrebbe esserti utile.
        PS: le famiglie si sfasciavano anche prima solo che le donne stavano zitte.
        Un saluto Penny

  18. Ma stiamo scherzando? Ma davvero crede che una donna preferisca il divorzio e quindi avere la pancia piena, piena poi di che cosa?? Piena di amarezza e delusione ,,,
    Invece di parlare e cercare soluzioni meno drammatiche??
    L’amore finisce e questo è un dato di fatto, subentrano altri sentimenti, la stima per esempio,,, se finisce anche questa cari miei,,, siamo rovinati, la famiglia è rovinata, anche se non si divorzia, la famiglia senza rispetto e stima non è famiglia.
    Meglio un divorzio e felicità,,, anche se verrà dopo, anche se si farà attendere.
    Meglio vivere che sopravvivere, anche senza un soldo in tasca,,,

    • Grazie per aver risposto. Per me giornate difficili. Non ce la faccio. Ti abbraccio tanto per aver dato voce al mio pensiero. Penny

  19. Sono annichilito da quello che leggo. Voi sembrate non avere idea, in primo luogo, delle ferite inestinguibili che causate ai vostri figli. Vi stupite perché persone che vi amavano e che hanno creduto in voi vi vedono malvolentieri (io ho una ex moglie che tratto con rispetto e anche affetto, per quanto mi costi, ma se non fosse per i figli credo che non la vorrei più nella mia vita nemmeno per un secondo). Non vi importa di fare del male a figli e partner, pensate solo a voi stessi. Ho capito l’antifona quando ho letto la frase “noi abbiamo solo una responsabilità nella nostra vita, essere felici”. Il tripudio dell’edonismo e dell’egoismo. Le nostre responsabilità nella vita sono ben altre, ridurle alla soddisfazione di desideri primordiali e istintivi e prettamente autoreferenziali è segno di una drammatica immaturità sentimentale. La conseguenza è in un numero spropositato di matrimoni falliti spesso con figli scaraventati nel dolore – e voi non capite nemmeno quanto questo sia drammatico e quali conseguenze causi. Credete che i figli ne escano? Forse dovreste leggere le lettere di persone uscite da famiglie che si sono separate: l’80%, anche a decenni di distanza, mostra ferite profondissime e indelebili, e spesso anche conseguenze psicologiche e caratteriali gravi. Inoltre non capite come l’incapacità di crescere nel rapporto, di accettarne le differenti fasi e di evolversi anche nel ruolo comune di genitori indichi un’immaturità sentimentale tipica dei nostri tempi in cui tutto è usa-e-getta. Piena solidarietà a suo marito che, evidentemente, era più maturo di lei almeno da questo punto di vista. Mi dispiace solo che lui non possa leggere questo intervento, perché credo che potrebbe quantomeno farlo sentire meno solo.

    • Come posso ribattere? Sai tutto. Quello che sento e provo, e quello che provano tutte le donne come me. Sai che siamo madri egoiste e che i ragazzi avranno cicatrici indelebili. Caro Sandor, è per un uomo come te che ho scelto la felicità. Per quella certezza che non lascia spazio a nulla. Che non dà possibilità di dialogo perchè sa già tutto ciò che c’è da sapere. Che posso dire? Hai detto tutto tu. Non credo ci sia spazio per il mio pensiero. Penny

    • Buonasera signor Sandor, sa cosa ricordo del rapporto dei miei genitori? La distanza, l’astio,i silenzi e un bicchiere di vino gettato sul viso di mio padre da parte di mia madre durante una lite. Però sono rimasti insieme una vita perché così avevano l’anima in pace, loro pensavano di non averci fatto soffrire perché avevano accettato il tempo che passava, il rapporto che cambiava con esso, si trasformava come dice lei. E così con l’anima in pace sono arrivati alla separazione definitiva: mio padre è morto nel ’93 e mia madre, completamente persa nella disperazione per la sua scomparsa, non ha saputo reagire ed è sprofondata nella depressione. Ed io come figlia, quando sono stata felice veramente? MAI. Eppure sono stati insieme un vita intera, non è questa la condizione sine qua non per essere una famiglia felice? Mi hanno fatto credere che amarsi vuol dire sopportarsi, ahimè che brutta parola «sopportarsi». Mi chiedo se sia questo che devono fare i genitori giusti, quelli che non si separano perché non sono egoisti, perché pensano al bene dei figli: stare insieme perché bisogna prima di tutto salvare l’istituzione del matrimonio anche se poi non resta niente a parte un album di fotografie con abiti fuori moda e un bouquet rinsecchito nell’armadio. E i sentimenti? Pensa davvero che salvare un matrimonio a tutti i costi sia il modo di preservare il benessere dei figli? Io da adulta ,guardandomi mentre percorrevo la strada , l’unica che conoscessi, quella già percorsa dai miei genitori, mi sono interrogata e ancora mi interrogo:i figli sono protetti dal dolore se i loro genitori stanno insieme nonostante tutto? Nonostante l’amore che è finito e soprattutto nonostante la gioia che finisce, perché i figli lo sentono che la gioia non c’è più e quella è la ferita che resta, quello è l’imprinting con cui crescono e con cui si approcceranno alla vita adulta. Una vita senza gioia in cui la coppia non è una risorsa ma è un’ancora a cui aggrapparsi, in cui si prende tutto ma non si può dare niente , perché si delega all’altro la missione di fare felici noi; missione così assurda da risultare fallita prima ancora di cominciare. I figli soffrono quando i genitori soffrono. I figli ridono quando i genitori ridono. E se non ridono più insieme questi poveri genitori, almeno cerchiamo di non farli sentire delle merde per le loro scelte che sono sempre dolorose, perché nel post di Penny io leggo il dolore e il tormento e no, proprio no, l’egoismo ,l’edonismo o la superficialità. Buonanotte

      • Brava Federica …ho letto la tua risposta e sono pienamente d’accordo, è come limitare al minimo i danni di una separazione mentre restare in famiglia in modo sterile senza amore, senza rispetto, senza serenità è molto peggio, ma……vallo a raccontare a mia figlia che nonostante i suoi 37 anni e due figli piccoli m’ha ridotta uno straccio, uno zerbino per come mi tratta. Io non ho certezze ma sono più che convinta che è lo scotto che mi vuole far pagare per la separazione avvenuta oltre 30 anni fa !!!!! Ma a questo stillicidio, proprio oggi ho detto basta ma io so che è solo l’inizio della mia fine ….come può una mamma sopravvivere sapendo che sua figlia la odia??? come???? vorrei solo non svegliarmi più….

      • Una figlia quando odia sua madre ha bisogno di risolversi delle cose. Di vedere in te la cattiva per poter salvare se stessa. Tu non disperare. Bussa ogni tanto. Tornano. Quasi sempre e se non succederà per lo meno ci avrai provato. Ti abbraccio. Penny

    • Ciao Sandor, condivido quello che dici, ma penso sia incompleto. Penso tu stia parlando di separazioni dove non vi sono stati problemi molto gravi, tipo maltrattamenti fisici o psicologici, disinteresse totale verso la moglie e/o i figli, tradimenti, litigi continui che veramente fanno sí che lasciarsi sia forse la decisione migliore. Penso che Sandor e altri uomini che hanno scritto qui, si riferiscano a casi in cui l’amore finisce, unilateralmente, per un quasi fisiologico esaurimento, e questo bisogno delle donne di “sentire”, che non è razionale, le mette nella situazione di iniziare a sentirsi infelici, riversarne la colpa nella coppia, e di conseguenza alla dolorosa decisione finale di separarsi. Ecco, secondo me, (e forse Sandor e Broken) questo non giustifica la morte di una relazione e il dolore e problemi di tutti i tipi che causa a figli e partners. E mi sembra sia lecito chiedere, invece della separazione, di poter avere un dialogo, un confronto, la possibilità di decidere di rimettere al primo posto lei, e poterglielo dimostrare. perché vedete, se tanti uomini soffrono tanto dopo il divorzio, e non solo (ma anche) per le condizioni economiche in cui si ritrovano, è anche perché loro nel fondo amano ancora la loro moglie, ma magari non lo hanno saputo dimostrare, o magari non nella forma in cui lo avrebbero voluto loro. Alla fine mi sembra proprio di capire che ci sia un baratro tra come pensa una donna e come pensa un uomo: o magari tra come pensano certe donne e altre. Forse per questo qualche amica non vi capisce, o vi ridimensiona. Forse arriva a perdere il rispetto o l’interesse verso persone che pensava avessero altri valori. E ripeto, ogni caso è un caso a parte, e non parliamo di situazioni dove veramente un uomo deliberatamente fa soffrire il suo partner. Un saluto e pace a tutti.

  20. Caro Sandor, credo che se non fosse per figli tantissime donne non vorrebbero più avere a che fare con uomini come te, io sarei la prima, anche da separati si subisce un giudizio così pesante da cercare solo di annientare l’altro.
    La separazione non è una guerra, ma una via di fuga, tante volte, devi cercare di superare il tuo lutto, la fine del tuo matrimonio, devi cercare di amare il prossimo, perdonarlo ma prima incomincia da te, perdonati.
    La vita va avanti, e con amore è ancora più bella!
    Buona domenica.

