Invochiamo, cerchiamo, osanniamo l’amore vero e quando ci sfugge di mano oppure non lo troviamo, sono guai.
Perse per sempre.
Sfigate.
Lui esiste in tutte le narrazioni e sconfigge ogni male. Sopravvive.
Se ci crediamo, l’amore vero sarà più forte di qualsiasi dolore, separazione, tragedia.
Così scrivono e cantano.
A volte, passiamo una vita, la nostra, ad inseguire qualcosa che c’è solo dentro ai miti, narrato nei secoli dei secoli.
Eppure, nessuno di noi pensa che possa esistere una vita vera. Nessuno la invoca. La osanna.
Sarebbe un assurdo.
Ogni esistenza porta con sè le sue contraddizioni, i suoi dilemmi, le sue gioie. Dovrebbe essere così anche per l’amore.
La vita nella sua essenza contiene la morte. L’amore nella sua essenza può contenere la sua fine.
Dobbiamo iniziare a fare nostro questo concetto, cantarlo, tramandarlo, custodirlo sotto al cuscino.
I significati “assoluti”, spesso, diventano leggende e gabbie da cui non riusciamo ad uscire.
Lui è l’uomo o la donna della mi vita!… Arriverà l’amore vero…
E se scopro che l’uomo non era quello della vita? E se l’amore vero non arriva?
Mi deprimo, non so affrontare, nei casi estremi uccido.
Non vogliamo vivere l’ esistenza in attesa dell’amore vero?
Sarebbe così semplice parlare d’amore e basta e un amore può finire. E se finisce non è stato finto, è solo concluso.
Sarebbe così semplice iniziare a raccontarci la verità, ovvero che intorno all’amore non possiamo che fare discorsi soggettivi.
Ogni relazione è a sè.
E noi siamo ciò che sta in mezzo, una lista confusa e bellissima di dettagli e tentativi d’amore.
Amore che è generativo e lascia spazio a se stesso.
Mai vero e sempre vero.
Penny