L’altro giorno si chiacchierava con mia figlia di innamoramenti. A un certo punto il discorso è virato su un ragazzo e, siccome non mi faccio mai i cavoli miei, le ho chiesto se provasse dell’interesse per lui, perché lei in fatto di uomini è molto esigente.
“Sì, mi piaciucchia ma non voglio accontentarmi” mi ha risposto decisa.
Giuro che per un attimo mi sono bloccata. Non voglio accontentarmi. Una frase semplice, dovrebbe essere la spinta della nostra esistenza.
Quante volte nella vita ci siamo accontentate di un uomo per avere un uomo? Quante volte ci siamo fatte andare bene parole e azioni per non sentirci giudicate dal mondo? Per far parte anche noi di quel contesto di accettazione sociale?
Quante volte non ne siamo state consapevoli?
Ho amiche care carissime molto in gamba dentro a matrimoni impossibili, pieni di disamore. E allora perché?
Senza un uomo accanto siamo invisibili, anzi peggio, siamo coloro che “non sono state scelte” e non esagero, ho ben chiaro, non solo nel mio giro di “vecchiette”, quale sia il giudizio, ma anche nel mondo delle giovanissime.
Vedo ragazze, coetanee di mia figlia, che sono già instradate verso la sottomissione, lui mi ha detto, lui ha fatto, lui non vuole, lui mi ama.
Dentro a quel “mi ama” tutto è possibile.
Tutto? Le alzate di spalle, gli sguardi di disapprovazione, i letti separati, la spesa sotto controllo, la “cura” dovuta, per non parlare di altro.
Abbiamo davvero bisogno di qualcuno che ci sposi e ci collochi nel mondo?
Quante volte ci siamo accontentate di uomini che non ci piacevano poi così tanto? Quante volte dopo una cena al ristorante in cui tutto era apparentemente perfetto siamo tornate a casa e il cuore era dolorante e l’arrosto sullo stomaco?
Quante donne dentro al contesto del matrimonio ci siamo sentite al sicuro solo perché siamo sposate?
La colpa in buona parte è di questa società patriarcale così intrisa anche dentro al nostro essere donne, ma noi abbiamo la responsabilità di cambiare le cose.
Agli occhi del mondo una donna sola non è forte, è sfigata, qualcuno non l’ha scelta e, allora come si fa?
In questo dobbiamo essere resistenti, NON DOBBIAMO ACCONTENTARCI, fottercene davvero del giudizio degli uomini, delle altre donne, delle madri, del fruttivendolo sotto casa, delle amiche, degli occhi che ci guardano. Fottercene della paura della solitudine e camminare da sole a testa alta oppure dentro a un sincero rapporto d’amore.
Una mia cara amica, parlando del mio compagno, mi ha detto: “Quando sarà vecchio e avrà bisogno… vedrai che ti sposerà!”.
“Mi sposerà?”. Ho strabuzzato gli occhi, non ha pensato nemmeno per un secondo che non è nei mei progetti.
So perché lo ha detto, perché così fanno tutti e tutte, a un certo punto è come se ci fosse bisogno di chiudere il cerchio; il matrimonio a una certa età ( con il senno di poi, in realtà, anche prima) a meno che non sia una scelta religiosa seria, sono sincera, non me lo spiego ( parlo per me), almeno che non ci sia una scelta economica dietro.
E se il cerchio fosse già chiuso? Se nella mia vita io volessi scrivere altri romanzi, fare tante passeggiate, comprarmi una casa in montagna ed essere felice così?
Se il matrimonio non fosse una mia aspirazione?
Invece, l’idea collettiva è questa: È lui che ci sposerà, ci sceglierà, ci metterà un anello al dito. Lo so perché per un attimo l’ho pensato, ho pensato che sposarmi volta fosse la scelta più semplice. Invece, per fortuna sono cresciuta e l’autonomia economica mi ha aiutata tanto.
In fondo, a volte, quando si parla di noi, si dice: quella lo ha incastrato! Avete mai sentito dire il contrario?
Io il cerchio l’ho chiuso una mattina di giugno in cui mia figlia quasi diciannovenne aprendo i suoi occhi grandi, come fosse una cosa ovvia, mi ha detto:
“Non voglio accontentarmi”.
Non lo farò più, neanch’io. Mai.
Non fatelo neppure voi. Siate strade, tracciati, sentieri nuovi da percorrere per le giovani donne. E per la vostra esistenza.
Penny
Sono una di quelle che non si è accontentata. Ho realizzato che essere in coppia non fa per me. Non ho voluto figli o un compagno. Sola? No. Felice. Indipendente, soprattutto dai “vedrai che”.
Vedrai che…rende davvero l’idea…?
Mitica
❤️
Io ti adoro lo sai. Sei il mio grillo parlante, quella vocina che non mi fa sentire “matta” tutte le volte che qualcuno continua ad urlarmelo. Fortuna che esisti e che mi ricordi ogni volta…che c’è speranza. Ti voglio bene.
Mi hai commossa. Grazie. Ti penso anch’io sempre.