  21. Carissimi/e,
    in ogni discorso non posso che leggere e sentire tanto rancore.
    Mi piacerebbe dire che le cose possano migliorare, ma tra i miei genitori, le cose sono migliorate solo quando ci sono caduto anche io, ecco quindi che i miei si sono sentiti di dover riunirsi per amore del proprio figlio dopo circa 30 anni, visto che anche io mi ritrovo in situazioni simili alle vostre.
    Dopo circa 6 anni di convivenza e una bimba di 5, lei decide di lasciarmi, diceva che non ce la faceva più che era stanca e accusa me di tante cose.
    Ammetto di averla trascurata, non voglio giustificarmi, ho fatto delle scelte, ho dedicato molto del mio tempo a mia figlia e alla cura della casa, mentre lei era quasi sempre fuori casa i pomeriggi e le sere, per dare una mano a una sua amica malata.
    Si arrivava alla fine delle giornate sfiniti entrambi e con poco tempo da dedicare a noi.
    Di fronte a questa realtà, che sinceramente vedevo l’ora che finisse, cosi potevamo riprenderci la nostra vita di coppia, lei ha deciso, finito questo suo impegno, di lasciarmi, ottenendo la mia casa per il bene della piccola, cosi mi ha detto e con tutti gli oneri burocratici a mio carico e le spese legali a cui lei è voluta ricorrere.
    Vorrei tanto capire ora, e spero che voi possiate delucidarmi, dove nasca tutta la cattiveria che oggi ha lei nei miei confronti, dopo aver appunto ottenuto la mia casa, dopo che mi tocca vedere mia figlia solo pochi pomeriggi al mese e continua a chiedermi soldi per ogni singola sciocchezza, soldi che non ho, perché devo pagare un mutuo, un affitto per poter dare una vita dignitosa a mia figlia quando sta con me, sono un semplice operaio ed entrambi lavoriamo.
    Ho sempre dato il mio massimo per la mia famiglia, quello che ero in grado di dare con le mie capacità, ora che mi ha portato via tutto, continua a farmi ripicche, usando mia figlia a cui tengo tantissimo, come moneta di scambio per le sue richieste.
    Questo è per voi che mi leggete il mio punto di vista, ma vi ho rubato qualche minuto perchè ho bisogno di capire, attraverso le vostre esperienza cosa stia succedendo, perché no riesco a vedere le motivazioni, sono io che sono stato lasciato, sono io che ho perso tutto, ll tempo con mia figlia, la casa e devo continuare a ricevere un trattamento sgarbato da parte sua.
    Grazie.

    • Caro Marco, capisco la tua situazione di delusione. Sia rispetto alla coppia, sia rispetto alla separazione. Mi chiedevo se non ci fossero degli accordi precisi, perché di solito, non è la madre che decide quanto far vedere il figlio o la figlia al padre, ma c’è un accordo di separazione al quale bisogna attenersi. Quindi, rispetto al figlio, hai dei diritti, gli stessi della madre. Dal punto di vista economico, non sai quanto ti capisco. Capisco che per un uomo sia difficile mantenere se stesso e i figli. Non capisco perché tu paghi il mutuo e lei niente. Per quanto riguarda la giustizia, sono l’ultima con cui devi parlare, perché sono 8 anni che provo a far valere i diritti delle mie figlie, A me arrivano €250 per due figlie, tutto compreso. Mi pago il mutuo e loro, non certo per mia scelta, stanno sempre con me…quindi posso esserti poco utile sul rancore dell’ex coniuge e sulle ripicche, se non, consigliarti di non rispondere alle provocazioni e di allontanarti il più possibile, se le cose stanno come tu dici. Su una frase, mi preme dirti una cosa… Non pensare che lei ti abbia portato via tutto, un po’, perché siamo artefici del nostro destino, lì con lei c’eri tu, tu con lei hai lasciato che la vostra coppia si perdesse, anche se capisco il tuo sentimento. La bella notizia, è che passa, passa il dolore, passa la fatica e la vita ritorna a scorrere. Spero che qualcuno ti risponda, oltre me. Lo spero davvero perché condividere in un momento del genere è importante. Cerca di capire come puoi vedere di più tua figlia, che, alla fine, mi sembra la cosa più importante.
      Se lei è come l’hai descritta tu, la tua vita, magari non adesso, magari ci vorrà del tempo, ma sarà migliore.
      Penny

    • Quanto dolore stai passando, lo so, ci sono passata.
      Essere lasciati non ti fa la vittima della relazione, credimi, ricomincia da te e da tua figlia, se è un affidamento condiviso hai il diritto di vederla, anche ogni giorno, lotta per questo, usa le tue forze per dare amore a lei, non per cercare di capire la rabbia di altri.
      Si perde tanto separandosi, si perdono amicizie, si perdono famiglie acquisite e tanti soldi, ma nessuno ti porta via niente, fa bene a te ricominciare, sarai felice e donarai a tua figlia il migliore dei regali,,, la tua felicità.
      Sarà così, credimi.

  22. Ciao Marco,
    quanto ti capisco e mi spiace anch’io sono stata lasciata 10 anni fa con 2 figlie, pensa che quando lui aveva deciso di lasciarmi avevo scoperto di essere in attesa della mia seconda cucciola e nonostante tutto ho deciso di tenerla .
    La mia è stata una separazione fatta di tanta sofferenza e cattiveria da parte sua, e per anni il suo rapporto con le mie figlie è stato assente ( la seconda lo conosce molto poco) ma io non mai mollato la presa era giusto che lui facesse il padre e così dopo anni di mancato rapporto con lei mie figlie oggi posso dirti che si è riavvicinato molto alle mie figlie ( anche se ora risiede all’estero) .
    Le chiama ogni settimana e l’ho visto anche piangere per loro.
    Anche con me è cambiato e sembra essere ritornato la persona buona che avevo conosciuto da ragazza.
    Tutto questo per dirti che ci sono voluti 10 anni prima che a a lui passasse il rancore nei miei confronti.
    Anche se quella ad essere lasciata sono stata io.
    Il tempo lenisce tutti i dolori anche se le cicatrici restano.
    Ora sono contenta di essere riuscita a far riavvicinare lui alle mie ragazze.
    Porta pazienza e vedrai che piano piano a lei il rancore passerà.

  23. L’egoismo è una brutta bestia , quando si viene trascurati non si pensa mai che magari allo stesso tempo si sta trascurando il partner.

  24. A tutti gli ex-mariti che ho sentito in questo blog… vorrei dire che io secondo voi sarei la donna ‘non egoista’ che rimane in famiglia per il ‘bene’ (?) di sua figlia… e posso dirvi una cosa? Non mi fate pena voi, ma mio marito, che non ha una moglie in casa, ha una donna nervosa, distante e sempre più depressa perché, come volete inculcare voi e mio marito, andarsene è da egoisti, non pensi a tua figlia, che madre sei, non capisci che sbagli…È tanto che vado avanti così con la paura di uscire e far del male a mia figlia che ha 5 anni.Ma questa non è vita, per nessuno..

    • Hai ragione. Non è vita per nessuno. E, soprattutto, non proteggi la tua bimba anche se pensi di farlo…cerca di salvarti. Ti abbraccio. Penny

  25. Ho letto tutto e sono rimasta allibita. Ognuno ha le sue ragioni ma leggendo ho capito che tutto il senso di colpa e il dolore che sento per avere preso la stessa decisione di Penny pur avendo tre figli, viene da una matrice culturale profondissima e, per quanto da me rifiutata, difficilmente aggirabile. È sempre pieno di uomini e donne che ti guardano e ti dicono che l’amore è sacrificio e impegno e che se getti la spugna sei un debole egoista perdente. Sarà. Io credo che nella vita, visto che dura poco, uno debba cercare di essere in primis sereno. So io che per ora serena non sono proprio. E allora come mai ho voluto separarmi? Forse perché l’idea di fare la colf per o prossimi 50 anni non mi aggradava? O forse perché anche io , sebbene moglie e madre, ho diritto al mio spicchiò di felicità? Contratti? Impegno? Vero! Nei contratti però in due si rispettano le clausole. Nel nostro paese invece finisce che noi donne siamo nella merda perché costrette a lavorare in casa, fuori casa e a prenderci cura di un uomo e dei figli. E di noi, chi si prende cura? O dobbiamo solo essere felici perché lui va a lavorare e fa il suo dovere? Noi invece siamo a casa e DOBBIAMO accontentarci perché ce la siamo scelta noi questa vita. Di cosa ci lamentiamo? Ma cosa mai andiamo cercando? Su, donne, mettetevi la croce e immolatevi! Pensate di avere il diritto a essere qualcuno? Egoiste!

