Classe seconda. Sette anni.
Oggi, durante l’ora di scrittura autobiografica, si parla di stelle cadenti e di desideri. Loro raccontano.
Chi non ne hai mai viste, chi ne ha viste tantissime, chi ha tanti desideri, chi fa fatica davanti alla pagina bianca.
Un bambino nato in Italia ma con i genitori stranieri dice:”Io non ho mai visto stelle cadenti”.
“Va bene, non importa, ma avrai dei desideri!”.
“No” mi risponde.
Insisto un po’, gli dico che da qualche parte un desiderio c’è di sicuro.
Allora lui ci pensa su. Come sanno i fare i bambini. Alzano gli occhi in alto, appoggiano la matita sulla bocca e tu sai che stanno cercando.
“In verità un desiderio ce l’ho!” esclama all’improvviso.
“Bene e qual è?” gli chiedo curiosa.
Mi guarda dritto dritto con i suoi occhi neri e grandi più di lui e mi dice serio:
“Vorrei che mia mamma e mio papà fossero un po’ più italiani”.
Mi chiedo dove ci siamo persi. Non abbiamo scusanti.
Penny
#ilmatrimoniodimiasorella.
Ma no….non ci siamo persi.
Perché??
è bellissima. Va interpretata col cuore di bambino secondo me.
Non con i nostri ragionamenti
Nemmeno io l’ho interpretata in senso necessariamente negativo, o indicativo di un fallimento di chi ti accoglie. Ho vissuto anch’io all’estero da piccola e sentivo lo stesso desiderio, per essere un po’ meno diversa dagli altri e perché anche la mia famiglia lo fosse. Poi crescendo si impara che la diversità ti può valorizzare.
Ciò mi rassicura. Grazie. ❤️