Le mie figlie non mi vedono. O meglio mi vedono traghettare in casa, sistemare qualcosa, prendere volantini, mollare la spesa, cambiarmi, lavarmi costantemente le ascelle, ingollare qualcosa.

Mi vedono e non si lamentano. Questa è la prima volta che le sento totalmente vicine.

“Possiamo fare qualcosa?” mi chiedono.

E io non so cosa dirgli, a volte mi mancano le parole. Così la grande si è attrezzata e con il suo gruppo di amici, senza che le chiedessi nulla, è andata in giro per Genova. Quindi, se li trovate in qualche cassetta e in qualche macchina sappiate che sono state loro.

Ieri è tornata a casa entusiasta e mi ha detto:” Ho parlato di politica con un vecchietto, mi ha spiegato un sacco di cose, alla fine gli ho dato il tuo volantino e gli ho spiegato che ero tua figlia e lui mi ha risposto: allora la voto!”.

Ecco, credo fosse fiera di avermi recuperato un voto! ?

La piccola con il fidanzatino ( alto due metri) deve averli appiccicati in zona Biscione, mi ha pure mandato il video, poi, deve averci pensato e la sera con la voce preoccupata mi ha chiesto:” Mamma, ma si possono attaccare i volantini? Non è che poi ti denunciano?”.

?( e in ansia per la multa mica per me!)

Ci vediamo poco o meglio loro mi vedono poco. Non cucino, riesco a malapena a fare la spesa, ma la grande, che in queste sere torna tardi e ha voglia di raccontare, ci sveglia. Così, è già due volte che all’una ci troviamo noi tre assonate in sala dove io ho il mio comodissimo divano letto ?. E, soprattutto, ci troviamo a ridere in una vicinanza che scavalca la cura materna fatta di presenza e lasagne.

A un certo punto loro mi mollano. Ho sonno, dicono, vanno in camera e si addormentano in un secondo. Io rimango con gli occhi sbarrati emozionata da tanta confidenza e mi fa bene vedere che sono davvero sorelle.

Solitamente di notte scrivo. Va così, i pensieri si accavallano e turbinano.

Anche il mio compagno è relegato in un angolo, anche lui mi vede traghettare, ogni tanto mi dice:” Ora torno in Calabria ( lui è di Pizzo) e mi cerco una calabrese!”. Ridiamo. Una sera, tornando a casa mi ha detto:”Sono ammirato”. Mi ha commosso.

Poi c’è la cana. Mi guarda andare via e sente il rumore della moto quando torno. Mi gira intorno come un’ombra, Alaska si affaccia alla finestra incredula che possa sparire senza di lei.

Poi ci sono mia madre e mia sorella. Sostegno indiscusso. Ci sono, lo so, incoraggiano e attendono.

Di questo mese di elezioni dentro ad un frullatore ( e inizio scuola ?‍♀️) mi ricorderò che il mio essere donna, come specchio in cui specchiarsi, è il mio compito più importante di madre.

Non importa quale sarà il risultato di queste elezioni, so che le mie figlie si sono accorte del mio impegno per un progetto in cui credo, voglio che vivano le mie incertezze e le mie paure come possibili, ma anche la mia ambizione, vogliono che sentano l’ispirazione e il desiderio come una strada da intraprendere.

Voglio che sentano l’urgenza dentro di sé di non chiudersi in una relazione o in una cucina ma si aprano al mondo con curiosità e impegno, soprattutto, perché sono donne immaginando di poter osare.

Di questo mese in corsa mi ricorderò lo sguardo di ammirazione delle mie figlie. Lo spazio della notte mentre si raccontano, si prendono in giro, ridono e mi fanno ridere.

La possibilità di essere donna per le donne. Ambire, impegnarmi e sentirmi una buona madre.

Penny

5 comments on “Una donna in campagna elettorale. Le sue figlie. Il compagno. La cana. Tra ambizione e paura.”

  1. Complimenti Penny! Complimenti davvero per le figlie, il compagno e la Cana! Io ho provato a percorrere questa strada e dopo dieci anno di consiglio comunale ho capito che il mio compagno ed i miei figli di me e di questo impegno non hanno apprezzato nulla. Tutt’altro. In bocca al lupo.

    • Non so se ti avevo già risposto. Sto perdendo i pezzi?‍♀️, lo pensi davvero? A volte le cose si capiscono dopo tanto tempo, almeno per quello che riguarda i figli. Un grande abbraccio. Penny

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