    • Buongiorno a Penny e a tutti/e,
      sono un doppio ex, sia marito che compagno, padre di una bambina meravigliosa.
      Stavo leggendo i vostri interventi e mi è venuta una domanda:”quante di voi, ricercatrici della felicità perduta, han scelto di iniziare la nuova vita, senza che ci fosse qualcun altro ad aspettarvi?”
      Ed inoltre, “questo qualcuno si è poi dimostrato in grado di darvi l’agoniata, duratura felicità?”
      Risposte sincere, please…

      • Caro Winky, io posso dirti come la penso, ovvero, che la felicità non sta dentro all’altro, se la cerchi solo attraverso un rapporto d’amore è difficile riuscire a realizzarla. Ora sono più felice perché c’è spazio per me e per i miei progetti e perché sono libera di essere me stessa non perché c’è un uomo accanto a me, lui mi rende la vita più bella ma non mi completa o non pretende di rendermi felice né io pretendo di rendere lui felice. Mi preme dirti un’altra cosa, quando una coppia scoppia e c’è un altro o un’ altra all’orizzonte, tutto quello che doveva succedere è già successo, di quel vuoto enorme, la coppia ne è responsabile. A volte il tradimento serve per lasciarsi perché si è così dipendenti l’uno dall’altro che non ci si riesce in nessun altro modo. È doloroso e triste ma le cose accadono e bisogna imparare ad amarsi davvero, anche a lasciarsi andare. Penny

  26. Silvia, non puoi generalizzare. Ognuno ha la sua situazione, peró dubito che in tutti i divorzi la causa sia essere trattati come una colf. E quando si parla di contratto si parla di matrimonio, non di amore. E il sacrificio, che dovrebbe essere giustificato per il bene dei figli e non ci dovrebbe nemmemo pesare se fossimo genitori bravi, ma non dovrebbe essere un sacrificio di rinunciare all’amore, ma di fare gli sforzi necessari per far star bene il nostro coniuge, i nostri figli e noi stessi. Se nonsi capisce la differenza… cosí stiamo, 50% 60% ? Di matrimoni che falliscono? E i bambini che soffrono? E le madri che soffrono? I padri? Tutto normale? O ci pensiamo su e vediamo dove stiamo, tutti, sbagliando? Magari ci sposiamo senza pensare? Magari immaginiamo una ripartizione dei ruoli e non la confrontiamo con l’altro? Magari ci sono aspettative irreali? Magari non siamo capaci di trasformare l’amore? Magari falliamo perché non abbiamo i communication skills necessari? Nuovamente, ci sono mille casistiche ed ognuno tende a presentare la sua ed estrarre conclusioni sulla base di questa… ma c’è un malessere di fondo che il femminismo sterile e nemmeno il maschilismo non aiuta di certo a risolvere alla radice. Spazi come questo sarebbero interessanti per confrontarsi e capirsi a vicenda, ma ci sono troppe emozioni in gioco… buona giornata a tutti

  27. Io sono un padre …di 3 bellissimi bimbi…2 anni fa ho scoperto il tradimento più profondo e doloroso della mia vita…dopo 1 anno ho lasciato casa , bimbi…muoio….muoio anche oggi ogni mattina….il padre che ero, diverso da alcuni simile ad altri, che ogni giorno godeva del risveglio dell accudire i propri figli, seguirli, vederli crescere…è morto….un dolore troppo intenso mi pervade…tornerei indietro solo per loro…nel frattempo mi sono innamorato di una donna….delicatamente mi ha dato gioia quando vedevo solo buio…amorevolmente mi ha coccolato il cuore…oggi fa fatica ,giustamente, a nascondere la frustrazione nel vedermi infelice…tornare indietro vorrebbe dire cmq infelicità, forse minore…forse no….forse dovrei semplicemente togliermi di mezzo….

    • Forse caro Tito invece devi solo darti tempo, il tempo per imparare ad amare in una maniera nuova. Quando ci si separa la vita non finisce, in qualche modo l’amore neppure, sicuramente non finisce quello per i figli, cambia, si trasforma, trova una strada nuova per porsi. Un padre è capace di trovare i suoi figli sempre, anche se non si sveglia con loro tutte le mattine. Credi a me, non è la quantità del tempo ma la qualità che porta i figli a stare bene con i genitori e a comprendere il loro amore. Lo so che è difficile, forse una delle cose più difficili nella vita perché allontanandoti da loro pensi di perdere terreno, ma non è così. Ho visto padri ritrovare i loro figli attraverso una relazione più sincera, più presente, soprattutto dopo una separazione. Se potessi darti un consiglio, ti darei quello di chiedere aiuto, trovare qualcuno di competente su cui poter appoggiare il tuo dolore. Le situazioni difficili nella vita si superano, Bisogna lasciare che il tempo faccia il suo corso, l’amore trova il modo di ricondurci a noi stessi. Tu sei padre, anche se non abiti nella casa dei tuoi figli e nessuno potrà mai prendere il tuo posto, e loro hanno bisogno di questo. Loro hanno bisogno che tu sia felice e sappia trasmettere questa felicità. Ce la farai. Un abbraccio Penny

      • Vi trovo molto superficiali, io lasciato da un anno, forse rancoroso, ma derubato e pugnalato alla schiena. Voleva andare a vivere in thailandia. Ha solo cambiato uomo, che lavora sporadicamente ma e’ un viaggiatore, che vive con la mamma a 45 anni.
        Superficilaone!!!
        Un bacio comunque, anche se spesso non lo meritate
        R.

      • Io molto giudicante. Ed è un peccato, perché dal confronto si cresce. Ti consiglio di tornare quando sarai meno arrabbiato e più adulto.

  28. Ciao a tutti.
    Io sono stata lasciata da mio marito dopo 22 anni tra matrimonio e fidanzamento. Per fortuna non abbiamo figli. Ma si è comportato ugualmente male perché per la paura di lasciarsi tutto alle spalle ha prima cercato di mantenere un rapporto amichevole con me, che ero ferita e innamorata. Poi ha fatto capire di amarmi ancora, di pensare di tornare con me, mentre invece continuava a vedersi con la sua amante. Pretendeva che tutti, parenti miei (i suoi li ha esclusi lui), amici, e persino io, gli stessero vicino perché lui stava male e si sentiva sull’orlo della depressione. Mi ha accusata di non interessarmi a lui, di pensare solo a me, di non volermi prendere responsabilità. Poi ha anche creato difficoltà di natura economica perché mi chiedeva di aiutarlo nella richiesta di un mutuo in banca.
    Quando ho rifiutato, ha chiuso tutte le comunicazioni con me e mi ha detto che per lui sono morta.
    Oggi, dopo 6 mesi dalla scoperta della sua relazione extraconiugale e del fatto che fosse infelice con me (benché fino all’ultimo giorno abbia detto di amarmi), mi sento io in grave depressione. Ho 44 anni e mi sembra che la mia vita sia vuota e inutile. Ho paura della solitudine e di non sapermi più aprire al mondo. Vedo uno o picoterapeuta ma mi sento senza energie. Ho paura per me stessa. Ho paura di dover affrontare tutto da sola. La nostra vita di coppia era bella, viaggi, uscite, vacanze. Ma dentro di lui si è rotto qualcosa. Anziché cercare di capire, si è buttato in un’altra relazione.
    Ho bisogno di aiuto, di confrontarmi con chi, anche in età più che adulta, ha ricominciato a vivere.

    • Ciao Giò, essere lasciati è un grande grandissimo dolore, soprattutto, dopo tutto quel tempo. Hai 44 anni e una vita davanti. La tua seconda vita quella della consapevolezza. Di sicuro ci vuole tempo per riadattarsi ma è possibile. Sei stata brava ad affidarti ad uno psicoterapeuta, in questi momenti abbiamo bisogno di qualcuno che ci sorregga. La solitudine fa paura a tutti ma fa crescere. Lui diceva di amarti, forse lo credeva davvero, a volte, in rapporti così lunghi si confonde l’amore con sentimenti più fraterni. Hai fatto benissimo a non aiutarlo per quanto riguarda il mutuo in banca, mi chiedo con che coraggio te l’abbia chiesto…Quello che ti posso dire è che a volte da situazioni difficili come queste se ne esce più rafforzati e più felici, anche se all’inizio sembra impossibile immaginarlo. Certo, bisogno di costruirsi, ma neanche vivere la propria vita in funzione del proprio parer è giusto. Cerca cosa ti fa stare bene, quello che ti appassiona. Prova a ricominciare dandoti il tempo del dolore, vedrai, ce la farai. Dammi notizie di te. Penny

