Mi piace da matti parlare con le amiche. Ogni occasione è buona per rubare qualche spazio per noi. Tagliare e cucire, una bellezza! Parlare dei mariti è d’obbligo.

Funziona più o meno così.

Quattro donne: Maria. Lorenza. Giulia. Enrica.

Un tavolino. Una bottiglia di Prosecco. Una cittá qualsiasi.

Parte Giulia con le lamentazioni e dice: “Ieri ho preparato le valigie, messo a posto la casa, portato il gatto dal veterinario e lui è andato ad arrampicare!”.

Occhi sbarrati delle altre.

“Per carità è un brav’uomo. Non mi posso lamentare” aggiunge subito vedendo la reazione delle amiche.

“Anche il mio è brav’uomo. Ma, lo conoscete, a volte, è così esigente! Non so nemmeno io come descriverlo. D’altronde non si può avere tutto” se ne esce Lorenza.

“Pensate che quest’estate è la prima volta in cui mio marito si tiene i bambini per una settimana nella casa di mia madre al mare. Io faccio la pendolare, ma la mattina gli faccio trovare tutto pronto. Non puoi capire le lamentele”.

Dissentono con il capo, ognuna di loro ha un unico vocabolo in testa: stronzo o egoista. Come preferite.

Non gli devi preparare il pranzo. Che faccia da solo. Mica è monco!” sbotta Enrica.

“Se non lo faccio, quello va al ristorante. Non voglio dire che non si occupi dei suoi figli, in fondo è brav’uomo, cercate di capirmi, ma non è abituato”.

“Sì, insomma, il lavoro grosso tocca sempre a noi. Mio marito va in bicicletta due volte alla settimana e una domenica al mese con i suoi amici. Sono contenta che abbia una passione, meglio questo che vederlo in casa incazzato, però anch’io vorrei riposarmi un po’” aggiunge Maria infilandosi una manciata di patatine in bocca.

Scuotono il capo anche qui.

“Così non va” dice Giulia, “dovremmo farci valere”.

“É una vita che lo diciamo. Sai dirmi come?” domanda Enrica sorseggiando il Prosecco.

“Che ne so. Facendo meno cose, essendo meno presenti, fregandosene di più.” ribatte Giulia.

“É che a noi chi ci frega sono i figli”.

“Vero, però dovremmo prenderci una domenica ogni tanto per andare in una Spa. Qualche massaggio non può che farci bene” aggiunge Lorenza.

Questa volta assentono con il capo. Brindano alle loro vite così uguali da sembrare un copione già scritto.

Poi una di loro, una qualunque, non importa chi dice l’ultima frase, quella che mette a posto tutte.

“Dai, non ci lamentiamo troppo dei nostri mariti, in fondo sono dei bravi uomini”.

Sembra stiano parlando di cagnolini da addomesticare. Solidali e sollevate da essere tutte sulla stessa barca se ne tornano a casa. Con la spesa da fare. La cena da preparare e chissá cos’altro.

Mi chiedo cosa voglia dire quel in fondo é un brav’uomo che si ripete ogni tre per due. Ho provato a pensarci. Datemela voi una risposta. Che non si buca? Non va a donne? Non gioca? Non ci uccide?

Per il momento io non l’ho trovata.

Quella stessa sera ognuna di loro si corica nel solito letto con l’uomo con cui sta da vent’anni. É rassicurata di non essere la sola a provare certe cose. Cerca i piedi del marito e ci incastra i suoi. Lui dorme già da un bel po’. In fondo è un brav’uomo, non c’è niente di cui lamentarsi.

Penny

Ogni riferimento a fatti e persone é di pura invenzione. Le provocazioni ormai sono d’obbligo. Spero siano da stimolo per essere protagoniste della nostra vita.

Siamo dove vogliamo essere. Ecco.❤

13 comments on “Mio marito in fondo é un brav’uomo.”

  1. Ma lo sai che ci sto pensando da più di un’ora?!?!? E il vuoto è enorme..l’unica domanda che mi viene da fare brav’uomo o bravo marito?

