La scorsa settimana è stata piuttosto impegnativa. Avevo mille cose da preparare, oltre al lavoro, oltre gli oltre. Comunque, venerdì sera avevo la presentazione di un libro e sabato il corso sul blog ad officina letteraria.
Quando venerdì sera sono arrivata a casa non c’era nessuno birreria stremata mi sono infilata a letto. A un certo punto, arriva la girl piccola e mi ricorda che il giorno dopo sarebbe andata a Milano.
“A Milano?A fare che?” strabuzzo gli occhi.
“Ho il treno alle 7:30” mi dice lei “te lo avevo detto, mi vedo con i miei amici della campagna”.
“Non mi avevi detto un bel niente” ribadisco.
“Sì, te l’avevo detto, solo che tu non mi stai mai a sentire”.
A un certo punto mi sono ricordata che mi aveva buttato lì la frase mentre stavo uscendo di casa io le avevo anche risposto che ne avremmo riparlato ma, siccome, se la proposta è sensata, di solito acconsento, lei deve aver dato per scontato il mio consenso.
Comunque, verso mezzanotte arriva l’altra e si mette a parlare del senso delle vita e dell’amicizia e mi dice:”Mi ascolti?”.
Certo, non vedevo l’ora! Non lo sai che sono vecchia, che alle 9:30 mi si chiudono gli occhi e che non so niente della vita e del suo senso?, avrei voluto dirle, invece, annuisco e ascolto.
Quando finalmente, dopo un monologo di mezz’ora, interrompe la comunicazione dicendo: vado a dormire, mi tiro su il lenzuolo e cerco finalmente di addormentarmi anch’io.
Mi sveglio presto angosciata dall’idea della piccola a Milano. Non so che fare. Mandarla, non mandarla? Lasciarla andare? Oppure è davvero troppo piccola per aggirarsi in una grande città? Sono le 6:00 del mattino vorrei che quella decisione piccola e semplice non fosse sulle mie spalle, vorrei girarmi nel letto e trovare qualcuno, tipo un padre, a cui chiedere: che cosa facciamo? Penso di chiamare mia madre e mia sorella ma sono le 6:00!
In cuor mio so qual è la scelta migliore e so che nel momento in cui le dirò che non andrà mi farà vedere i sorci verdi.
La sveglio, prima del treno, in modo che passa avvisare i suoi amici. “Non vai” le dico ” sei ancora troppo piccola”.
Come immaginavo si è disperata, si è arrabbiata, mi ha detto che mi odia, che non mi fido di lei, che è abbastanza grande per fare certe cose.
“Se non mi mandi scappo” mi ha urlato.
“Tu non ti muovi” le ho risposto e devo essere stata abbastanza ferma da farla smettere.
Avrei voluto cedere. Mi è costato. Ed ero in dubbio. Non ho mai una certezza. La verità è che vorrei piacerle sempre, essere il meglio per lei, non deluderla.
E non so se sia stata la scelta giusta, forse non c’era una scelta giusta, ma quella scelta e ogni scelta, dalle più piccole alle più grandi, spettano a me. Che sono la madre.
Non mi ha parlato per tutto il giorno. Era offesa. Risentita. Furiosa.
In un attimo ero diventata la sua peggior nemica. Ha chiamato sua sorella per sapere come non incontrarmi. È andata da mia madre, credo si sia fatta consolare.
E io l’ho lasciata fare. Ho lasciato che fosse arrabbiata con me. Mi ricordo la mia adolescenza, quando mi perdevo certe esperienze mi sembrava di morire.
È difficile essere sole. Madri sole. Soprattutto per quelle come me che non hanno una certezza nella vita se non quella di navigare a vista e cercare di usare il buon senso.
La sera ero a casa del mio compagno, la girl ha chiamato sua figlia ed è salita da noi. Quando è entrata, ha salutato lui con tenerezza, me con frettolosità, ma le veniva da ridere. La rabbia stava passando. Poi si è chiusa in camera a parlottare con la girl del mio compagno, a un certo punto è uscita e mi ha detto la cosa più tenera che potesse dirmi:

“Esco a mangiare la pizza: mi servono i soldi!”.

Eravamo di nuovo in pace.?

A volte basta saper reggere, attendere. Respirare.

Penny

8 comments on “Scegliere la cosa giusta. La fatica di essere madri e sole.”

  1. Brava, brava, brava!!! É cosí che devi fare..perché puoi, perché é il meglio e lo sai. .ti é capitata difficile, perché puoi i( non odiarmi!). E comunque hai anche avuto un nuovo compagno a fianco, e non é per tutte! T.v.b. ♡

  2. Comprendo il peso di cui parli, quello della gestione quotidiana, che in ogni momento (soprattutto in quelli più saturi di cose da fare e di stanchezza!) ci mette davanti una decisione da prendere, una responsabilità che è solo sulle nostre spalle di mamme single. Il tutto sommato alla gestione della casa e di uno o più lavori. Eppure ce la fai. Un abbraccio.

    • Ce la faccio, a volte di più, a volte meno…ecco. Ma vado avanti e cerco di stare bene. Ci provo. Un abbraccio grande.❤️

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