  29. Cara Penny,
    da articoli come il tuo cerco il coraggio che mi manca. Cerco risposte in storie analoghe alla mia, e so bene perchè le cerco dagli altri… perchè non le trovo in me, o meglio….. non ho il coraggio di dirmele.
    Io ho 33 anni, non mi sono sposata eccessivamente giovane, avevo 30 anni, ma sto con mio marito da quando avevo 18 anni. Ero piccola, con pochissime esperienze, e di fatto lui per me, così come io per lui, siamo stati reciprocamente il nostro unico grande amore. Nel corso di 15 anni ci siamo anche lasciati per periodi più o meno lunghi, e mio marito non è stato un santo. Ma è una brava persona: onesto e in gamba, razionale e molto intelligente. Non è un tipo affettuoso o empatico, il che mi ha sempre purtroppo creato dei problemi, in quanto io sono un’esplosione di emotività. Io so che non sento più l’amore di un tempo per lui. E da che l’ho capito, in un primo momento mi dissi che era la normale evoluzione di un sentimento così longevo. Ma solo dopo, e quando ormai era troppo tardi, mi resi conto che era di più…. era qualcosa che mi sono rifiutata di capire evidentmente, perchè mi stavo per sposare e perchè in fin dei conti mi dissi che quello che nutrivo per lui era un affetto sincero e immenso, perchè non mi immaginavo davvero senza di lui…. chi se la ricorda la vita senza di lui…. chi se la ricorda me senza di lui. Volevo tanto quel matrimonio, ed è stato un giorno bellissimo, ma già avevo il sentore di qualcosa…. non un’idea chiara, ma un senso di inquietudine che non saprei spiegare con altre parole. Sono qui 3 anni dopo…. senza figli…. prima non voleva lui, ora sono io che non ne parlo più. Presi coraggio un anno fa, e confessai quello che ormai dentro di me urlava… non so se ti amo ancora. La reazione fu brusca, non violenta, ma brusca… mi cacciò di casa con tutte le mie cose. Forse sospettava un tradimento, che però non c’è mai stato. Senza una casa mi trovai un posto dove stare provvisoriamente, fortunatamente ho il mio lavoro…. non ebbi ostacoli da parte della mia famiglia, che mi sostiene nelle mie scelte puschè io sia felice… la sua famiglia invece ( a fin di bene) mi fece delle pressioni. Tornai a casa dopo 2 mesi….. mi dissi riprovaci, ti manca, non stai meglio senza di lui…. allora riprovaci lui non ti aspetterà ancora per molto. E anche stavolta mi sono sbagliata…. quando qualcosa manca dentro di te, puoi non farci caso e girarti altrove, ma tu lo sai….eccome se lo sai e non si smette di saperlo. Sono qui un anno dopo, con una morsa più grande di quella che avevo un anno fa. Lui non merita di soffrire per colpa mia…. posso restare con lui e dargli ciò che vuole da me…. il mio affetto incondizionato e una famiglia amorevole. Ma quando si avvicina e mi tocca per fare ciò che è normale una giovane coppia di sposi facciano, sento che sto adempiendo ad un dovere coniugale, che sto facendo qualcosa che gli devo, ma che non voglio, perchè non sento più quel tipo di passione per lui. Se penso al divorzio, se penso materialmente a sedermi davanti a un giudice e guardarlo mentre firmo per porre fine al mio matrimonio e a noi due, mi manca l’aria…. preferirei morire. Sparire e basta. A volte ci penso, voglio solo sparire. Prendo quello che posso e corro via senza tornare mai più. Ma non posso farlo, lui non merita questo, non merita una vigliaccata del genere. Altre volte spero che faccia qualcosa di grave, di così grave da darmi una motivazione valida. Perchè voglio una motivazione valida per dirgli voglio andare via…. voglio una motivazione valida per dirgli non voglio più stare con te. Perchè non voglio rovinargli la vita senza un perchè che sia comprensibile per lui. Non credo che avrò mai il coraggio di distruggerlo e portarmi dietro questo peso. C’è chi mi dice che in realtà è restando con lui che gli faccio più male, e io direi la stessa cosa se fossi in un’altra posizione. Potrei dire ancora tante cose, ma mi sono dilungata anche troppo. Mi piace sfogarmi nell’anonimato e dire ciò che non riesco e non riuscirò mai a dirgli. Gli chiedo e mi chiedo scusa ogni giorno: a lui perchè non lo amo come dovrei e come vorrei….. a me perchè non ho il coraggio di essere felice per la paura di essere ciò che non vorrei mai essere…. quella che se ne è andata.

    • Cara Bibi sei stata chiarissima, ti ho compresa, capita, sentita. Tutto quello che senti devi legittimartelo. Dovrebbero insegnarci a lasciarci, perché succede, l’amore finisce. Ci credo che tu non voglia farlo soffrire è come un fratello, qualcuno di famiglia, un pezzo di te. Ma continuando a negare vi farete male, di più. La sofferenza, dopo una separazione, passa. Il dolore si può superare ma l’infelicità resta per sempre e abbiamo una vita sola. Pensaci. Ti abbraccio ♥️

      • Cara Penny,
        grazie per aver letto, e per aver capito. Forse anche tu a suo tempo, avrai passato quella fase in cui sai che non sei felice qui, ma non sai se sarai felice lì.
        Sono lì nel mezzo, se scelgo di restare….è per sempre, se scelgo di andare…. è per sempre.
        Non posso muovermi, e non respiro più…. ormai da un anno. Voglio solo sparire. Pensa che a volte tra le varie frasi che inserisco su google, c’è anche la frase…. separarsi non è la fine del mondo. Voglio leggere qualcosa che mi dica che andrà tutto bene, che davvero non è la fine del mondo. Ho paura dei ricordi, delle ricorrenze, degli oggetti, dei film, delle foto. Al solo pensiero io non respiro…. perchè mi sento così se non lo amo…. è qui che mi incarto.
        Sento che non voglio più delle cose da lui, ma sento che non voglio averle nemmeno senza di lui. Se è una terapia che magari mi consiglierai, ci sono già, da un anno. Non mi è servita a granchè se non a capire dove ho e abbiamo sbagliato in passato. Non è poco… ma non mi basta per capire il presente. Perchè non sono felice con lui, ma nemmeno senza? Due mesi da sola servirono solo a farmi tornare indietro più impaurita di prima. Lo sognavo, sognavo che mi lasciava lui e io cercavo di fermarlo. Com’è possibile che mi senta come se fosse lui nella mia posizione? Voglio amarlo come prima, non voglio distruggerlo, non posso farlo.

      • Solo tu puoi sapere ciò che desideri, in due mesi non si capisce nulla, soprattutto, se ci sono pressioni o se hai paura a stare da sola. Le scelte non sono mai “per sempre” si può tornare indietro, rivedere i propri passi, correggere il tiro. Se non capisci ciò che vuoi stai ferma, fai cose che ti piacciono per capirti e conoscerti meglio. Non credo ci sia una scelta giusta o sbagliata e, comunque, ogni scelta è rivedibile. Tu sembri sola in questa coppia, il pb sembra solo tuo, ma non è possibile, se le cose non vanno, le responsabilità e i movimenti dovrebbero essere di entrambi. Secondo me non devi avere fretta nel trovare risposte, mi sembra stia diventando un circolo vizioso. Fermati è concentrati sul tempo della tua vita, quello che non usi con lui o per lui. Lavora su quello e vedrai che le risposte arriveranno. Ti abbraccio

    • Posso chiedervi cosa succede a chi smette di amare dopo tanti anni? Cosa cambia nel vostro cuore? Cosa scatta dentro?
      Grazie

      • Cara Giò,
        mi posi la stessa domanda quando ero più giovane, e fu lui a lasciarmi dicendomi non ti amo più. Per un anno non mi sono data pace, e rimuginavo e rimuginavo continuamente a cercare un perchè, qualcosa che desse un senso a quelle parole. Che vuol dire non ti amo più, come si fa a non amare più…. nonostante sia una ragione più che sufficiente per lasciarsi…. non mi bastava proprio. Volevo un perchè, che fosse anche l’esistenza di un’altra ragazza, ma avevo bisogno di una motivazione meno astratta. Ora che siamo a parti invertite, comprendo quello che allora non potevo capire. L’amore, per come lo percepisco ad oggi, è un motore. Un motore molto potente, io lo sentivo girare fortissimo, come se avesse risorse infinite. Lungo la strada, ha preso delle botte, alcune lievi altre forti, che lo hanno indebolito, e un po’ ammaccato. Ha cominciato a girare più lentamente, finchè le risorse poi si sono esaurite. Non accade mai dal nulla, troppi fattori entrano in gioco ad ammaccare quel motore così potente. Influenze esterne, piccole e grandi delusioni… cose non dette o non capite. Ad un certo punto senti tanta apatia, ti guardi intorno e vorresti che lui (o lei) fosse diverso. E’ una piccola scintilla che innesca un effetto domino. Dopo questo, ti senti inquieta, ti rendi conto che non hai voglia di condividere emozioni, storie, aneddoti, viaggi, e soprattutto progetti futuri. E’ una sensazione, di non voglia. Non ti da quella contentezza che si aveva prima al pensiero di una famiglia e di invecchiare insieme. E così, se prima era solo una sensazione, poi arriva l’inevitabile e spontanea domanda…. Perchè mi sento così strana? In realtà il cuore, quel potente motore, non smette di girare, ma gira troppo lento perchè tu possa sentirti ancora viva. Non è colpa di nessuno e vorrei spiegartelo meglio per poterti dare sollievo. Ti posso dire che tutt’ora al pensiero di separarmi da lui, alimento quel motore con tutto ciò che trovo, ma so bene che non è quella risorsa spontanea e forte che avevo prima. E così potrei anche andare avanti, alla fine ci si abitua anche all’apatia. Ma…. senza contare la sofferenza….. prima o poi tutto ti presenta il conto. E il rischio di incontrare qualcuno che ti riaccenda quel motore è altissimo. E lì il danno sarà maggiore….

      • Io stavo male cara Giò, non mi sentivo capita e amata ma pensavo di dover fare qualcosa per cambiare, ci provavo ma lui non si spostava di mezza virgola, quando ho capito che non ce la facevo più gliene ho parlato ed è stata la sua incredulità a colpirmi. Non mi credeva, per lui non era possibile che io non lo amassi più. Ho pensato che stando ancora insieme saremmo stati infelici tutti. Ecco. ❤️

  30. Capisco, è ti ringrazio della risposta. Io e il mio ex marito condividevamo passioni, gusti, viaggi. Facevamo progetti, ad esempio una domanda di adozione, una casa nuova dove poi mi sono trasferita da sola. Però negli anni eravamo cambiati. Io ero ingrassata in maniera spaventosa, le uscite serali si erano ridotte. Il lavoro, la routine. Però lui non ha mai provato a comunicare nulla, non so da quando ha iniziato a guardarmi con altri occhi. Fatto sta che ad un certo punto ha trovato chi gli ha fatto battere il cuore. E ha avuto la gentilezza di farmi sapere che la trovava femminile e che con llei ha scoperto un sesso che non sapeva neanche che esistesse. Ovviamente tutto ciò fa aumentare il senso di fallimento e di responsabilità che mi sento addosso.

