Ci sono giornate tristi. Più tristi di altre. Un giorno, un ministro del Sud fa una scelta semplice e importante e noi esultiamo, il giorno dopo qualcuno ci ricorda che non veniamo mai credute, nemmeno se lasciamo la strada tracciata prima di morire.

La storia di Martina mi è stata a cuore da subito, perché ho pensato immediatamente: lei poteva essere mia figlia.

Chi non conosce la sua storia è raccontata in un precedente articolo sul blog https://sosdonne.com/2019/12/01/il-no-coraggioso-di-martina-e-stato-vano-uccisa-di-nuovo-dalla-giustizia-forse-conviene-farsi-stuprare/

Oggi, è uscita la sentenza. I nostri appelli sono stati vani.
Il cuore mi si è fermato.

La corte di Appello di Firenze ha assolto Luca Vanneschi Alessandro Albertoni perché “il fatto non sussiste”.

Martina si trovava in vacanza a Palma di Maiorca, morì il 3 agosto del 2011, cadendo dal balcone del suo hotel, secondo l’accusa stava fuggendo da un tentativo di stupro da parte dei due ragazzi.

I due erano stati condannati dal Tribunale di Arezzo a 6 anni, in primo grado, il 14 dicembre del 2018.

L’accusa di morte come conseguenza di altro reato è stata invece prescritta a novembre, anche sul reato di tentata violenza sessuale incombe la prescrizione che scatterà nel 2021.

Una storia triste e indecente per tutti noi, soprattutto, per quel padre e quella madre che credevano nella giustizia, soprattutto, per Martina.

Oggi, i giudici di Appello di Firenze hanno ribaltato la sentenza del tribunale di Arezzo.

“Ci hanno levato l’onore” ha detto il padre Bruno Rossi “Martina non si è buttata da sola voleva vivere e non era fragile”.

In un’intervista al fatto Quotidiano di febbraio Bruno Rossi ha detto una cosa:”Chi uccide una persona non se la può cavare con la prescrizione, soprattutto dopo una sentenza di condanna. Non è un’ingiustizia: è uno scandalo”.

Martina è morta una sera d’estate. È morta quando il reato è stato prescritto. È morta oggi, ancora.

Noi siamo morte e sono morte le nostre figlie. Come faremo a immaginarle libere?

Penny

Date un’occhiata alle intercettazioni e traete le vostre conclusioni.

https://video.corriere.it/cronaca/caso-martina-rossi-video-due-giovani-imputati-intercettati-la-morte-lei/a0ba60c0-aa6f-11ea-96b1-0359b9449147

3 comments on “Martina Rossi: “violentata” dalla giustizia.”Il fatto non sussiste”.”

  1. Posso dare un parere personale: se sono stati assolti probabilmente la corte ha letto, studiato e verificato tutta la documentazione che nessuno di noi può aver visto. Anche l’intercettazione non mi sembra che dimostri alcunché e gli esami autoptici non rilevano nessuna violenza. I casi sono due: o crediamo nella giustizia oppure decidiamo noi (in base a che cosa sarebbe da spiegare) se una persona è colpevole o meno.

    • Conta che in primo grado sono stati condannati a sei anni ( enorme discrepanza) e conta che la Spagna aveva considerato suicidio il gesto della ragazza, quindi l’autopsia non è stata fatta come doveva e nei tempi giusti. Conta che un reato, quello più importante è stato prescritto…non sono stati assolti. Il procuratore di Tivoli, su un altro caso, ha detto che la giustizia nei casi di femminicidio e stupri deve cambiare rotta…quindi…io ci credo ma so che il maschilismo pervade anche le aule di giustizia. Se hai voglia leggi “La mia parola contro la sua” di Paola Di Nicola. È un magistrato.

    • Credevo di averti risposto ma non ne sono sicura. Credo sia stato molto difficile far riaprire il caso in Spagna, è stata derubricata all’inizio come suicidio, poi la prescrizione…andranno in appello. Io ci spero. Penny

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