Il linguaggio sentito e percepito ha questo potere enorme: diventare azione.
Diventa azione, ad esempio, in un liceo quando dei ragazzi stilano una classifica dal titolo “Figadvisor, dalla più alla meno bombabile” con tanto di voto, nel nord della nostra bella e acculturata Italia.
La verità è che non mi stupisco più. Quel “Figadvisor” prevede delle recensioni, si valutano delle ragazze in base al loro aspetto, per non dire di peggio.
Decido io, ragazzo, se sei “bombabile” ovvero scopabile.
D’altronde, perché dovrebbe essere diverso? È di poco tempo fa, mi sembra, una sentenza che assolveva gli stupratori e tra le motivazioni riportava che la vittima non era abbastanza femminile per aver subito violenza.
Noi donne siamo sempre soggette a critiche feroci. Al di là della simpatia o meno, ricordo sulla Boschi frasi del tipo: chissà chi si sarà scopata per arrivare fin lì! Nessuno si è mai chiesto chi si è scopato Renzi o Salvini per arrivare fin lì.
Nessun merito per noi. Solo merce.
Non mi stupisce sentire uomini accusare le donne di essere delle provocatrici. Ti vesti in un certo modo quindi vuol dire che ci stai.
All’ultima presentazione del mio romanzo parlando di bellezza, quella subita, quella per cui una donna è stata educata fin da piccola al mantra: devi piacere; un uomo tra il pubblico si alza e mi dice:
“Siete voi che dovete parlare alle altre donne, quelle che si imbellettano, si truccano (troppo, immagino volesse intendere) per piacere agli uomini”.
Siamo noi. Ecco.
Siamo noi che educhiamo i figli maschi.
Siamo noi che abbiamo la colpa.
Dipende dal nostro modo di vestirci e di agire. In qualche modo ce la siamo cercata.
Siamo noi donne le nostre peggiori nemiche, ci viene detto pure questo.
Siamo noi. E chiudiamola li.
Forse bisogna tornare indietro, alle bambine.
Quando nasce una bambina le si forano le orecchie, spesso, le si mette una fascia rosa con fiorellini rosa al seguito, prima che crescano i capelli ecc… ed è così che gli elementi esterni di genere modellano il nostro modo di essere.
Come modellano quello dei bambini con le immagini dei supereroi stampate in ogni dove.
Gli adolescenti, poi, assistono a programmi e serie TV, seguono Youtuber, in cui si reificano le donne, si esprimono commenti maschilisti e in cui amore, sesso e affettività vengono ordinati alle battute di cattivo gusto e al sessismo.
Ragazzine che diventano famose insegnando ad altre ragazzine come mettere alla perfezione il mascara, come vestirsi, come mostrarsi ecc…
Questa è la conseguenza del linguaggio e dell’aria che hanno respirato e respirano i nostri ragazzi e le nostre ragazze ogni santo giorno.
Basta volgere lo sguardo verso qualche cartellone pubblicitario in giro e accorgersi come è intrinseca l’idea che una bambina, una ragazza, una donna debba piacere.
Ora ci stressano pure con la terza età. Sia mai che possiamo invecchiare in pace.
Poi, per fortuna, ci sono ragazze attente, come quelle di Bolzano, che non se ne stanno di essere schedate e valutate in base al loro aspetto fisico.
Loro, i ragazzi, quelli della lista hanno chiesto scusa, così ho letto. Nessuna punizione o sospensione.
Il fatto non era così grave, a quanto pare.
Il Preside ha deciso, però, che se ne doveva parlare in classe.
Azione da encomio. Applausi.
Qualcosa che dovrebbe essere normale all’interno di una scuola, diventa un fatto straordinario.
L’educazione alla sessualità, l’educazione al rispetto di genere dovrebbero essere materia di interesse delle nostre scuole, altroché.
Siamo tutti d’accordo credo che la battaglia femminista sia una battaglia civile.
Dobbiamo procedere insieme, però, lasciatemi dire una cosa, la nostra bella e acculturata Italia è intrisa di patriarcato, altrimenti, non è spiegabile come, ad esempio, le disposizioni legate al delitto d’onore siano state abrogate solo nel 1981, così come il matrimonio riparatore, stesso anno, 1981.
Vi rendete conto? 38 anni fa!
È storie recente quella a cui noi donne siamo state abituate, una storia di sottomissione.
Difficile e complicato smarcarsi. Ma ce la stiamo mettendo tutta.
E non è vero che siamo le nostre peggiori nemiche, conosciamo bene la solidarietà e l’alleanza.
Il mio encomio va a quelle ragazze del liceo di Bolzano. Al coraggio di superare il silenzio e fare sentire la propria voce.
Il coraggio di uscire dai retaggi culturali e richiedere il giusto rispetto.
Vorrei tornare su un punto e poi concludo.
La colpa è vostra. Sia chiaro.
Se i ragazzi fanno una classifica di quel tipo e addirittura la consegnano alle interessate senza provare la minima vergogna, la colpa è vostra.
Non nostra. Solo vostra.
E vedete di fare qualcosa che non sia dare la colpa alle donne. Quello si chiama vittimismo e non permette nessun cambiamento.
E, poi, a mio avviso, le scuse non bastano. Per niente.
Penny
figadvisor mi mancava.. un giorno cercando qualcosa sul mio paese, la Polonia, ho trovato un sito gnoccatour ? fino a quando da sole (noi donne) non facciamo altro che catalogarci come belle, brutte anche gli altri lo faranno e purtroppo questa e’ la caratteristica no1 che ci attribuiranno…
Non c’è fine alla stupidità …un abbraccio grande? Penny