    • Cara Gio,
      è terribile che tutta la responsabilità sia stata riversata su di te. Ma non è così credimi. Così come l’innamoramento, per quanto spontaneo, è indotto da alcuni fattori (che possono essere il carattere, l’intelligenza o l’aspetto) anche il distacco emotivo non avviene così da nulla. Qualcosa nei suoi atteggiamenti ti avrà indotto ad avere meno cura di te stessa…. tuo marito ti ha mai detto quanto tu sia bella, quanto tu sia brava, quanto ti stimi per la persona che sei? Una donna, per quanto caratterialmente forte, ha bisogno anche di quelle che mio marito chiama “idiozie da fanatica di beautiful”. Quel motore di cui ti ho parlato cammina non solo grazie al carburante che viene da te, ma anche dall’altra persona.
      Non posso in alcun modo dare giudizi, e non lo farò mai per nessuno. Ma, e questa è una verità assoluta, ci si innamora in due, e sempre in due ci si allontana. Nel processo del distacco però, c’è uno dei due che ha solo un po’ rallentato la corsa la ma vuole ancora camminare a lungo, ma l’altro ormai è troppo lontano. Chi vuole andarsene allora cerca pretesti, qualcosa che renda il suo allontanamento giustificabile…. ha un caratteraccio, è ingrassata, è troppo gelosa…. qualsiasi cosa, che in un altro contesto avremmo accettato senza riserve ma ora serve come scusa. Non sei tu….siete voi. Non è una consolazione, e non allevierà il dolore. Io non sto passando questo perchè mio marito è un poco di buono o poco attraente o crudele…. ma non mi ha dato stimoli su molti fronti, il che ha portato me a non dargli stimoli su altri fronti e così via e cosi via. E’ purtroppo sempre una reazione a catena creata da reciproche mancanze. Al corso prematrimoniale ci dissero… non siate sposati, siate sposi. Lo ricordo bene e credo che sia qualcosa di molto vero. Se non ci riesce, non è colpa di uno solo, o almeno quasi mai. E non è esattamente una colpa perchè nulla si è fatto con intenzione. Lui ha le sue responsabilità, come tu hai le tue. Non so se tornerai ad essere felice, o se l’amore ti aprirà di nuovo le sue porte, la vita è così imprevedibile che ciò che pensiamo e vogliamo oggi è molto probabilmente completamente diverso da ciò che saremo e vorremo domani. Ti auguro con il cuore che la vita ti apra tutte le porte che ora vedi chiuse. Ti ringrazio anche per aver letto le mie parole, forse inutili, ma che aiutano anche me.

    • Cara Giò nella vita ci si può innamorare e la colpa non è di nessuno, di certo non solo di uno dei due. Ti prego, parti da questo presupposto: non sei tu ad aver fallito ma il progetto che avevate costruito insieme. Lui, a quanto pare non è stato capace di condividere con te i suoi dubbi, però, a volte, anche dall’altra parte non si sanno leggere. Capire di chi è la colpa non ha senso e devo dire che il discorso sul sesso dimostra la sua totale insensibilità o forse, per staccarsi da te, aveva bisogno che tu lo odiassi ( il che, comunque, non gli rende onore). Ora, il punto è eravate cambiati e, forse, quello che staVa andando avanti era un’idea di voi, più che quello che eravate. Non usare questa storia per sentirti una fallita, non è cosi, ma usa questa storia per ripartire. È difficile, lo so, ma forse eravate davvero infelici e forse questa è un’occasione per stare meglio, riprenderti “possesso” di te e del tuo corpo. Forse se sei così ingrassata come dici e non uscivate più, non stavate poi così bene…
      So come ti senti, credimi, ma so che spesso, se non ci si fa travolgere da situazioni dolorose come queste su diventa più felici. Credi in te e non ti colpevolizzare, se c’è una responsabilità è da dividere in parti uguali.
      Ti abbraccio, fammi sapere come stai. ❤️

  31. Grazie ancora. Quello che temo sono cicatrici così profonde da non lasciare la possibilità al mio animo di guarire. Ho paura per me, per l’abbattimento in cui sento di essere sprofondata. Certe volte guardo i miei familiari, i miei amici e leggo nei loro occhi la preoccupazione pe la tristezza che è calata su di me. Mi sento una persona interrotta, spaventata dal futuro. Ho paura di perdere per sempre l’entusiasmo.

    • Certo dipende da te, ma non ti fare spaventare dalla paura. Lasciala esistere, cura le ferite fino a quando ne avrai bisogno e poi troverai la forza per ripartire. Ne sono sicura…guardare le ferite è difficile ❤️

  32. Ciao, sono capitata su questo blog per caso, da una ricerca di google sulle conseguenze di una separazione, su come riprendersi, su cosa è andato storto, chi avrebbe dovuto fare cosa, che conseguenze ci saranno sui figli… insomma, ho affidato a google tutte le mie domande e mi sonot rovata qui.
    40 anni, 9 anni di matrimonio, 12 in tutto inclusa la convivenza, due figlie di 5 e 8 anni. Belli come il sole tutti e 4. Una bella casa, due lavori di prestigio e buoni stipendi. Vacanze, famiglie unite, feste, amici, bambine sempre sorridenti, foto su foto a testimoniare “socialmente” che eravamo perfetti.
    Poi da qualche parte è partita una crepa. Tutta questa bellezza, evidentemente, non era abbastanza. Nelle foto non si vedeva la stanchezza che si riversa addosso dopo una giornata di lavoro e due bambine piccole che non ti danno tregua. Durante le cene con gli amici le parole e le risate nascondevano i lunghi silenzi e i musi duri. I reportage delle vacanze non lasciavano intendere che la sera ognuno si ritirava nei propri spazi, senza desiderio di condividere neppure una serie tv sul divano.
    Cosa è andato storto? Com’è possibile che due persone affermate e intelligenti abbiano fatto di tutto per rovinare quello che chiunque avrebbe considerato un bene prezioso?
    Sono domande a cui non riesco a darmi risposta e la mia coscienza urla ogni giorno guardando gli occhi delle mie bambine, che hanno perso la luce, che non sanno più disegnare una famiglia nei loro lavoretti, che mi chiedono dove dormiranno domani… Non riesco a perdonarmi e a perdonare. Soprattutto mio amrito, che è quello che ha deciso di staccare la spina e andarsene con la sua amante (mi ha tradita quando la nostra seconda bambina aveva 6 mesi… l’ho perdonato. ha giurato che non l’aveva più sentita ne vista, salvo poi andarsene con lei). Ho aggiunto i dettagli tra parentesi appositamente. In chiaro, per assumermi le mie responsabilità dirò che sì, ho tradito anche io. Con rancore, volendo farlo, per punire e trovare una rivincita verso colui che incolpavo di non darmi la felicità che meritavo.
    Quanto emotivamente immaturi siamo stati? Quanto dovranno pagare le nostre figlie? Quanto pagherei per tornare indietro ed essere più consapevole del burrone dove stavamo andando a buttarci? E quanto ancora sarò arrabbiata con lui, che ha deciso che doveva cercare la propria felicità, che meritava di più, che le nostre figlie sarebbero state più felici… quanto lo dovrò ancora odiare per non essere stato capace di fermarsi sull’orlo di quel burrone, per non aver scelto di sederci uno di fronte all’altra cercando un dialogo, ritrovando i mille e mila motivi che avrebbero potuto farci fare scelte diverse, più responsabili e mature, con melle e mila chance per farcela e per dare alle nostre bambine una famiglia e non una esplosione che ci ha sparpagliati tutti a distanza?

    • Scusami se ci ho messo un po’ a risponderti, ma volevo farlo con calma. Capisco il tuo dolore ma ho la sensazione, magari mi sbaglio, sia, più o meno, fondata su un’idea di voi. Come se il tuo immaginario ( una bella casa, lavori di prestigio,belli come il sole tutti e quattro…) non corrispondesse poi a quello che in realtà era la vostra storia ed è come se tu fossi ancorata ancora a quell’idea più che a ciò che è successo realmente tra di voi. Non hai parlato di amore, ma di casa, lavoro, prestigio, vacanze, perfezione. Forse è proprio quella perfezione che non vi ha permesso davvero di continuare ad accedere al cuore dell’altro, le mura di casa erano più importanti di quello che c’era dentro. Mi verrebbe da chiederti cosa amavi di lui e mi piacerebbe che rispondessi con sincerità. Il consiglio che posso darti è di non rimanere attaccata a quell’idea ( che rassicura) ma procedere poco per volta. Il dolore piano piano si affievolirà e tu capirai davvero cosa desideri, perché questa, forse, è la risposta che non riesci a darti. Prendi le mie parole con le pinze, perché non ti conosco e cerco di ragionare in base alla mia esperienza, ma come ben sai, ognuno ha la sua. Ti sono vicina, ci vorrà tempo ma starai e starete bene. PENNY

  33. Oggi è il compleanno della nostra bambina più piccola. Compie 10 anni. L’altra ne ha 13 e in entrambi i casi li abbiamo sempre festeggiati tutti assieme anche dopo la separazione (avvenuta circa un anno e mezzo fa per decisione di lei)…..e oggi…..c’è la festa, e io, il suo papà non posso partecipare!!! Le prenderò più tardi e festeggeremo noi tre; andrà bene, ormai funziona così. Ma il compleanno no….non me lo aspettavo. Sono devastato dal dispiacere. Dispiacere per me ma sopratutto per la bimba. Quale diritto alla felicità di una madre o di un padre vale quello di una creatura meravigliosa e innocente di festeggiare il suo compleanno con mamma e papà presenti????? Io a 10 anni mi sentivo cosi importante il giorno del mio compleanno; era meraviglioso avere tutti quelli che mi amavano intorno ed essere al centro dell’attenzione di tutti….papà e mamma fra tutti. Mamma e Papà……il mio tutto a 10 anni!