    • Boh. Forse coincidono. Dipende da quello che ci aspettiamo noi. Da quello che non chiediamo o non abbiamo chiesto. Puó essere un brav’ uomo un cattivo marito?
      Penny

      • Non ci crederai ma ancora ci penso! Penso che le due cose possono ancora non andare a braccetto. E che un brav uomo non è detto che sia un bravo marito…dipende dalle nostre aspettative? Perché, mi chiedo. Sarebbe bellissimo per una volta avere una persona (uomo o donna) partecipe della vita altrui. ecco, L altro giorno ho visto un video..illuminante per me: due uomini e uno diceva all’altro ho aiutato mia moglie a fare i piatti, etc etc. La risposta dell’amico è che lui non aiuta ma partecipa, condivide, collabora perche quella vita è pensata in due…ecco allora questa forse può essere Una valida risposta. Notte Penny.

      • Credo di sì. Condividere e partecipare. Bisognerebbe tenerlo a mente. Baci Elisa. State bene tu e la tua leonessa. Penny

  2. e giu lacrime …. e prosecco a fiumi ! Sa riconoscerci dignità e senso profondo , libertà da schemi e pregiudizi , amore incondizionato. Questo è il brav’uomo . Chissà se esiste ….

    • O se siamo capaci di riconoscerlo dopo averlo desiderato. Io per tanto tempo mi sono accontentata. Un abbraccio Peny

  3. E chi l ha detto che quei mariti di quelle tre donne qualsiasi sono bravi uomini…..il mio era esattamente così. Solo un piccolo inghippo…dopo 17 anni di vita insieme ho scoperto che mi ha sempre tradita e io ero una di quelle che se si dedicava una serata con le amiche prima sistemavo la creatura e lasciavo la cenetta pronta. E al mio ritorno??? Neanche i piatti in lavastoviglie…e lui diceva…cazz devo anche sparecchiare???? Io lavoro tutto il giorno !!! Era un brav uomo….ci ho creduto fino all ultimo. Non lo è mai stato. E io sono da ricostruire.

    • Forse é lui che dovrebbe ricostruirsi. Tu hai solo fatto ció che sentivi. Con sinceritá. Tornassi indietro rifaresti le stesse scelte? Guarda a te con clemenza Federica. Quello che siamo torna sempre indietro. Ti mando un bacino. Penny

  4. E’ innegabile che in parte e’ un problema di educazione, da entrambe le parti. Le donne vengono educate a dare tutto se stesse per la famiglia. Gli uomini vivono con l’idea che tanto c’e’ la donna che pensa alla famiglia (ed alla casa). Credo che sia importante che (qualora non lo facciano gli uomini per primi) le donne pongano dei paletti (si sporca in due la casa, la si pulisce in due!!!). E se questi paletti vengono posti sin dall’adolescenza (dove ovviamente non si convive, ma magari si organizzano le feste in casa di qualcuno) allora nessuno può superarli e romperli. Certo che iniziare a 40/50 anni e’ molto difficile, soprattutto se la controparte rifiuta e si offende, prendendola sul personale, per questi nuovi paletti che spuntano dal “nulla” (che poi dal nulla non lo sono). Grazie per gli spunti e sopratutto sulla visione che fornisci da un punto di vista differente dal mio! Un abbraccio, Claudio! 😉

    • Sai cosa succede? Che io ero una di quelle donne. Sapevo che le cose non andavano peró davo una sorta di giustificazione. Lo facevo per paura. E avevo ragione ad averla, perché la separazione é stata una delle scelte piú difficili della mia vita e ne pago ancora le conseguenze. Ci sono retaggi culturali enormi che ci condizionano nelle scelte. Ma avere un brav’uomo accanto non é detto che possa bastare. Ad alcune basta. Grazie a te Claudio. Ha valore questo spazio di confronto.
      Penny

  5. A me questa definizione di brav’uomo mi fa solo pensare ad un uno al quale ci siamo abituate, un coinquilino che rispetta le regole da noi imposte per il bene della convivenza. Resta il fatto che tocca a noi chiedere, organizzare, pianificare. Loro passivamente ci “aiutano”. E allora ecco che ricorriamo a questa definizione per liquidare in quattro e quattr’otto le domande sui nostri mariti. Per non sbilanciarci. L’uomo che amo non riuscirei a definirlo così…un brav’uomo. Non sa di niente…o meglio…sa di amichevole. Sa di compromesso. Un brav’uomo per me non può bastare. Per essere veramente felici in una coppia serve tanto altro.

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