Sono giorni di silenzio questi.
Stamattina, alle sei, ci siamo svegliati di colpo. Raffiche di vento impetuose. La grandine. Il mare che si faceva grosso.
Abbiamo chiuso le finestre. Messo in riparo le cose nel giardino. I ragazzi dormivano tranquilli.
Al sicuro.
Avevo un groppone allo stomaco. Di quelli che bucano. Di quelli che ti dicono:” Non sarà più lo stesso”.
Ho letto commenti tremendi. Colpe date e scaricate. Come se ci importasse qualcosa.
Ci importa della vita, invece. Almeno a me. Quella finita sul ponte, quella che termina in mezzo al mare, quella su un furgoncino in cui non c’è spazio per respirare. È la stessa. E crea dolore.
Mi interessa salvare il salvabile. L’umanità che aiuta. Che scava tra le macerie. Che dona sangue e case.
È che di fronte alla morte siamo nudi. E siamo soli.
Ma nella vita possiamo scegliere di starci vicino. Possiamo scegliere di camminarci affianco e sostenerci. Possiamo gridare all’uomo accanto a noi: scappa. E salvargli la vita.
Possiamo offrire una casa a chi l’ha persa. Essere un luogo di riposo e transito per chi non ha terra.
Possiamo guardare i nostri figli, quelli che oggi sono al sicuro tra le nostre braccia e dirgli: non sprecare la tua vita.
Non dividere. Non odiare. Non perdere tempo.
Perché un giorno, uno qualunque, potresti essere solo, avere paura e perdere tutto. Magari su un ponte. E io potrei non esserci a salvarti.
Non c’è un attimo da sprecare, mi ripeto, oggi, guardando un mare arrabbiato lontano dalla mia città.
Non riesco a pensare ad altro. Agli amici. Alla mia famiglia. Agli altri, vicini e lontani.
E, so, che è questo che conta nella mia esistenza, più di tutto il resto, l’amore, la solidarietà, la partecipazione.
Essere insieme. Salvare il salvabile.
Con affetto infinito Penny
Buonferragosto a tutti. Grazie per la vicinanza.