    • Caro Roberto, ti faccio un esempio sul compleanno provando a spiegarti come la penso. Una bambina festeggia il suo compleanno e se ci sono lunghi silenzi tra sua madre e suo padre o tensioni o sofferenze non sarà felice, nemmeno quel giorno. Un bambino è felice quando sua madre e suo padre stanno bene e, a volte, capita che stiano bene da soli. Fidati, come insegnante da più di 20 anni ho visto bambini dentro a famiglie insieme essere molto infelici e bambini la cui separazione si era conclusa in modo civile essere molto felici. Tutto qua. Loro sentono tutto. Devi cercare di superare la sofferenza e il dolore per la separazione e cercare la tua felicità. Non ci sono altre strade. Penny

  34. Penny ti chiedo una cosa sulla base del tuo commento.
    Tu scrivi: “Un bambino è felice quando sua madre e suo padre stanno bene e, a volte, capita che stiano bene da soli.”

    OK. Per certi versi può essere vero. Te ne rendo conto.

    Ma se nel caso di Roberto (o come nel mio naturalmente….), il padre NON sta assolutamente bene e NON è assolutamente contento della decisione di separarsi, presa unilateralmente dalla madre…come la mettiamo?

    Questa politica aggressiva in fatto di relazioni amorose con famiglia annessa (per Dio…) mi ricorda il detto medievale: “Mors tua vita mea”. Muori tu che vivo io! ma suvvia…

    Putroppo la tua è una verità a metà, e NON mi spiace fartelo notare. È una verità che, putroppo, tiene conto solo del tuo modo di vedere le cose.

    Una volta che vi siete fatte ingravidare e avete partorito, del maschio non sapete più cosa farvene, No? Qui tu e tutte le tue “seguaci” ne siete la prova. Avete dimostrato, salvo poche eccezioni, di NON volere un papà per i vostri figli. Avete dimostrato di aver voluto solo il suo seme, ma per i “VOSTRI” comodi..naturalmente. Se agite così (rompendo famiglie come vi pare e piace) e ve lo permettete pure, dimostrate solo questo. Dimostrate che i figli, secondo voi, sono solo vostri.

    Questa è la realtà nel 2020.

    • Caro Broken, scusa se mi intrufolo nella discussione ma davvero il tuo commento finale, da “vi fate ingravidare” in poi, mi chiama a rispondere.
      Lascia che metta subito le cose in chiaro: sono donna, mi sono fatta ingravidare e ho partorito. Eppure, dopo il fatto proccreativo, l’ingravidatore me lo sarei pure tenuto, nonostante avesse da lungo tempo un’amante (entrata nelle nostre vite dopo soli 6 mesi che avevo sgravato).
      Vedi che strano, a volte anche gli uomini passano da impollinatori a distruttori di famiglie.
      Ti chiedo davvero scusa per l’ironia, che non vuole assolutamente essere aggressiva. Però ti invito a riflettere, perchè questi toni accusatori e questo modo di pensare alle donne come un elemento uniforme ed unico, tutte p****ne che ti rubano il prezioso seme e poi si sbarazzano di te è davvero pericoloso, e i fatti di cronaca recente lo dimostrano. Questa è la realtà, nel 2020: uomini che si sentono usati e scaricati, completamente privi di autocritica, banali nelle analisi e rancorosi nelle reazioni.

      • Ogni storia a sé ci sono pure uomini così che tradiscono, ma ti assicuro che sono tante e ormai di più, le donne che dopo la gravidanza e i figli perdono l’amore per il padre e decidono di interrompere il matrimonio alla ricerca non si sa bene di cosa..

      • Secondo me bisognerebbe partire a monte, molte donne crescono pensando che il matrimonio sia un passaggio obbligato, credono che il matrimonio sia lo scopo della propria vita, con il tempo capiscono che non può essere l’unico aspetto, capiscono che anche i desideri e il lavoro vanno coltivati per poter star bene. Molti uomini trovano una donna e si siedono pensando di possederla e che nulla possa cambiare lo stato delle cose. Anche questo dipende dall’educazione tra uomini e donne, quindi, bisognerebbe ripartire dalle basi per incontrarsi davvero. Penny

    • Ciao Lara.

      Forse non ci siamo capiti. Io condanno sia uomini che donne! Non hai idea di quanti uomini ho mandato a “stendere” dopo averli fatti sentire delle merde emerite per aver distrutto la loro famiglia. Davvero, non lo sai. Io odio chi molla unilateralmente, in qualsiasi caso. Non importa se pene- o vaginamunito.
      Io qui dentro, mi scaglio contro voi donne, perché le motivazioni che vi date VALGONO si, ma valgono solo per voi! è questo che non capite, quello che cercherò di gridare finché avrò fiato in corpo.

      SE LA RELAZIONE SI FA IN DUE ANCHE LA SEPARAZIONE SI DOVREBBE FARE IN DUE!

      Ma non è mai così.. mai!.statistiche recenti dicono che l’80% delle unioni vengono sfasciate dalle donne.

      Nel mio caso: Mia madre ha mollato mio padre, mia cugina ha mollato suo marito, mia zia pure, l’altra zia pure, e pure la terza. Senza contare me.

      Siamo al 100% dei casi nella mia famiglia, tutti con figli, nel quale la separazione è avvenuta per volontà unica e unilaterale della donna, con conseguenze spesso deleterie per la controparte maschile.

      Mio Zio Marco, dopo 10 anni di matrimonio e 3 figli, è stato lasciato e tradito a più riprese, umiliato..
      Bè non ha parlato per anni, era il fantasma di lui stesso. Magro, quesi anoressico, pallido. Ora, a distanza di 17 anni….si è ricostruito, è diventato un imprenditore di successo…si è risposato. Ma guarda un pò…non è felice! Perché questo lui non lo aveva scelto per se stesso. Lui aveva scelto la sua prima famiglia, i suoi figli, sua moglie! e questo, NONOSTANTE tutte le imperfezioni del caso!

      Scusate se non è una cosa romantica come voi la vorreste…Ma se non fosse stato amore, 17 anni gli saranno be bastati per riprendersi no? Falso! perché era amore, e per giunta con la “A” maiuscola!

      Però lei no, lei non si sentiva amata.

      Come è finita? tutti e 3 i figli, appena compiuti i 18 anni, sono andati a vivere dal padre e praticamente non vogliono aver contatti con la madre…o la trattano con sufficienza. E lei se la prende pure! Ecco secondo me è veramente indecente tutto ciò.

      Signore noi vi amiamo davvero, ANCHE se VOI non lo credete! Sapete, io penso ogni giorno alla mia ex, mamma dei miei figli, con AMORE. anche a distanza di cinque anni dalla separazione voluta da lei. Anche se non ci parliamo da tutto questo tempo. Sarò triste PER SEMPRE per questa sua decisone…non la capirò mai. Nemmeno dopo cinque anni riesco a capire come abbia potuto farlo a tutti noi quattro (lei compresa)…essì che ci adorava!
      Ora ha perso la bussola, ne ha cambiati 4 in cinque anni..ed ha appena mollato il quarto. Se questa è la felicità allora….complimenti a lei. Chi è causa del sua mal pianga se stesso.

      Ma Cavoli, uno a caso (mio zio per l’appunto) sta male 17 anni, io sono a già 5…mentre voi avete ancora il coraggio di dire “non ci sentivamo amate”?!!!! Io comincio a pensare che lo eravate troppo invece, ma siccome ci si abitua a tutto, dopo un pò stanca anche l’amore no?

      Proprio non ci arrivate che create un casino ancora più grande separandovi…ma no, a voi principesse è tutto dovuto. Colpa di vostro padre penso! L’uomo il successo, il rispetto…se li deve guadagnare con il sudore della fronte. A voi donne, danno tutto senza chiederlo! vi offrono drink, avete agevolazioni dappertutto: nel sociale, nella vita sessuale…non dovete combattere come noi. Ecco perché, essendo VIZIATE, vi permettete tutto ciò. Perché a voi è tutto dovuto. mi sbaglio?

      Svegliatevi, saremmo rozzi ma il sentimento è puro. Voi invece siete aggraziate ma sentimento è torbido.
      Non siete una virgola migliori di noi come noi non lo siamo di voi, ma mollandoci dimostrate di pensarlo.

      Non lasceresti mai qualcuno che vale per te no? io non lo farei mai, mi sentirei stupido!

      Io a fare quello che la mia ex ha fatto a me 5 anni fa, non potrei farglielo nemmeno adesso….

      pensateci.

