L’aborto non è una questione morale, bensì giuridica.

Nessuno costringe le donne che non vogliono abortire a farlo, ma non si può costringere nessun’altra donna a seguire lo stesso codice etico. Perché non si tratta di morale. Ma di diritti.

Una donna che decide di fare un figlio, non solo decide del suo corpo, altrimenti dovremmo considerarle un mero luogo di riproduzione, ma anche della sua anima.
L’aborto è sempre esistito ed è appurato che, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nei Paesi dove l’aborto è legalizzato, il numero degli aborti è sceso considerevolmente.

E, allora, di cosa stiamo parlando?

La legalizzazione riduce i rischi per la salute delle donne che decidono di abortire. Riduce le morti.

Non sono vite da salvare pure quelle?
Facciamo un mercato delle vite? Quale pro vita?

Se muoiono le donne fa lo stesso?

A me sembra, a partire dal DDL Pillon, alla chiusura dei consultori ( così manco abbiamo un posto in cui chiedere aiuto), agli attacchi alla casa delle donne, alla 194 e ai centri antiviolenza, che il tentativo sia quello della cancellazione.

Cancellato ogni diritto.

Al lavoro fino al nono mese.
Pagate poco e meno, così stiamo a casa e ci teniamo i figli.
Madri a tutti i costi.
Dentro al matrimonio anche se non amiamo più o non siamo amate.
Picchiate, violentate, uccise.

È il nostro pensiero quello che vogliono cancellare.
La nostra volontà.

Hanno paura. Fa paura il movimento che stiamo creando perché al momento è l’unica ribellione in atto.

Hanno paura dell’autodeterminazione.
Hanno paura di perdere il controllo.

E allora siamo puttane ( termine solo femminile) e abbiamo dieci amanti, come ha detto qualcuno.
O ci inventiamo la violenza, anche quella psicologica, ed eccoti pronta la Pas, che non ha nessuna validità scientifica, ma che importa, ogni metodo, per cancellarci, con noi è lecito!

Ora, passin passetto, spingono affinché ci mettiamo una contro l’altra. Pro o contro la vita?
E, invece, noi dobbiamo continuare a stare insieme e continuare a difendere i nostri diritti.

Quelli di fare o non fare figli.
Quello di abortire.
Quello di divorziare.
Quello di avere un lavoro retribuito come gli uomini.
Quello di una paternità uguale alla maternità, che i doveri sono di entrambi. Mica solo i diritti.
Quello di far carriera se lo desideriamo.
Quello del tempo libero.
Quello di cambiare idea.
Quello sacrosanto di decidere che cosa farne della nostra vita.

La nostra storia è una storia di cancellazioni.

Proteggiamoci, proteggiamo le nostre figlie.

L’ obiettivo è quello di confonderci con la questione morale, morale che incombe su di noi, non certo sugli uomini ( pensate agli ultimi episodi di stupro, ai perizomi che portiamo e istigano …)

La questione morale è sempre solo nostra.

Una buona madre.
Una brava moglie.

Invece, amiche mie, si tratta di diritti.
Solo di diritti.

Il diritto a non essere cancellate. Rese mute. Annientate.

Il diritto ad avere un peso politico e sociale. Lo stesso degld uomini.

Il diritto ad essere donne.

Penny
#ilmatrimoniodimiasorella

4 comments on “Le donne, una storia di cancellazione. Quando ci ingannano con la questione morale, invece, ci tolgono solo diritti.”

  1. Le tue paroline, così profonde e piene di amore. Sempre. Per la vita e prima di tutto…per noi stesse. Per me sono sempre cura. Sempre. Sempre. Grazie?

  2. Grazie per le tue parole. Pochi giorni fa mi son trovata a discutere animatamente con una collega che sosteneva che le donne stanno meglio in Qatar, dove sono tutelate e protette nel loro ruolo dai mariti…..!!!! Quando ha iniziato a fare tali affermazioni ho creduto di non avere sentito bene. Penny ma dove siamo finite? Dove stiamo andando? Io penso che queste siano le parole di una donna stanca di lottare, così stanca che nemmeno si rende conto di quello che pensa……. Mi chiedo dove stiamo andando. Cosa possiamo fare per affermare la nostra presenza, le nostre abilità? A volte mi sembra di essere in guerra.

    • Anche a me è successo, una cena a casa di amici, si parlava di lavoro, di uguaglianza, so solo che, alla fine, mi sono ritrovata sola a dover difendere il mio pensiero. Sono tornata a casa distrutta, eppure, leggo, mi informo, cerco di spiegare quello che penso anche a costo di essere ripetitiva. Stiamo insieme e non molliamo. Tua Penny

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