Quando una ragazza torna a casa la sera sa che deve affrettare il passo.

Sa che si deve guardare alle spalle. Sa che nessun luogo è protetto.

Sa che in autobus può essere molestata, soprattutto, se non c’è nessuno.

Sa che per strada può essere seguita.

Immagina il taxi come una sicurezza, ma non sempre è così e comunque quel passaggio ha un costo.

Una madre ad una figlia quando esce la sera solitamente chiede:”Come torni?”.

Una madre conosce la preoccupazione perché è stata a sua volta ragazza ed è donna.

Ho conosciuto ragazze spinte in un portone, molestate per strada, sull’autobus, in metropolitana, in taxi, appunto.

Storie di abusi che rimangono addosso per molto molto tempo.

Il mio seno da ragazza è stato palpeggiato tre volte in occasioni diverse, avevo 14, 16 e 17 anni, una volta un uomo si è masturbato in un vicolo, tre ragazzi poco più che adolescente mi hanno seguito a casa. Volevano solo corteggiarmi, forse, ma io ricordo che non ho dormito per molto tempo.

Una volta mentre andavo a scuola sono stata adescata da un uomo. Voleva che andassi con lui, mi offriva la colazione.

Un altro su un autobus mi si è appiccicato dietro, mi spostavo e si spostava anche lui, nessuno ha detto niente. Sono scesa di corsa.

Forse mi sono anche chiesta se era colpa mia! Le ragazze se lo chiedono e ci mettono un po’ a capire che non dipende da loro ma dal potere che l’uomo pensa di avere sulle donne.

Storie personali che ho rimosso e vengono a galla ogni volta che torno a casa da sola, ogni volta che mia figlia torna a casa da sola.

Spero che un suo amico l’accompagni, mi auspico prenda presto la patente, mi sembra meno pericolosa la macchina o la moto degli abusi. Un pensiero assurdo.

Quando una ragazza torna da sola a casa la sera sa che deve affrettare il passo, sa che nessuno si occuperà della sua sicurezza.

Non ci sono luci, telecamere, sorveglianza su strade, autobus, fermate, metro.

Una ragazza o una donna sa che le molestie per la società non esistono e quella società non se ne fa carico.

Una ragazza sa che se anche denunciasse difficilmente verrebbe creduta. Un’alzata di spalle, una penna che scorre con noncuranza, uno sguardo dubbioso, tutto cade nel buio.

Lo stesso buio con cui deve convivere se attraversa un centro storico la notte, una strada, una via, una piazza.

È un mondo pensato dagli uomini e per gli uomini, il nostro.

Nessuna sicurezza per le donne. Semplicemente non esistiamo.

Questa è la verità.

Penny

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