      • Caro Broken, mi fa tenerezza vedere come ti rivolgi ad un “noi” generico, quando invece stai semplicemente parlando a tua moglie. Questa è la tua esperienza, non quella di tutto il genere umano e io sono qui a dimostrartelo, con un marito che ha fatto le valige per andare dall’amante.
        Detto questo ti invito a rileggerti. Quanti luoghi comuni e quanto maschilismo da quattro soldi nel concetto di “principesse”, “viziate”, “drink offerti”… non è che tua moglie ti ha lasciato per questo? Non è che di questa cultura retrograda è permeata tutta la tua famiglia? Non è che le vostre donne se ne sono madre per questo??? Sinceramente me ne sarei andata anche io… pensaci 🙂

  35. Salve sono una ragazza di 28 anni, sto lasciando mio marito sposati da 5anni +6di fidanzamento, senza figli…… È iniziato tutto da un anno fa, tra l’aborto e che ho iniziato a lavorare abbiamo passato un anno di silenzi litigi e mancanze, fin quando siamo arrivati al limite e io ho sbottato, in quella settimana ci sono stati litigi furiosi, piatti e bicchieri per terra, parole bruttissime da parte sua, fin quando una sera dopo un’altro litigio mi mena due schiaffi in faccia (nessuno si aspettava questo atteggiamento da lui) mi dicono che io ho istigato a lui a fare questo.. vabbè… Io sono andata via di casa non potevo rimanere piu li! A oggi sono tre settimane che sono dai miei., Qui purtroppo mi vanno tutti contro,tranne ovviamente mia madre, mi dicono che colpa mia, mi dicono che ho un’altro, mi dicono che ho abbandonato lui…. Uno stress…… Ho chiesto il divorzio ma lui niente non lo accetta, mi vuole riconquistare, mi ama… Ma io non più! Ho bisogno di qualcuno che mi capisce!stasera l ho rivisto a casa, mi fa pena perché sta male e piange, ma io non posso ritornare per compassione, mi manca solo la casa le cose materiali….io ho tanti progetti per il mio futuro, spero di farcela, spero di avere la forza, spero di resistere a tutto questo…. Perché tra lui e la famiglia per quanto sono pesanti ho paura di non farcela! Grazie mille per che mi leggerà scusatemi se c’è qualche errore.. un abbraccio

    • Non ci sono errori…e ti capisco. So come ti senti ma stiamo parlando della tua vita e nessuno, dico nessuno, deve permettersi di dirti cosa fare della tua vita. E, soprattutto, nessun la parola o gesta può istigare violenza. Ma stiamo scherzando? Faresti del male al tuo ex marito se stessi con lui per compassione o pietà. Faresti del male a te stessa se non cercassi di essere felice. Capisco il dolore. Capisco la pena ma non sei tu a dovertene fare carico, ognuno è artefice del proprio destino e lui del suo. Quello che senti tu è importante, ha un valore e lui deve accettarlo. Vai dritta per la tua strada e cerca di realizzare i tuoi progetti cercando di non subire la pressione intorno a te…smetteranno. Prima o poi smetteranno. Ti abbraccio e ricordati che non sei l’unica e non sei sola ❤️

  36. Mai un commento volto a ricomporre il rapporto. Mai un richiamo all’assunzione delle proprie responsabilità. Sempre un incoraggiamento a chiudere una relazione incitando alla vana speranza che ci sia una vita migliore e fantastica pronta a rivelarsi fra qualche tempo. Tutte falsità. La vita è dura, mollare tutto è da vigliacchi e non c’è nessun paradiso in terra ad aspettare. Ci sono persone che lo capiscono subito e riescono ad essere felici con un compagno/compagna imperfetti in una vita imperfetta e persone che lo capiscono dopo qualche anno quando si ritrovano a vivere un’altra vita imperfetta, in solitudine o assieme ad un altro compagno/compagna imperfetti.
    Chissà cosa avrai fatto passare a quest’uomo per portarlo a darti due schiaffi…fatti un esame di coscienza prima di ricorrere alle centinaia di blog e siti web in cui ci sono donne che ti supportano solo per giustificare il proprio fallimento e non perché veramente siano interessate a te e alla tua storia. Fatti un esame di coscienza, ascolta il cuore e poi decidi cosa fare

    • Chissà cosa avrai fatto passare a quest’uomo per portarlo a darti due schiaffi? Questa frase è violenta e la violenza la giustifica, non è il posto giusto per scrivere e legittimare azioni di questi tipo che sono condannabili sempre.

  37. Io non sto GIUSTIFICANDO nulla, cerco di trovare una spiegazione. Cerco di capire il perché una persona che in 11 anni di relazione non ha mai fatto ricorso ad un ceffone ad un certo punto addirittura ne tira due.
    Provocazione, esasperazione, aggressività non giustificano due schiaffi, che rimangono un atto sbagliato sempre e comunque, ma ne possono spiegare l’origine.
    Se è vero che la violenza non è solo fisica, ci possono essere casi in cui quest’ultima possa essere stata indotta altrimenti non si sarebbe mai verificata. In un mondo reale. Poi c’è il mondo in cui fa comodo ignorare la violenza non fisica, perché chi l’ha commessa per mesi e ha distrutto un rapporto importante per cause non meglio identificate, ha rimediato due schiaffi. Ed ecco che tutte le colpe trovano la loro collocazione di comodo con tanto di medaglia al valore per il carnefice che è riuscito a farsi eleggere a unica vittima.
    Forse. Perché magari invece il tipo è un meschino essere violento e misogino che non merita altro che la galera. Dubito che sia questo il caso però!

  38. Certo che dubito! Solo gli stolti ed i presuntuosi non lo fanno!
    Tu, invece, sembri dispensare certezze basate sull’anatomia: sei dotata di vagina? Hai ragione e non hai nessuna responsabilità! Molla tutto e sarai felice come lo sono io (ma sarà vero poi che tu sia così felice?)

    Leggo di donne lasciate con i figli e mi si spezza il cuore leggendo della loro sofferenza e della loro disperazione; disprezzo i loro compagni che hanno messo prima se stessi che i loro figli.
    Poi leggo di donne che fanno lo stesso e l’unica cosa che vedo in blog come questo è una solidarietà misandrica che disprezzo allo stesso modo.
    Non credo nella dicotomia uomo-donna che tu e la società attuale sembrate avallare quando non istigare.
    Credo nella famiglia, nel rispetto, nel compromesso, nel supporto reciproco, nell’assunzione delle proprie responsabilità e nella virtù dell’imperfezione! Ciò che lì sotto ci siano testicoli o ovaie. Sempre gonadi sono! E il cuore che fa la differenza… e quello è di un genere solo!

  39. Grazie penny per le tue bellissime parole, mi fanno stare bene dentro e non mi fanno sentire sola…❤️
    Mi dispiace per Roberto che parla così, purtroppo se sto a raccontare tutte le cose non basterebbe un giorno! Ho detto giusto un piccolo riassunto…. Sai cosa mi ha detto lui? Per non farci mancare niente nella vita ti ho dato due schiaffi…ma scherziamo? E le parole brutte?…. Vabbè può essere che io lo istigato ok, però di certo dandomi due schiaffi non risolvevi niente… A oggi si fa sentire quando vuole mi dice che devo tornare per forza a casa… Quando ormai la mia decisione la sa, ma non l’accetta perché i maschi sono troppo orgogliosi… Pensa al giudizio della gente.. assurdo cose assurde….

  40. mi ritrovo a leggere e penso…….in fondo la vita è una e non dobbiamo cercare di prendere il meglio che possiamo?.
    18 anni e due figli meravigliosi…poi mi rendo conto di sentirmi ogni giorno più sfinita e vuota e insicura …..un giorno mia figlia mi dice… Mamma te hai sempre la stessa faccia!
    E allora il mio cuore va in frantumi… e mi domando come posso trasmettere amore se non ne ho più per me?…Nei momenti di debolezza e sono tantissimi, penso di poter tornare a casa e fare le cose di sempre, cene insieme , vedere un film, rifugiarmi nella sicurezza della mia famiglia che non so però se esiste più.
    Io non voglio essere felice, voglio la serenità che mi permette di sorridere e di trasmettere ai mii figlii l amore per la vita , per le persone , per una bella giornata e per un gelato. E mi domando se con l uomo che ho al mio fianco non riesco più a sentirmi così è un reato????

    • Cara Eleonora non è reato, ognuno di noi, in forno, è dove vuole stare. Di certo la serenità è difficile trasmetterla se non la abbiamo dentro. Per questo è nostro dovere cercarla. La vita è in movimento e lo sono le persone e i sentimenti, a volte, prendiamo strade differenti per poi ricongiungerci, altre ci si lascia perché si capisce che quella infelicità non si può reggere per sempre. Quindi, no non è un reato, é il tuo sentire, e siccome è tuo va preso in considerazione e ascoltato.
      Un abbraccio Penny

  41. Ciao, ho 37 anni con 14 di matrimonio alle spalle, no figli. E mi ritrovo a cercare testimonianze di donne divorziate.. Credo che dopo anni di trascinamento e silenzi sia arrivato il momento di prendere una decisione. Sto cercando di guardare in maniera razionale gli anni trascorsi insieme a quest’uomo, per capire se sono io in crisi o se anche una persona esterna reagirebbe nella stessa maniera. Piango spesso, anche ora, perché mi sento ferita, sempre meno considerata. Nemmeno si accorge di quanto sto male.
    Ieri sera abbiamo prenotato le vacanze, dopo un mese di tira e molla su date e destinazione: ho ceduto, stanca di vedere strutture e mete che lui sistematicamente rifiutava. Ha vinto ancora lui. Gliel’ho proprio detto. Hai vinto tu. Ha fatto un passo indietro? No. Assolutamente. Ha rispettato almeno una delle richieste che gli ho fatto? Meno che zero.
    Me ne sono andata a letto, con le lacrime a stento trattenute.

    Sono così incapace di prendere decisioni? Sono ignorante e ingenua come lui mi fa credere? Il mio tempo è così inutile e poco meritevole di rispetto?

    Non credo. Non lo so. E’ dura.

    • Ciao Maria, scusami se ti rispondo solo ora ma leggendoti credo solo una cosa: qualunque sia il tuo sentire devi dargli ascolto. Le decisioni, quando si è in crisi, è meglio posticiparle, piuttosto mettiti in ascolto di ciò che provi. Quando sto male io cerco di fermarmi, di non andare dietro al bisogno di risposte immediate, perché quelle prima o poi arrivano, ma provare a lavorare sulle domande che mi faccio. Non so se l’hai già fatto ma prova anche a spiegare a tuo marito che non stai bene, quello che senti deve avere dignità. Ti abbraccio.
      Ps una che riflette così su di sé non è ignorante e nemmeno ingenua e in una coppia nessuno dovrebbe vincere, bisognerebbe solo stare bene.

      • Grazie per la risposta. Hai ragione: pretendere una risposta ora sarebbe come fare la spesa da affamata ( passami il paragone). Il rischio di fare/ dire cose di cui pentirmi subito dopo è dietro l’angolo. Grazie ancora.

    • Io mi sono separata di fresco, non ancora divorziata. Sono di poco più piccola di te ho 36 anni e sono stata con mio marito 16 anni. Non abbiamo avuto figli. Ho preso io la decisione ed è uno di quei rari casi in cui non ci sono terze persone di mezzo. Mio marito ( ancora lo chiamò così) non era perfetto ma lo amavo tanto, l’ho sempre amato molto. Ma da tanto tempo accanto a lui mi sentivo pressoché una nullità. È un uomo che di rado manifesta affetto o emozioni, ancor più di rado pronuncia parole gentili, di affetto o di apprezzamento in generale. Sapevo chi stavo sposando e non capisco perché ad un certo punto non ho potuto più stare in quella situazione. Passavo tanto tempo ad immaginare a come volevo che fosse mio marito, e a sperare che mi ascoltasse quando gli parlavo, quando gli chiedevo di non dare le cose per scontate. Ma se fosse stato solo per questo non lo avrei lasciato, dopo tutto, il matrimonio ho sempre pensato andasse sempre salvaguardato. Non ho potuto accettare i suoi insulti perché non mi concedevo a lui in un momento di estrema difficoltà della mia vita. Cassa integrazione a causa del covid, problemi familiari vari. Poco anzi pochissimo supporto da parte sua. Ma se un uomo non fa sesso, si snerva, parole sue. E io non ero in vena. Lui nervoso perché non aveva ciò che voleva non mi ha tradita, ma ha pensato bene di aprire il mio armadio, e per la rabbia dopo discussioni e nervosismo vari, rompere alcuni morti vestiti e oggetti. Non troppi però. Ma comunque un gesto inaccettabile, senza alcuna scusa, ha dato la colpa a me, perché l’ho fatto arrabbiare. Ad oggi sono ancora sola, ti posso dire che il percorso di separazione è più breve rispetto a prima, ma è molto duro. E nonostante ora ti sembri di volerlo, dopo non ne sarai più sicura. Io ad oggi sono in terapia, cosa che un po’ mi aiuta a fare chiarezza. Ci vuole molto coraggio e molta pazienza. Ti auguro buona fortuna

      • Grazie per la testimonianza. Il fatto di avere dubbi mi fa pensare che il rapporto con mio marito sia ancora vivo, altrimenti entrerebbe in gioco il menefreghismo. Ci siamo conosciuti poco più che ventenni ed ora siamo cambiati.. come è la natura delle cose. Solo che pare che io me ne sia resa conto e lui no. Vedremo come andrà. In bocca al lupo a te.

      • Esatto…ti sembra di volerlo ma poi una.volta separata stai malissimo..😭

      • Bisogna vedere per cosa si sta male…per la solitudine che fa paura, per le abitudini…o davvero per altro.

      • A volte il confine è labile.La solitudine frega e ci sottomette ma siamo sole comunque anche insieme.

  42. E il dolore che si infligge, a volte anche mortale, a figli, coniuge e tutti quelli che sono nel pozzo non conta? Donne così sono solo egoiste, immature tutta la vita, superficiali. Per chi ha fede e valori ancora peggio. La chiesa prende anche le distanze di chi è divorziato anche contro la sua volontà. Il dolore causato è indicibile, indescrivibile soprattutto dalle persone sensibili che possono anche annullarsi. Donne come voi non devono sposarsi e assumersi la responsabilità di avere figli senza compagni. Meglio gli animali!!!

  43. Mi sto separando dopo 25 anni e 2 figli. Piango in continuazione, quasi più di quanto non facessi prima di prendere questa decisione. Continuo a dirmi che ho sbagliato tutto e mi dispiace da morire per il mio ex compagno: siamo cresciuti insieme; non c’è una canzone, un posto, una qualsiasi cosa fatta, mangiata, ascoltata, visitata da quando ho 21 anni che non mi ricordi di lui e dei tempi in cui c’erano amore e rispetto reciproco. Il rispetto se n’è andato ben prima che l’amore si trasformasse in affetto. E l’affetto da solo non basta a tirare su due ragazzi che hanno bisogno di amore e di certezze e di dolcezza, non di critiche e di umiliazioni. Del resto dai quello che ricevi e se da piccolo sei stato trattato come un idiota, da grande non saprai che trattare come idiota qualsiasi persona, tuo figlio soprattutto. Ho messo sempre davanti i figli ed è questo che lo ha fatto arrabbiare, provare una rabbia feroce nei miei confronti. Io non lo so se un giorno magari andrà meglio, magari mi libererò di questo senso di colpa che mi sta divorando e mi sveglierò una mattina e sarò una persona “risolta”. Che è questo che sto cercando: pace. Poi forse il resto arriva di conseguenza.

    • Cara Clode, scusa se leggo solo ora, ma la vita mi travolge e mi dispiace non averlo fatto prima. Ovviamente non ho soluzioni e spero che tu stia meglio. In alcune situazioni non si può far altro che attraversare il dolore, quel dolore, però, è la porta per per stare meglio, noi e i nostri figli. Rimane il rammarico che sia andata così, ma la vita mette in campo le sue carte e sta a noi riuscire a trarre il meglio, per noi e per i nostri ragazzi, appunto. Prendersi cura e non fare finta di niente è questo. Essere autentici è difficile ma paga. Te lo assicuro. Ti abbraccio tanto.

  44. Ciao, mi sono imbattuta per caso su questo blog. Mi sono ritrovata nella tua storia, sono sposata da 21 anni e non amo più mio marito da almeno 10 anni. Ho cercato in ogni modo di affrontare il tema della separazione, ma mi è mancato il coraggio davanti ad un vero e proprio muro di incomprensione da parte di mio marito.
    Lasciare un marito o una moglie per disamore non sembra essere contemplato. In pratica l’amore è un sentimento che va a comando, ti devi imporre di amare una persona e farci l’amore anche se non ti va, anche se a te sembra di farlo con tuo fratello.
    Ho letto i commenti degli uomini (immagino lasciati dalle mogli) sotto questo post e credo che probabilmente oggi, alla luce di una maggiore consapevolezza sul patriarcato, risulterebbero di cattivo gusto. Un uomo scriveva “A me è stato tolto un intero sistema di vita e di valori su cui ho basato gli ultimi 15 anni di vita e su cui avevo programmato di arrivare alla fine dei miei giorni.”. Si, ho letto davvero questa frase aberrante e credo di poter dire con estrema certezza che potrebbe proferirla anche mio marito, visto che continua a dirmi: “mi hai rovinato la vita”.
    Il matrimonio è un contratto, in cui due persone si promettono qualcosa, ma non sono certi al 100% di poter mantenere quelle promesse, per il semplice motivo che la vita è imprevedibile ed in continuo divenire e le nostre personalità non sono statiche.
    Ho alle spalle anni di terapia personale, perchè non sono arrivata a questa scelta priva di consapevolezza e vi assicuro che ha un prezzo molto molto alto per me. A casa sono una donna libera, posso uscire con le amiche e con gli amici, posso spendere e spandere i miei soldi e lo stesso fa mio marito, ma io non ho più alcuna attrazione per mio marito, non c’è complicità e non c’è dialogo. Gli voglio bene, ma non lo amo più.
    Io non posso essere garante della felicità di mio marito, e finora ho scelto la sua felicità, sacrificando la mia. Ho sopportato rapporti sessuali non voluti, finto di star bene quando non ero felice, pianto di notte, di nascosto.
    Ecco, leggere che invece io dovrei continuare ad occuparmi del sistema di vita su cui mio marito ha basato la sua vita, in virtù di un contratto, mi fa paura.
    Non so se troverò il coraggio di lasciare mio marito a breve, ma ogni giorno che passa tutto è più chiaro.
    Spero che agli uomini venga insegnato che l’amore non è un contratto e che ci si evolve non per scelta, ma per una naturale predisposizione. E spero soprattutto che la società la smetta di stigmatizzare le libere scelte di ognuno di noi.

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